Terrà

Blue tongue: la malattia emergente alimentata dai cambiamenti climatici. Lo scenario in Sicilia

di Santo Caracappa*

Preoccupa l’incremento di focolai di Blue tongue (Btv) registrato negli allevamenti ovini e bovini in quest’ultimo periodo. La Btv, malattia della lingua blu o febbre catarrale degli ovini, cosi come la Peste suina africana (Psa), è una delle tante che in questi ultimi mesi stanno suscitando apprensione per i cittadini e trepidazione per il mondo allevatoriale.


Culicoides spp

Un fatto è certo: questa malattia infettiva non è contagiosa per l’essere umano, quindi non genera nessun effetto sulla sua salute né direttamente, né tramite prodotti di origine animale (latte o carne). Colpisce, invece, i ruminanti (ovini, bovini, cervi, capre e camelidi) ed è trasmessa da insetti vettori ematofagi, moscerini del genere Culicoides spp. ​L’agente causale è un RNA virus della famiglia Reoviridae, genere Orbivirus con 27sierotipi.

Sino alla fine del secolo scorso, la Blue Tongue era confinata alle aree tropicali e subtropicali (Africa centrale, Sud-Est asiatico), ma negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici che hanno contribuito a creare un ambiente caldo e umido ospitale per gli insetti veicolo del virus e l’intensificarsi di scambi commerciali, la malattia ha invaso il continente europeo. In Italia, è presente sin dall’agosto del 2000: prima segnalazione in Sardegna in un allevamento ovino a Cagliari vicino l’area aeroportuale e dopo appena 10 giorni in Sicilia, in un allevamento ovino a Giardinello (Palermo) nelle vicinanze dell’aeroporto Falcone-Borsellino. In entrambi i casi, è stata confermata la presenza del sierotipo 2 (BTV2).

Nella specie ovina, la malattia, dopo un periodo di incubazione che va da 5 a 20 giorni, si presenta con una sintomatologia grave con febbre, scolo nasale edema della testa e congestione delle mucose (bocca e naso), salivazione eccessiva, zoppie, la viremia dura meno di 30 giorni. Mentre i bovini, spesso asintomatici, rappresentano il principale serbatoio perché vi alberga il virus nel torrente circolatorio per oltre 2 mesi, permettendone la sopravvivenza ed il superamento dei periodi di freddo invernale. Il virus viene veicolato da animale infetto ad animale sano dagli insetti vettori Culicoides spp. La patologia ha un andamento stagionale raggiungendo il picco tra la fine estate e l’autunno stagione in cui i Culicoides si replicano copiosamente.

In Sicilia, Sardegna e costa tirrenica sino alla Toscana, il vettore più frequente è il C.imocola mentre nel resto dell’Italia e nell’Europa prevale il C. Obsoletus. Questi ultimi sono insetti ad attività crepuscolare e solo la femmina adulta attraverso il pasto di sangue da animali infetto, è capace di trasmettere la malattia. I moscerini possono essere trasportati dal vento a notevoli distanze (anche oltre i 200 chilometri) quindi se pensiamo che noi distiamo appena 70 miglia dal continente africano, molte coso sono spiegabili.

Piano nazionale e prevenzione

La prevenzione di una malattia a trasmissione vettoriale consiste unicamente nella sorveglianza della circolazione virale e dei vettori. In Italia è in vigore un Piano nazionale di sorveglianza e controllo della Blue tongue, che ha la finalità di rilevare/escludere/ridurre la circolazione del virus nel territorio, attraverso il monitoraggio e controllo del virus e vettori. Il piano prevede l’effettuazione di controlli sierologici e virologici su una rete di animali sentinella e la ricerca degli insetti vettori.

La sorveglianza entomologica, sugli insetti vettori, viene effettuata tutto l’anno mediante l’istallazione in stalla di trappole ad attrazione luminosa (black-light traps). A seguito delle catture i culicoidi vengono classificati e contati per accertare la presenza/assenza, sia nelle zone di protezione e di sorveglianza che in quelle ad alto rischio.

La vaccinazione rappresenta l’intervento più efficace ed ha lo scopo di proteggere i capi dall’infezione, limitarne la diffusione e liberare la movimentazione degli animali (transumanza, fiere, mercati). E’ raccomandato l’ uso di insetticidi e repellenti che aiuta a ridurre il numero degli insetti vettori che trasmettono la malattia nelle stalle e negli animali. Si suggerisce, inoltre, di eliminare le acque stagnanti, ambiente ideale per la riproduzione di questi moscerini.

Le cifre

Al 19 settembre, in Italia, secondo quanto riporta il bollettino epidemiologico nazionale veterinario, il numero di focolai di Blue tongue sono 560. La Sardegna rimane la regione maggiormente interessata con il 76% dei focolai rilevati, mentre nessun focolaio in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Veneto. La Sicilia, invece, passa da 21 focolai confermati e 2 estinti, a 23 confermati e 2 estinti, registrati nelle provincie di Catania, Ragusa ed Enna.

*Veterinario DMV, PhD – Scientific adviser ISZ per la Sicilia

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