A Palermo, la VII Fiera della biodiversità alimentare
La Fiera della biodiversità alimentare, celebra la “Sicilianità” e alcune sue specifiche declinazioni. All’interno del suggestivo scenario del Museo di Villa Adriana Bordonaro sarà possibile scoprire alcune opere che, alla stregua di contenitori culturali, personificano la sicilianità attraverso le arti visive (pittura, scultura, artigianato). Ideata e organizzata, per sei edizioni da Idimed in collaborazione con le istituzioni, il terzo settore e le imprese, la manifestazione giunge alla sua VII Edizione. L’obiettivo è rimasto invariato, “fare cultura dell’alimentazione” partendo dalle radici della nostra identità/biodiversità Mediterranea. Seguendo il modello di sviluppo sostenibile, e perseguendo azioni in grado di salvaguardare l’ambiente, la salute e la legalità. “È facile essere felici in Sicilia, ma è un’operazione che richiede un adattamento biologico oltre che culturale: bisogna imparare a vivere il tempo alla maniera siciliana” (Odissea siciliana di Francine Prose).
La Fiera “biodì” è un progetto integrato che impegna imprenditori, istituzioni, associazioni, mondo dei media ed esempi virtuosi di sviluppo sostenibile e integrato dei territori. L’edizione di questo anno, celebra la Sicilianità, quell’insieme dei caratteri attribuiti all’uomo di Sicilia, tipici cioè del siciliano, definiti anche sicilitudine, ovvero – citando Leonardo Sciascia, “la sostanza di quella nozione della Sicilia che è insieme luogo comune, idea corrente, e motivo di univoca e profonda ispirazione nella letteratura e nell’arte”. La sicilianità nasce dalle stratificazioni storiche che la Sicilia e i siciliani hanno vissuto. Il passaggio di molte influenze culturali: punica, greca, romana, bizantina, araba, normanna, sveva, francese, spagnola e poi italiana, hanno contaminato il carattere e la mentalità dei siciliani determinando aspetti identitari caratterizzanti. Le caratteristiche della Fiera e il suo successo (oltre 25.000 visitatori in sei edizioni) sono legate alla capacità di coniugare la formazione scientifica, con seminari e convegni, con la promozione dell’agroalimentare siciliano a filiera corta, in un’ottica valorizzazione culturale, utilizzazione gastronomica e sviluppo territoriale integrato e attento alla salute dell’uomo e dell’ambiente.
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