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Parla l'analista socioeconomico
La sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare: il ruolo di una produttività agricola avanzata

In un contesto globale sempre più complesso, l’analista socioeconomico Pietro Paganini ha messo in evidenza un tema cruciale: l’aumento della produttività agricola è fondamentale per affrontare le sfide contemporanee legate alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale. Durante il G7 Agricoltura tenutosi a Ortigia (Siracusa), ha dichiarato che “la vera sfida odierna è aumentare la produttività agricola. Non possiamo perseguire la sostenibilità ambientale senza migliorare l’efficienza produttiva”.

La necessità di incrementare la produttività

Pietro Paganini

Paganini sottolinea che senza un significativo incremento della produttività agricola, non sarà possibile garantire la sicurezza alimentare per una popolazione in costante crescita. Le proiezioni indicano che la popolazione mondiale potrebbe raggiungere i 9,7 miliardi entro il 2050, il che comporta un aumento della domanda di cibo e una necessità di espandere le superfici agricole dedicate alla produzione alimentare. Questo scenario potrebbe avere conseguenze disastrose per l’ambiente se non si adottano misure adeguate.

E così evidenzia anche l’importanza delle tecnologie avanzate, come l’agricoltura di precisione e le biotecnologie, nel migliorare l’efficienza produttiva. Queste tecnologie possono contribuire a una maggiore resilienza degli ecosistemi agricoli, permettendo alle aziende di essere all’avanguardia nell’adozione di pratiche sostenibili.

Fattori che minacciano la produttività

Secondo l’analista, ci sono diversi fattori che minacciano la produttività agricola, tra cui:

Crisi climatica: i cambiamenti climatici stanno influenzando negativamente le coltivazioni.

Urbanizzazione: l’espansione delle aree urbane riduce le terre agricole disponibili.

Aumento della popolazione e della domanda: la crescita demografica porta a una maggiore richiesta di cibo.

Degrado del suolo e perdita di biodiversità: questi fenomeni compromettono la capacità produttiva della terra.

Volatilità dei mercati: l’incertezza economica rende difficile pianificare investimenti a lungo termine.

Infrastrutture obsolete: le strutture agricole non sempre sono adeguate alle esigenze moderne.

Diminuzione della manodopera: la scarsità di lavoratori qualificati rappresenta un ulteriore ostacolo.

Concorrenza globale: le aziende agricole devono competere con produttori di tutto il mondo.

Distinzione tra tecnica e tecnologia

Un aspetto fondamentale, secondo l’analista, è la distinzione tra tecnica e tecnologia. Entrambi i concetti sono essenziali per l’agricoltura del futuro e per l’aumento della produttività. In sostanza, la tecnica è stata storicamente lo strumento di sopravvivenza e miglioramento delle condizioni di vita, mentre la tecnologia diventa un fattore di trasformazione delle società stesse, innescando cambiamenti più profondi e strutturali sia a livello economico che sociale. La tecnologia, a differenza della tecnica, inoltre, richiede investimenti, ricerca e un’organizzazione complessa, essendo strettamente legata alla produzione industriale e allo sviluppo economico.

Uno dei momenti del dibattito nel corso del G7 Agricoltura tenutosi a Ortigia (Siracusa)

Zootecnica rigenerativa come soluzione

Una delle soluzioni proposte da Paganini è la zootecnica rigenerativa, che integra pratiche ecologiche e gestionali per creare sistemi agricoli sostenibili. Questa pratica non solo promuove la diversità ecologica, ma migliora anche la salute del suolo e riduce l’uso di sostanze chimiche. La zootecnica rigenerativa emerge come un approccio chiave per affrontare le sfide della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale.

Le pratiche

Le pratiche della zootecnia rigenerativa includono:

Rotazione strategica del bestiame: i movimenti degli animali sono progettati per imitare quelli degli animali selvatici, permettendo al terreno di rigenerarsi.

Incremento della biodiversità: introduzione di varietà vegetali e animali per creare ecosistemi più resilienti.

Salute del suolo: aumento della materia organica per migliorare fertilità e capacità di trattenere acqua.

Benessere animale: focus sul rispetto delle esigenze fisiologiche degli animali.

I vantaggi

L’analista ha delineato anche i numerosi vantaggi derivanti dalla transizione verso la zootecnia rigenerativa:

Ambientali: miglioramento della salute del suolo, prevenzione dell’erosione, conservazione delle risorse idriche e sequestro del carbonio.

Economici: riduzione dei costi operativi attraverso un minor uso di fertilizzanti chimici e pesticidi, maggiore resilienza agli eventi climatici estremi e accesso a mercati premium.

Sociali: creazione di posti di lavoro nelle comunità rurali e promozione della consapevolezza sulla sostenibilità agricola.

Barriere alla transizione

Nonostante i benefici, Paganini ha riconosciuto che la transizione verso pratiche rigenerative incontra diverse barriere, economiche e culturali. Tra queste figurano la resistenza al cambiamento, gli elevati investimenti iniziali richiesti e la mancanza di formazione tecnica. Da qui l’importanza di politiche che rimuovano queste barriere attraverso incentivi finanziari e programmi di formazione. In dettaglio, le barriere:

Resistenza al cambiamento: la mentalità tradizionale può ostacolare l’adozione di nuove pratiche.

Costi iniziali elevati: gli investimenti richiesti possono essere difficili da sostenere senza adeguati finanziamenti.

Accesso limitato al credito: la mancanza di risorse finanziarie può limitare le opportunità di implementazione.

Necessità di formazione: è fondamentale formare gli agricoltori sulle nuove tecnologie e pratiche.

In sostanza, per Paganini aumentare la produttività agricola è essenziale non solo per garantire la sicurezza alimentare ma anche per promuovere pratiche agricole sostenibili. L’adozione della zootecnica rigenerativa e delle tecnologie avanzate rappresenta quindi una via promettente per affrontare le sfide future nel settore agricolo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA





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