Imprenditori 10 & Lode
Azienda “Portera e Antoci”, uova e formaggi da allevamenti antibiotic free
di Agata Imbrogiano
L’azienda ‘Portera e Antoci S.l.r.’ opera nel settore agroalimentare da oltre 60 anni, con interessi che variano dall’allevamento avicolo per la produzione di uova, all’allevamento ovicaprino per la produzione di formaggi tipici del territorio. L’azienda nasce nel 1957 dai primigeni fondatori Francesco Filippo Portera e Mariano Antoci e si distingue per la voglia di eccellere nel campo dall’allevamento avicolo (oggi core business dell’azienda) con grande cura dei propri animali e immenso rispetto verso l’ambiente e la propria clientela. Grazie a questi valori, oggi, l’azienda vanta un livello di qualità che si attesta tra i migliori nel sud Italia, garantito dalle più avanzate tecniche di allevamento e benessere dell’animale e dai più scrupolosi controlli su tutta la filiera: dallo svezzamento dei pulcini, all’alimentazione, ai piani di pulizia fino alla fase produttiva. Non coinvolgendo attori terzi nella filiera produttiva, in azienda si ha il massimo controllo su ogni fase.
Cos’è l’antibiotico resistenza
“La nostra politica – spiega a Terrà Portera – è molto semplice e altrettanto efficace: come i nostri animali, così anche i nostri clienti, vengono prima di tutto”. Nell’ambito dell’allevamento avicolo, l’azienda, da qualche anno a questa parte, presta particolare attenzione all’antibiotico resistenza. Si tratta di un’emergenza planetaria, riconosciuta dall’organizzazione mondiale per la sanità già dal 2015. Con il termine antibiotico resistenza si intende la capacità di un batterio di resistere ad un farmaco antibiotico. Questo tipo di resistenza può essere sia naturale (quando il batterio è naturalmente resistente ad un antibiotico), sia acquisita (quando un batterio si adatta a resistere ad un farmaco antibiotico mediante modifiche al proprio patrimonio genetico). Quest’ultima circostanza, si verifica quando il batterio viene spesso a contatto con la sostanza antibiotica a causa di un uso eccessivo/improprio di questi medicinali. È un fenomeno che coinvolge non solo la medicina umana ma anche il settore zootecnico.
Uno dei fattori che contribuisce al suo sviluppo, infatti, è la somministrazione di antibiotici agli animali da allevamento per evitare la comparsa di malattie o addirittura accelerare/migliorare i processi produttivi. Poiché gli antibiotici impiegati negli animali destinati all’alimentazione umana appartengono alle stesse classi di quelli usati per l’uomo, è possibile che i batteri resistenti sviluppatisi negli animali siano trasmessi agli esseri umani attraverso il cibo e, allo stesso modo, è possibile che residui di antibiotici somministrati agli animali vengano assimilati dall’uomo. Ed ecco che quello che, per la ‘Portera e Antoci S.r.l.’, è stato da sempre un sacrosanto rispetto nella cura dei propri animali, in questo modo diventa la soluzione ad un problema attuale.
Portera, con orgoglio, evidenzia che in azienda “non si ha quasi più memoria dell’ultimo trattamento antibiotico resosi necessario”. E questo grazie all’attenzione posta nel garantire agli animali le migliori condizioni di vita possibili, quali:
– igiene
– profilassi sanitaria
– continui e accurati controlli
– riduzione dei fattori di stress
– alimentazione sana
E così, con grande soddisfazione, dopo anni di lavoro, l’azienda è riuscita ad ottenere la certificazione di allevamento antibiotic free. Negli ultimi anni è cresciuto e si è consolidato il concetto di One Health dove uomo, animali ed alimenti fanno parte di un unico grande sistema e questo per la ‘Portera e Antoci’ è diventato un’ulteriore imprescindibile pilastro su cui poggiare le basi della propria azienda. L’azienda, tra l’altro, scommette tanto e da tempo sulla sostenibilità. Nel 2019, per esempio, è stata lanciata la campagna “Disimballiamoci” che ha visto impegnata la ‘Portera e Antoci’ nell’uso costante di imballaggi riciclabili e/o riciclati e a combattere l’overpackaging. Altro passo, nel 2020, quando l’azienda ha realizzato un progetto ecosostenibile attraverso un programma di forestazione locale, che ha previsto la messa a dimora di piante di specie arboree sempreverdi. A oggi, in azienda, sono state coltivate circa 300 piante.
Quando un uovo è sano, fresco ed ecocompatibile
– Antibiotic free sin dalla nascita del pulcino
– 100% mangimi vegetali
– +20% di spazio in più per capo
– Utilizzo di energia da fonti rinnovabili
– Packaging 100% riciclabile o da materiale riciclato
Anche per quanto riguarda il piccolo allevamento ovi-caprino valgono le stesse regole dell’allevamento avicolo. Vige, infatti, il rispetto sia degli animali che dei clienti, con l’occhio sempre attento alla sostenibilità. Gli animali presenti in azienda sono circa 200 di cui 160 ovini e 35 caprini allevati allo stato semi-brado, in cui la stalla viene usata soltanto come ricovero notturno e/o riparo dalle intemperie e l’alimentazione è un mix di pascolo e integrazione foraggiera. La caseificazione avviene all’interno dell’annesso caseificio, seguendo i protocolli Haccp ma rimanendo ancorati alle tradizioni; infatti, in azienda vengono ancora utilizzate le antiche caldaie in rame, senza l’uso di combustibile fossile, ma legna, ramaglie e residui di potatura degli ulivi. Per la ricotta, tiene a precisare Portera, “non vengono usati acidificanti industriali o coadiuvanti della caseificazione ma solo il siero rimasto dalla produzione del formaggio e rametti di fico verde perché ricchi di un latticello biancastro acido e con un forte potere coagulante per una ricotta il più naturale possibile”.
Azienda Portera e Antoci S.l.r. contrada Cicè – Mistretta (Messina) – porteraeantoci@hotmail.it -Tel. 0921 383156 – M. 3290598919 (Francesco Portera) – Facebook – Instagram –
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