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Casale Romano, oltre cento anni di storia: dalla casa dei massari al resort di turismo rurale

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Quella di Casale Romano è una storia con origini ultracentenarie, che ha inizio nel 1898, quando l’avvocato Gaetano Romano regalò a sua moglie Lucia un palazzetto da utilizzare nel periodo della vendemmia. Composto dal palmento, dalla casa dei massari, dalla carretteria e al primo piano, dalla loro abitazione, nel palazzetto vi era anche una grande cantina con sei botti da mille litri l’una. Quanto basta per avviare un’azienda vinicola. Ma il tempo passa. E agli inizi degli anni ‘50, il figlio Rosario decise di sostituire le piante della vite con quelle degli agrumi. Una svolta dovuta alla notevole richiesta di questi frutti. 

La posizione dominante sulla valle dell’Alcantara e sul terreno arricchito dalla cenere dell’Etna favorì un microclima ideale che permise anche l’impianto di nespoli, fichi, cachi, meli, peri di San Giovanni e prugni. Tutti esempi di varietà antiche e autoctone, parte integrante della nostra tradizione siciliana, senza dimenticare gli ulivi secolari e le noci, note per le loro grandi dimensioni. E siamo nel 2000, quando Rosario, con la guida dell’Istituto di Agrumicoltura di Acireale, appose ulteriori modifiche alle colture, introducendo la nuova varietà denominata Tacle, un agrume tutto siciliano che somiglia a un piccolo arancio, o a un grande mandarino. Poco dopo, ottenne anche la certificazione BIO per l’intera azienda. Intanto, all’orizzonte si profilano nuovi cambiamenti per l’azienda. A seguito del continuo deprezzamento del valore degli agrumi, Rosario, con il supporto della moglie agronoma, Sabina, scelse infatti di puntare sulla produzione di prodotti alimentari, tra cui le marmellate. 

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