Il comparto nell'Isola
Agriturismo, la Sicilia deve fare di più: solo dodicesima in Italia. Tra Siracusa e Ragusa c’è un terzo delle aziende isolane
Negli ultimi trent’anni, la grande attrazione esercitata dal mondo della campagna ha portato allo sviluppo di una nuova forma di turismo: l’agriturismo. Diffuso in Europa e in altri paesi del mondo, l’agriturismo ha la peculiarità di poter essere praticato solo in aziende agricole: sono gli agricoltori, infatti, a svolgere un ruolo determinante nell’organizzazione di tale forma turistica. Lontana dai rumori tipici del paesaggio urbano, la fattoria diventa il posto ideale per stare a contatto con la natura ed immergersi nel paesaggio rurale. L’agriturismo è stato fondamentale per la sopravvivenza dell’agricoltura tradizionale in quanto fonte di integrazione al reddito, per la rivalutazione e la tutela di numerosi fabbricati rurali storici e di pregio.
Ogni territorio si distingue per la tipologia di insediamento rurale, divenuto oggi una nuova modalità di fruizione turistica, poiché ogni azienda agrituristica porta con sé la sua storia, le sue tradizioni locali, le sue produzioni agricole e zootecniche, il suo clima, il suo paesaggio, ma soprattutto i suoi proprietari, i quali hanno individuato e realizzato il progetto di ospitalità. La famiglia proprietaria dell’azienda mette a disposizione camere o intere unità abitative per i suoi ospiti, i quali, durante il loro soggiorno, possono gustare prodotti locali e genuini, oltre a svolgere numerose attività all’aria aperta. La tendenza generale di numerose aziende è di offrire una vasta gamma di servizi, mentre alcuni agriturismi si specializzano solo su alcune offerte, ad esempio la possibilità di soggiornare o di fruire del servizio di ristorazione in fattoria.
Prima regione è la Toscana con oltre 5mila agriturismi, mentre la Sicilia è solo dodicesima con 768 aziende
Alcuni agriturismi rivolgono la loro attenzione al mondo del benessere, altri danno maggior rilievo alle attività didattiche ed educative per i bambini e le famiglie, altri ancora si focalizzano sull’ambiente e sulla conservazione della storia e della cultura locale. Sono proprio queste differenze a rendere ogni agriturismo originale, interessante e diverso dagli altri, con le sue proposte e i suoi servizi. Nel sito “Agriturismo Italia” del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali sono registrate circa 24mila aziende agrituristiche presenti in Italia. Prima regione per numero è la Toscana con oltre 5mila agriturismi, mentre la Sicilia è solo dodicesima con 768 aziende agrituristiche (fonte: Elenco regionale delle aziende autorizzate all’esercizio delle attività agrituristiche aggiornato al 31/12/2021). Di queste, 105 sono ubicate in provincia di Ragusa, che, pur essendo la provincia più piccola della Sicilia, ospita circa il 14% degli agriturismi siciliani.
Nelle sole due province adiacenti di Ragusa e Siracusa sono presenti 257 agriturismi che rappresentano un terzo del totale delle aziende agrituristiche siciliane. Questi dati dimostrano la spiccata vocazione per l’attività agrituristica del territorio degli Iblei. Ma quali sono le caratteristiche e le peculiarità che rendono così interessante questo territorio? Una delle risorse fondamentali da valorizzare e tutelare è il paesaggio degli Iblei, con i caratteristici “muri a secco” che delimitano le cosiddette “chiuse”, frutto dell’operosità dell’uomo, costruiti con lo scopo di liberare il suolo dalle pietre migliorandone la lavorabilità e facilitare la turnazione dei pascoli, per uno sfruttamento ottimale. A rendere unico questo paesaggio contribuisce la presenza degli alberi di carrubo.
Nelle sole due province di Ragusa e Siracusa sono presenti 257 agriturismi che rappresentano un terzo del totale delle aziende agrituristiche siciliane
Caratteristica di questo territorio è la presenza delle antiche masserie tipiche del ragusano che originariamente nascono come insediamenti di tipo padronale di controllo e di organizzazione del latifondo, destinati alle principali colture e attività del territorio siciliano come la granicoltura e l’allevamento. Questa specificità, a seguito della parcellizzazione della grande proprietà e dell’introduzione di altre colture, è andata via via perdendosi per l’inserimento di nuove funzioni. Altre peculiarità delle masserie erano: l’ubicazione isolata e baricentrica sul territorio, la presenza della chiesa che ne accresceva l’importanza e l’appartamento riservato al proprietario, che si distingueva per la presenza di elementi architettonici di derivazione cittadina.
Oggi molte di queste masserie storiche sono state recuperate e trasformate in agriturismi o altre strutture ricettive. Altra risorsa importantissima di questo territorio è la presenza di beni architettonici e artistici di altissimo valore, rappresentati principalmente da monumenti architettonici in stile tardo-barocco, che si è diffuso nel corso del secolo XXVIII, periodo di ricostruzione dopo il distruttivo terremoto del 1693. Sono presenti inoltre numerosi parchi archeologici e musei di grande interesse. Altro motivo di forte attrazione turistica è la vicinanza del mare, con le sue spiagge di sabbia finissima e il riconoscimento della bandiera blu a diverse località. Fondamentale per l’attività agrituristica è l’enogastronomia con i prodotti tipici e tradizionali di questo territorio. La cucina tradizionale offre una grande varietà di piatti e prodotti tradizionali che trovano la massima espressione nell’ambiente agrituristico, come ravioli di ricotta, cavatelli al sugo, scacce, etc.
Molteplici sono i prodotti di qualità riconosciuti dalla Comunità Europea come i vini Eloro DOC e Cerasuolo di Vittoria DOCG, l’olio Dop Monti Iblei, Il formaggio Ragusano DOP, la carota Novella di Ispica IGP, il Pomodoro di Pachino IGP, oltre ai presidi Slow Food come la Cipolla di Giarratana, la Fava cottoia di Modica, il Sesamo di Ispica, il Fagiolo Cosaruciaru di Scicli. La Sicilia è stata fra le prime regioni ad approvare una legge specifica per la materia agriturismo con la pubblicazione della Legge Regionale n. 25 del 9 giugno 1994, a cui sono seguiti vari aggiornamenti e decreti attuativi. La Regione ha inoltre incentivato lo sviluppo del settore agrituristico pubblicando specifici bandi che hanno utilizzato fondi europei, sia con la misura 4.15 del P.O.R. Sicilia 2000/2006, sia con la misura 311A del P.S.R. Sicilia 2007/2013. Nel P.S.R. Sicilia 2014/2022, oggi in fase conclusiva, sono stati emessi i bandi ai sensi della misura 6.4a “Investimenti per la creazione e lo sviluppo di attività extra-agricole – Supporto alla diversificazione dell’attività agricola verso la creazione e sviluppo di attività extra-agricole”.
L’ispettorato di Ragusa, con il bando in de minimis ha emesso Decreti di concessione per una spesa complessiva di 3.934.562,67 di euro e un contributo complessivo di 2.254.256,57 di euro. Con il bando in esenzione invece sono state finanziate opere per un importo complessivo di 5.911.310,37 di euro e un contributo complessivo di 2.660.089,66 di euro. Infine, con il pacchetto Giovani, in abbinamento alla misura 6.1, sono state finanziate opere per una spesa complessiva di 773.008,83 di euro e un contributo pari a 570.277,15 di euro. Complessivamente, quindi, con l’ultima programmazione P.S.R. 2014/2022, in provincia di Ragusa sono state finanziate opere per l’importo complessivo di 10.618.881,87 di euro e un contributo totale di 5.484.623,38 di euro. E’ bene rilevare che le istanze presentate sono state molto numerose, a testimonianza che il settore agrituristico è tenuto in forte considerazione dagli imprenditori agricoli di Ragusa, date le sue prospettive di sviluppo.
Analizzando le caratteristiche degli agriturismi della provincia di Ragusa, possiamo rilevare che su 105 aziende presenti sul territorio, 94 svolgono attività ricettiva, mentre sono 60 quelle che svolgono attività di ristorazione; gli agriturismi che svolgono anche attività di degustazione dei prodotti aziendali sono 50. Oggi negli agriturismi della provincia di Ragusa sono disponibili 1432 posti letto, mentre i posti per ristorazione sono 3029. Gli agriturismi autorizzati a svolgere l’attività di azienda/fattoria didattica sono attualmente 7. Analizzando le colture praticate nelle aziende agrituristiche risulta che 84 presentano la coltivazione dell’olivo, 84 la frutta secca, principalmente carrubo e, in minor misura mandorlo, 15 sono ad indirizzo viticolo e 5 con piante officinali.
L’agriturismo del futuro
Nel mese di ottobre 2021, la Rete Rurale Nazionale ha realizzato un’indagine da cui emerge, tra le altre cose, come si evolverà la domanda agrituristica, utili per programmare e ripensare l’offerta:
– Differenziazione dei servizi: è utile integrare nuove attività al fine di ampliare la gamma delle esperienze fruibili nel corso della vacanza agrituristica;
– Tipicità delle produzioni e del cibo: è stato riscontrato un aumento di interesse e di richieste verso i prodotti agricoli, in particolare quelli che esprimono l’identità dei territori, cresce l’interesse verso i prodotti biologici, le produzioni tipiche e a denominazione di origine.
– Consegna a domicilio ed e-commerce: il Covid-19 ha dato una forte accelerazione all’utilizzo delle nuove tecnologie per gli acquisti dei prodotti.
– Turismo più sostenibile; la pandemia ha accentuato le preferenze dei clienti verso opzioni più verdi e a contatto con la natura, per cui l’ospite del futuro sarà green, attento alla sostenibilità ambientale.
Francesco Azzaro, Dirigente del Servizio 12- Ispettorato Agricoltura Ragusa dell’Assessorato Reg.le Agricoltura, Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea.
Paolo Sudano, Dirigente della U.O. S12.02- Ispettorato Agricoltura Ragusa dell’Assessorato Reg.le Agricoltura, Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea.
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