Politica europea
Spreco alimentare in Europa, ogni anno 143 miliardi nella spazzatura. L’Ue corre ai ripari
In Europa, ogni anno vengono generati circa 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari con costi associati stimati in 143 miliardi di euro. Mentre si stima che il 20% del cibo totale prodotto vada perso o sprecato, 33 milioni di persone non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni (Eurostat 2018).
A livello globale, circa un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano viene perso o sprecato (FAO, 2011). Il Food Loss Index (FLI) della FAO stima che, a livello globale, circa il 14% di tutto il cibo prodotto viene perso dalla fase post-raccolta fino alla fase di vendita al dettaglio. Uno scenario drammatico. Nel 2019 sono state generate circa 931 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, il 61% dei quali proveniva dalle famiglie, il 26% dalla ristorazione e il 13% dalla vendita al dettaglio. Allo stesso modo, le famiglie europee generano più della metà dei rifiuti alimentari totali prodotti nella stessa Ue (47 milioni di tonnellate). Percentuale che arriva al 70% con l’aggiunta dei rifiuti alimentari che derivano dai servizi di ristorazione e dal commercio al dettaglio.
Lo spreco di cibo non è solo una questione etica ed economica, ma impoverisce anche l’ambiente di risorse naturali limitate. In questo contesto, l’Europa si impegna a raggiungere l’obiettivo 12.3 dell’obiettivo di sviluppo sostenibile per dimezzare gli sprechi alimentari pro capite a livello di vendita al dettaglio e di consumo entro il 2030 e ridurre le perdite alimentari lungo la produzione e le catene di approvvigionamento. Tuttavia, riducendo le perdite e gli sprechi alimentari per aiutare a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, possiamo anche:
– sostenere la lotta ai cambiamenti climatici (i soli rifiuti alimentari generano l’8-10% delle emissioni globali di gas serra (UNEP Food Waste Index 2021)
– salvare cibo nutriente da ridistribuire a chi ne ha bisogno, aiutando a sradicare la fame e la malnutrizione
– risparmiare denaro per agricoltori, aziende e famiglie.
Lo spreco di cibo non è solo una questione etica ed economica, ma impoverisce anche l’ambiente di risorse naturali limitate.
Il cibo si perde o si spreca lungo l’intera filiera alimentare: in azienda, nella lavorazione, nei negozi, nei ristoranti e mense e nelle case. Le ragioni dello spreco alimentare variano ampiamente e possono essere specifiche del settore.
I fattori che contribuiscono allo spreco alimentare
– acquisto e pianificazione dei pasti sproporzionati
– ambiente di acquisto (ad es. promozioni come “compra uno, ricevi uno gratis” che possono portare a acquisti impulsivi e acquisti eccessivi)
– le incomprensioni sul significato delle etichette di data “da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumare entro” portano a gettare via gli alimenti commestibili
– capacità di gestione degli alimenti insufficienti (ad es. preparazione dei pasti, uso di cibo/ingredienti alimentari in stock, uso di avanzi)
– imballaggio difficile da svuotare o troppo grande
– considerazioni estetiche (frutta e verdura ammaccata, ecc.)
– porzioni standardizzate in ristoranti e mense
– difficoltà ad anticipare il numero dei clienti (un problema per i servizi di ristorazione)
– problemi di gestione delle scorte per produttori e rivenditori
– standard di qualità elevati (esempio per i prodotti venduti al dettaglio)
– sovrapproduzione o mancanza di domanda di determinati prodotti in determinati periodi dell’anno
– errori di produzione, prodotti e/o etichettatura non conformi alle specifiche
– danni al prodotto e all’imballaggio (agricoltori e produzione alimentare)
– conservazione/trasporto inadeguati in tutte le fasi della catena alimentare comprese le famiglie (esempio temperature del frigorifero)
– mancanza di conoscenza e/o disinformazione sugli impatti ambientali, sociali e finanziari dei rifiuti alimentari
– basso valore percepito del cibo
– stile di vita frenetico e priorità contrastanti
– alla base di tutti questi problemi c’è una generale mancanza di consapevolezza, da parte di molti attori, della portata del problema, delle possibili soluzioni e dei benefici che derivano dalla riduzione degli sprechi alimentari.
osservatorio.neorurale@regione.sicilia.it
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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