Terrà

L'intervento
Dalla L.R 73/77 all’Innovation Brokers passando per i divulgatori agricoli

di NinoSutera

La  programmazione post 2022 rimarca sulla necessità  del ruolo pubblico degli elementi della conoscenza in agricoltura (informazione, divulgazione, consulenza, ricerca e innovazione) con finanziamenti appropriati. In Sicilia la migliore stagione dell’attività che una volta veniva definita assistenza tecnica,  è datata dalla L.R 73/77 che istituiva  gli uffici periferici a contatto con il mondo agricolo, e dal Reg 270/79 che prevedeva il ruolo strategico dei Divulgatori Agricolo Polivalenti e/o Specializzati, coordinati dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura. Non solo, l’Assessorato inoltre si è fatto carico dell’aggiornamento costante e puntuale  dei Divulgatori agricoli, in ultimo in ordine di tempo,  attraverso il Formez, con il progetto Demetra nel 2015. Altri esempi, non hanno mai inciso sulle necessità del mondo agricolo, comprese strade diverse dal ruolo pubblico, che in Sicilia hanno prodotto risultati molto deludenti vedasi misura 114 del PSR 2007-2013 sulla consulenza aziendale.

Alla luce di tutto ciò, per vincere le sfide di un’economia sempre più globalizzata, occorre mentre investire in competenze, dare maggiore spazio alla produzione di idee e ai beni immateriali per uno sviluppo territoriale più innovativo e competitivo, promuovendo il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali. L’olandese Roeling negli anni ’80 sottolineava come la conoscenza agricola non fosse un patrimonio dell’accademia o dei centri di ricerca, ma sia il combinato di una miriade di detentori di conoscenze che interagiscono, il cosiddetto Sistema di Conoscenze e Innovazione Agricola. Le crisi dell’agricoltura convenzionale, gli effetti collaterali della rivoluzione verde, l’inquinamento e via dicendo, hanno spinto a teorizzare e praticare forme partecipative di ricerca applicata (ovviamente non di base), in cui le conoscenze degli agricoltori sono valorizzate.

La necessità di percorrere vie nuove e diverse (il recupero della biodiversità, l’agricoltura biologica, l’agricoltura sociale, la vendita diretta, lo sviluppo rurale multisettoriale, eccetera.), unitamente alla constatazione che l’agricoltura produce anche beni pubblici (protezione del suolo, paesaggio, assorbimento CO2, habitat naturali) spinge a cercare anche nuovi modelli di divulgazione e di consulenza, che almeno in un primo momento dovrebbero essere a carico del pubblico. Ecco quindi che negli ultimi tempi, nella stampa internazionale e anche negli ambienti più market oriented (USA, Olanda, Banca Mondiale, ecc.) vi è una riscoperta del ruolo pubblico nella divulgazione e consulenza, Si parla sempre di più di tecnici che siano animatori o facilitatori, che favoriscano la formazione di gruppi e di reti, collegando ricerca, pratica e istituzioni, stimolando così una crescita “dal basso verso l’alto” e la messa a punto di innovazioni appropriate (tecniche, organizzative, individuali e di gruppo, etc.). 

L’innovazione nel settore agroalimentare costituisce un fattore determinante per affrontare le sfide del futuro in termini di incremento della produttività, efficienza e sostenibilità. Le iniziative che ruotano attorno all’innovazione non si limitano alla ricerca, allo sviluppo tecnologico e alla diffusione di informazioni ma coinvolgono anche attività di natura diversa che sono fortemente interrelate a queste: la formazione professionale, la consulenza e i servizi tecnici di supporto. L’innovazione in agricoltura è dunque il risultato di un processo di creazione di rete, di apprendimento interattivo, di cooperazione tra un insieme eterogeneo di attori. In questo contesto, diventa cruciale il ruolo di soggetti intermedi che connettono i diversi attori informazione, divulgazione, consulenza ricerca e innovazione, si tratta degli “Innovation Brokers”, termine mutuato dal secondo pilastro della Pac (Sviluppo rurale) e dalle diverse opportunità previste dai programmi comunitari come Horizon 2020.

osservatorio.neorurale@regione.sicilia.it

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