Terrà

Ismea: agricoltura fiducia ai minimi, così mai neanche con Covid

Il caro materie prime ed energia deprime la fiducia delle imprese del settore agroalimentare italiane. È quanto emerge da un’indagine Ismea. L’indice di fiducia ha interrotto il progressivo e rilevante recupero messo in atto nel 2021, posizionandosi mediamente su un valore di -10,6 (in una scala di valori tra +100 e -100), con punte particolarmente negative per la zootecnia da carne (-25,3) e da latte (-13,7). Anche per i seminativi la fiducia si colloca su valori inferiori alla media, mostrando un crollo rispetto al trimestre precedente, inferiore per intensità solo a quello registrato dalla zootecnia da carne. Tra tutti comparti solo la vitivinicoltura e le coltivazioni legnose riescono a mantenersi su terreno positivo seppur con un marcato deterioramento dei giudizi su base congiunturale.

Dalle risposte raccolte, spiega Ismea in una nota, emerge che le difficoltà riscontrate dalle imprese agricole in questo primo scorcio danno non sono per la maggioranza attribuibili ad un andamento negativo del fatturato, quanto alle problematiche dal lato dei costi e dell’approvvigionamento. Per i due terzi delle imprese il fatturato nel periodo gennaio-marzo 2022 non risulta peggiorato, anche se il confronto avviene con il primo trimestre del 2021 contrassegnato dalle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria del Covid-19. L’aumento dei costi correnti, in particolare, risulta aver condizionato lattività aziendale di oltre l80% delle aziende zootecniche da latte intervistate, il 74% di quelle zootecniche da carne e altrettanto per i produttori di uova e miele, mentre quasi la totalità del campione (91%) ha dichiarato di aver subito un aumento delle spese totali per l`acquisto dei mezzi di produzione. A pesare è stata soprattutto la bolletta energetica, seguita dal gasolio, fertilizzanti e mangimi.

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