Terrà

Ex stabilimento Acque Pozzillo, il progetto di riqualificazione del Gal Terre di Aci

Un’idea progettuale straordinariamente pionieristica e innovativa, per una visione composta da ben 12 laboratori di ricerca, sviluppo e innovazione ripartiti in due divisioni, Laboratori di Imprenditorialità Innovativa e Laboratori di Innovazione Sociale, come motore per la rigenerazione del territorio con un obiettivo sinergico su tre livelli: aereo, terrestre e marino (subacqueo). Questo l’ambizioso piano del GAL Terre di Aci in relazione al bando valido ad accogliere candidature di idee progettuali finalizzate al finanziamento di interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione di siti per la creazione di ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno, da parte del Ministero per il Sud e la coesione territoriale.

L’idea progettuale IT-MARE-AKIS

L’idea progettuale, intitolata Innovation Technologies for Multi-Action Regional Enhancement with Advanced Knowledge and Inclusive Solutions (IT-MARE-AKIS) punta a realizzare un polo avanzato nell’area dell’ex stabilimento Acque Pozzillo, che ricade nell’omonima frazione marinara di Acireale, in un lotto in prossimità del porticciolo, nel centro urbano della frazione che, attualmente, presenta evidenti caratteristiche di degrado. L’iniziativa è proposta dall’Università degli Studi di Catania, che partecipa al progetto con ben cinque Dipartimenti: il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente, il Dipartimento di Economia e Impresa, il Dipartimento di Fisica e Astronomia “E. Majorana”, il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (DICAR, il Dipartimento di Science della Formazione. Prestigiosa e composita la partnership coordinata dalla regia del GAL, che raccorda: Comune di Acireale, Fondazione ITS Steve Jobs, Fondazione ITS Mobilità Sostenibile e Trasporti, Consorzio Etna Hitech s.c.p.a, FLAG Riviera Ionica Etnea s.c.c.a.r.l, Botanica srl, Ente Terme di Acireale s.p.a, Fondazione Città del Fanciullo e Agenzia per il Mediterraneo s.c.a.r.l. 

L’area sarebbe, secondo il piano presentato, in grado di ospitare molteplici attività ad alta intensità tecnologica ed innovativa per rispondere a svariati fabbisogni locali, tra i quali il riequilibrio delle dinamiche del mercato del lavoro locale, variamente composito ma molto squilibrato dal lato dell’offerta, la riduzione del tasso di disoccupazione soprattutto femminile e giovanile, l’accompagnamento alla creazione di impresa e inserimento lavorativo, l’adeguamento della formazione ai profili professionali richiesti dalla trasformazione tecnologica e digitale e per la transizione ecologica nell’ambito della green e blue economy, la formazione/riqualificazione degli imprenditori e del personale impiegato sulle tematiche dell’innovazione, lo sviluppo di innovazione e di trasferimento tecnologico nelle micro/piccole e medie imprese artigianali del manifatturiero, del terziario e delle filiere produttive, ma anche il sostegno tecnico e finanziario alla creazione di impresa, nonché la riduzione del gap tecnologico ed innovativo del territorio.

La disposizione dei nuovi edifici ricalcherebbe in parte l’impronta dei precedenti ma si discosterebbe da questi per definire gli spazi all’aperto per gli eventi e le attività all’aria libera. Lo spazio all’aperto sarebbe dotato anche di una piazza ponte che salda organicamente, in corrispondenza del vecchio passaggio carrabile, le due parti del lotto separate dal torrente Linera, per costruire un complesso aperto e versatile, incrementabile e stimolante già a partire dagli spazi all’aperto, siano essi il parcheggio, la piazza ponte o l’area espositiva. In linea con gli obiettivi di Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con le raccomandazioni dettate nel nostro Paese dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, il progetto sarebbe connotato dai principi della sostenibilità, nella triplice accezione di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Verrebbero adottati materiali edilizi a basso impatto ambientale e soluzioni innovative per l’involucro architettonico e impianti con alta efficienza. L’energia occorrente verrebbe prodotta utilizzando fonti rinnovabili, per quanto possibile, attuando un sistema di raccolta e trattamento delle acque piovane e grigie per gli usi non potabili.

L’idea progettuale, il cui costo complessivo ammonterebbe a circa 27 milioni di euro, passa ora al vaglio della deputata Agenzia del Ministero per il Sud e la coesione territoriale. I laboratori sopra citati comprenderebbero, come illustrato dal grafico a seguire, ambiti di innovazione sociale e imprenditorialità Innovativa, ossia tecnologie della realtà aumentata, della realtà virtuale e della realtà mista, che permettano di rappresentare, attraverso progressivi step logici, la riproduzione digitale di uno scenario reale al quale si vuole applicare una trasformazione che permetta all’utente di avere una esperienza totalmente sintetica (artificiale) e immersiva dello scenario rappresentato. Ne sarebbero ad esempio parte integrante, tra le tante innovazioni, lo studio dell’energia del modo ondoso, le colture idroponiche e la realizzazione di una Vertical Farm, ma anche la camera d’immersione più grande d’Italia, nonché i macchinari additivi per realizzare prodotti di artigianato 4.0 e prefabbricati con stampante 3D.

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