Terrà

Il progetto
“Wool2Resource”, lana ovina una risorsa e non rifiuto speciale

di Simone Sangiorgi*

I processi di pulizia della lana sucida degli ovini sono ormai ritenuti troppo energivori e richiedono eccessive quantità di acqua per non parlare dei relativi problemi di depurazione delle acque di lavaggio. Allora ci si chiede cosa fare delle mille tonnellate di lana sucida prodotta in Sicilia? A questa domanda cerca di dare una risposta il Progetto “Wool2Resource” presentato dal Gruppo Operativo: Nuovi orizzonti per la lana ovina, utilizzando la Misura 16, sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2020, “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”. Il Progetto si propone di esplorare la possibilità di convertire la lana, tramite processi termici, in biochar e testarne l’utilizzo come ammendante dei suoli. Si intende sviluppare l’ipotesi in positivo che la lana può rappresentare una risorsa e non un rifiuto speciale a cui corrisponderebbe un ulteriore costo a carico delle aziende ovinicole siciliane.

Il progetto è in piena coerenza con gli obiettivi strategici dell’Unione Europea: rispetta il principio della circolarità “animale-terreno-pianta” e contribuisce ad esercitare una funzione di mitigazione dei cambiamenti climatici attraverso il sequestro della CO2 che viene incorporata in maniera stabile nel terreno per un lungo periodo. Inoltre devono essere testati e validati (come da bibliografia) gli effetti positivi del biochar nel terreno sulla efficienza della ritenzione idrica, sull’aumento della capacità di scambio ionico, sulla riduzione dello stress salino, sul miglioramento dell’habitat per i microrganismi e sulla riduzione degli effetti negativi, nel lungo periodo, dei processi di mineralizzazione spinta. Un aspetto che questo progetto inizierà ad esplorare, riguarderà la possibilità di aggiungere elementi nutritivi al biochar al fine di orientare il prodotto verso mercati ben redditizi.

Questi aspetti saranno sperimentati nelle 2 aziende che hanno aderito al progetto. Infatti molto complessa e ben strutturata risulta essere la compagine del partenariato: Rete Ovicoltori Siciliani: impresa capofila con funzioni di coordinamento, presidente Sebastiano Tosto; Aziende Agricole e Zootecniche fornitrici della materia prima: Coniglio Silvana, Borgia Roberto, Sicana Agrizootecnica srl, Rizzico Angelo, Cacciatore Maria Teresa, Campione Giuseppa; Aziende Agricole dove si svilupperà la sperimentazione: Marino Bruno Vivai Platani e Agricola Sant’Agata di P. Scaglione, (serra); Broker Innovation: Simone Sangiorgi. Azienda produttrice del prototipo industriale: Tatano snc; attuazione della sperimentazione e del collaudo dell’innovazione: DATE srl; Organismo tecnico-scientifico, detentore dell’innovazione: Consorzio Interuniversitario per la Scienza e Tecnologia dei materiali, Unità operativa di Palermo: coordinatrice Delia Francesca Chillura Martino.

L’iniziativa ha una valenza di “Progetto Pilota” da trasferire nell’ambito delle macroaree regionali con presenza significativa di ovini ed ha l’ambizione di collegarsi con gruppi che lavorano a iniziative similari operanti in Europa al fine di scambiare conoscenze ed esperienze. La rete degli Ovinicoltori Siciliani ha posto una problematica reale e in INSTM ha trovato una valida sponda per sperimentare nuove soluzioni innovative. Solo dall’incontro tra le esigenze reali della produzione agricola-zootecnica e il mondo della ricerca possono nascere nuovi modelli sostenibili sotto l’aspetto agronomico, economico e ambientale. La Rete Ovinicoltori Siciliani, infine, presenterà a breve, il progetto all’assessorato dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana, applicando un modello integrato ed interattivo con un approccio di rete e sistemico al fine di costruire ponti nell’ambito dell’ecosistema dell’innovazione.

*Broker Innovation

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