Terrà

SmartFeed4Food
Cooperazione e trasferimento di tecnologie tra aziende e ricerca, quando si fa “rete”

di Giuseppe Valvo*

Figura da poco inserita nel campo dell’agricoltura, intermediario tra un insieme eterogeneo di aziende agricole, agroalimentari e di filiera del bovino da carne, l’innovation broker è oggi considerato di estrema importanza per l’esperienza diretta messa a disposizione degli imprenditori, in questo caso, operante nel settore della filiera delle carni con il PSR sottomisura 16.1 dove il progetto SmartFeed4Food, con il Gruppo Operativo Syracibum, ha generato dai campi alla tavola un percorso di filiera e anello di congiunzione tra le aziende e la ricerca. La conoscenza del territorio e dei valori intrinseci ed estrinseci, l’esperienza maturata e la professionalità nello specifico settore del bovino da carne, hanno contribuito a dare forza e concretezza alla figura dell’innovation broker allo scopo di facilitare la costituzione e l’aggregazione del gruppo operativo Syracibum, per dirla con Vincenzo Chiofalo, responsabile scientifico del progetto SmartFeed4Food.

Il GO Syracibum costituisce una nuova e ulteriore filiera che nella sua dinamicità e nell’interesse comune mette insieme aziende produttrici di ortofrutta, mangimi, foraggi insieme ad allevatori, ingrassatori, punti vendita e ristoratori della provincia di Siracusa, con il supporto tecnico-scientifico e l’esperienza del Consorzio di Ricerca Filiera Carni e Agroalimentare. In sostanza, fondamentale è l’innovation broker per costruire la cooperazione tra partner per quella fase di intermediazione innovativa, reale trait d’union tra soggetti che si occupano di attività ben lontane tra di loro, animando e aiutando a perfezionare idee innovative e promuovendo l’attività di trasferimento tecnologico. Punto fermo l’importanza del ruolo del partner ciascuno con le proprie competenze e idee imprenditoriali uniti nell’interesse comune a trasferire tecnologie che arrivano fino al consumatore finale e che con il progetto SmartFeed4Food ha unito le aziende dal mare ai monti con l’obiettivo di produrre insieme dando valore al territorio siracusano.

La scelta dell’innovation broker

La scelta dell’innovation broker diventa essenziale nel momento di costituzione del Gruppo Operativo e non può che ricadere su figure professionali di esperienza e soprattutto con un forte legame con il territorio e già consolidati rapporti con le aziende. E quindi per SmartFeed4Food, il Gruppo Operativo Syracibum ha messo in campo tutto questo. E’ in questo contesto che si è costruito il progetto che ruota attorno all’economia circolare e alla capacità di abbinare i prodotti vegetali ortofrutticoli della OPAC di Campisi e della OP La Mongolfiera di Giardina, valorizzando quelli di scarto che rientrano a pieno titolo in abbinamento alle foraggere prodotte dal partner azienda Calleri Salvatore di Mandredonne per realizzare la base della razione alimentare. Il tutto combinato con specifici mangimi del partner Di Pasquale Mangimi per raggiungere le aziende zootecniche del territorio tra Palazzolo Acreide e Noto di Caligiore Nunzio, Zirone di Curcio Rosa Maria e di Gallo Mario, completando la filiera delle carni con la partecipazione del punto vendita carni del partner Garfì Paolo e fino alla fase di valorizzazione finale con il partner Leone Corrado. Il Gruppo Operativo Syracibum, ha quindi messo a punto anche un metodo di lavoro che unisce le attività dei singoli nell’ambito di un contesto di valore aggiunto derivante dalle oltre 6.700 ballette di ortofrutta prodotte per alimentare le differenti fasi del bovino da carne nelle aziende zootecniche.

Il piano di lavoro

Un modello applicativo, secondo Biagio Tuvè tecnico del CoRFilCarni, che ha permesso di semplificare le operazioni in fase di somministrazione della razione alimentare dei vitelli e gestire la fase di produzione delle ballette con quella del loro utilizzo programmandone la produzione nell’arco di 30 giorni. Tutto ciò è servito a costruire un piano di lavoro che ha permesso agli allevatori di organizzare le tempistiche e di essere affiancati dal tecnico aziendale con il quale hanno calendarizzato ogni attività: dalla fase di carico e scarico delle materie prime di scarto fino alla somministrazione e gestione nutrizionale delle differenti fasi di vita dei vitelli, raggiungendo la fase di macellazione con interventi di gestione delle carni a seguito applicazioni di tecniche di frollatura delle stesse grazie a protocolli di maturazione programmata fino a 90 giorni.

La proposta progettuale è frutto di quel sistema dettato dalla conoscenza di evitare di buttare in discarica scarti ortofrutticoli non conformi per la Gdo, semplificando la vita dell’allevatore in fase di gestione del bovino da carne ma anche di valutare nuovi prodotti della mangimistica finalizzati alla produzione e alla qualità delle carni bovine con tecnologie di frollatura fino ad arrivare alla fettina da consumare. Nasce da una idea discussa e applicata per raggiungere l’obiettivo di fare cooperazione aziendale, al fine di rendere sostenibile una filiera delle carni bovine del tutto innovativa, dove le organizzazioni di produttori, l’azienda mangimistica tutte situate nella zona costiera del siracusano, si uniscono con aziende allocate nella zona montana dell’altopiano ibleo con l’azienda cerealicola e produttrice di foraggi, insieme a tre aziende zootecniche che allevano bovini di razza Charolaise, Limousine e Meticci, per arrivare al punto vendita che studia da tempo il metodo tradizionale di frollatura per intenerire le carni e completare la filiera fino all’agriturismo che valorizza il proprio menù inserendo le carni della filiera.

Il ruolo del CorFilCarni

In questa collaborazione, il Consorzio di Ricerca Filiera Carni e Agroalimentare (CorFilCarni) ha apportato la conoscenza dell’innovazione dai campi alla tavola allo scopo di ottenere procedure e nuovi metodi di conservazione per riutilizzare gli scarti ortofrutticoli destinati allo smaltimento, realizzando un nuovo prodotto da utilizzare nell’alimentazione dei bovini per la produzione di carne di qualità, effettuando analisi dell’ortofrutta, dei foraggi, dei mangimi, delle ballette e delle carni grazie alle dotazioni strumentali del laboratorio accreditato Accredia.

La carne bovina con differenti sistemi di maturazione, ha raggiunto 60, 90 e 120 giorni di frollatura e dalla pregevoli caratteristiche organolettiche, a seguito esecuzione di panel test dimostrativi e raccolta di informazioni, tramite somministrazione di questionari, distinguendo i giudizi e le opinioni dei consumatori. Il progetto SmartFeed4Food è in corso e punta, principalmente, su due obiettivi: il primo, un nuovo prodotto da utilizzare in alimentazione animale di facile produzione ed ecosostenibile; il secondo, una carne interamente autoctona e di alta qualità, frutto di quel trasferimento tecnologico di maturazione la cui tenerezza è sempre ricercata tra i consumatori, in particolare giovani, offrendo nuove opportunità di sviluppo locale sostenibile.

*G.O. Syracibum – Innovation Broker

©RIPRODUZIONE RISERVATA





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