Progetto INNOvitae
Uva da tavola, la Sicilia è leader. E ora anche l'”acinino” non sarà più un problema
di Claudio Midolo
Il comparto dell’uva da tavola riveste, nell’ambito delle colture frutticole nazionali, un ruolo di primaria importanza, per i capitali investiti, per l’elevato impiego di manodopera e per gli alti fatturati che si realizzano, inoltre, è parte integrante della tradizione e dell’economia di alcune regioni dell’Italia meridionale come la Puglia e la Sicilia. La Sicilia ha assunto, nel contesto agricolo internazionale, un ruolo leader per la coltivazione, la produzione e l’esportazione di uva da tavola; gli elevati livelli qualitativi e quantitativi che vengono raggiunti dalle produzioni dell’isola, sono da attribuire alle favorevoli condizioni pedo-climatiche delle principali zone di coltivazione, che hanno permesso di estrinsecare al meglio il potenziale produttivo della coltura.
L’aspetto più importante della viticoltura da tavola siciliana, oltre a quello di ottenere produzioni qualitativamente e quantitativamente significative, è rappresentato anche dall’ampio calendario di offerta che si sviluppa per oltre sette mesi l’anno: dalla prima-seconda decade di maggio fino al mese di dicembre, grazie alle differenti tipologie di produzione. L’uva da tavola è una coltura che sta vivendo, in Italia e nel resto del mondo, una profonda riorganizzazione legata al rapido aggiornamento della piattaforma varietale e delle tecniche agronomiche in campo. La sempre maggiore presenza di varietà apirene (definite anche stenospermocarpiche) aumenta l’interesse verso l’impiego di tecniche capaci di garantire il raggiungimento di dimensioni minime delle bacche, in quanto l’assenza dei vinaccioli comporta una minore sintesi endogena degli ormoni della crescita.
Il progetto INNOvitae, nasce grazie ai fondi Psr Sicilia e punta a realizzare azioni innovative per la risoluzione della problematica dell’“acinino”
Il progetto INNOvitae, nato grazie ai fondi Psr Sicilia (sottomisura 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”), punta a realizzare azioni innovative per la risoluzione della problematica dell’“acinino”, che consiste in uno sviluppo disomogeneo degli acini del grappolo. Per attenuare tale problematica sull’uva da tavola si attua l’acinellatura, operazione colturale che consiste nella rimozione manuale degli acinelli partenocarpici, che si generano normalmente durante la fioritura delle varietà con seme e talvolta anche nelle varietà senza semi. In annate in cui la fioritura si svolge in condizioni climatiche avverse, e nello specifico con basse temperature durante la notte, l’incidenza del fenomeno degli acinelli partenocarpici, soprattutto in varietà come Vittoria, Italia e Black Magic, può essere molto intensa e comportare notevoli costi per il produttore per la rimozione di quest’ultimi. Inoltre, gli acinelli sono più soggetti alle lesioni e imbrunimenti e possono compromettere la sanità dell’intero grappolo e la sua commerciabilità. Il progetto mira a dimostrare l’efficacia delle soluzioni proposte in relazione e in confronto ad altre tipologie di prodotti/protocolli di intervento, già in atto nelle tradizionali aree di coltivazione.
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