Frittella di fave, piatto stagionale della cucina siciliana
di Alessia Maranzano
La cucina siciliana è ricca di piatti stagionali, prelibati e genuini; tra questi, la frittella, a base di fave, carciofi e piselli, rigorosamente freschi, è una preparazione facile e veloce che si prepara soprattutto nel mese di aprile. Infatti, le fave sono coltivate nel periodo invernale e raccolte a fine marzo, quando sono ancora piccole ma soprattutto tenerissime. La frittella è un piatto genuino, buonissimo, che piace a grandi e piccini, e può essere utilizzata come contorno per accompagnare formaggi, fra tutti il pecorino, come secondo per preparare una frittata o condimento per la pasta. Inoltre, può essere conservata in freezer e consumata in un secondo momento.
La ricetta
Ingredienti
per 3-4 persone
- 2 kg di fave fresche
- 3 carciofi
- 400 gr di pisellini
- 3 cipolle scalogno
- olio extravergine d’oliva
- sale q.b.
- pepe q.b.
Preparazione
Sbucciare le fave eliminando la buccia esterna e lavarle sotto l’acqua; tagliare grossolanamente 3 cipolle scalogno. In un tegame, versare l’olio extravergine d’oliva, unire lo scalogno e fare appassire per qualche minuto. Pulire i carciofi, tagliarli a fettine e aggiungerli nel tegame insieme ai pisellini, facendo soffriggere per qualche minuto. Mescolare con un cucchiaio di legno, aggiustare di sale e pepe e lasciare soffriggere per qualche minuto. Aggiungere due mestoli di acqua calda e lasciare cuocere per circa trenta minuti a fuoco lento. Mescolare di tanto in tanto e, se necessario, aggiungere un po’ di acqua calda per ultimare la cottura.
In tutte le regioni italiane, si preparano piatti simili alla frittella, uno fra tutti è la celebre vignarola romana, a base di fave, piselli, lattuga, carciofi, cipollotti e guanciale. L’alimento base della frittella sono le fave che, in provincia di Enna, sono state riconosciute Presidio Slow Food, ovvero le fave di Leonforte, conosciute anche come fave turche. In passato, le fave larghe di Leonforte si coltivavano in rotazione con il frumento e arricchivano il terreno di azoto; oggi, la coltivazione avviene ancora manualmente. La “frittedda” è il piatto più famoso in questa zona dell’ennese in cui le fave sono cotte a fuoco lento su un soffritto a base di olio extravergine d’oliva, cipolla e pancetta. Un altro Presidio Slow Food siciliano è la Fava cottoia di Modica, dove il termine cottoia si riferisce alla facilità di cottura di questo prodotto.
Alessia Maranzano
Vinificata in purezza nel 1988 e affinata sotto il sole di Palermo, ha come filosofia di vita “Il bicchiere è sempre mezzo pieno”. La comunicazione e il marketing sono il suo lavoro, il vino la sua passione più grande. Dopo essersi laureata in Comunicazione d’impresa, ha conseguito il Master di II livello in ‘Manager delle aziende del settore vitivinicolo’ presso UniPa e un Master specialistico in ‘Hospitality & wine experience’. E’ anche sommelier presso l’Associazione Italiana Sommelier e ha ottenuto la certificazione WSET Level 2 Award in Wines. Infine, è socio delll’Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli di Unione Italiana Vini.
Alessia Maranzano
Vinificata in purezza nel 1988 e affinata sotto il sole di Palermo, ha come filosofia di vita “Il bicchiere è sempre mezzo pieno”. La comunicazione e il marketing sono il suo lavoro, il vino la sua passione più grande. Dopo essersi laureata in Comunicazione d’impresa, ha conseguito il Master di II livello in ‘Manager delle aziende del settore vitivinicolo’ presso UniPa e un Master specialistico in ‘Hospitality & wine experience’. E’ anche sommelier presso l’Associazione Italiana Sommelier e ha ottenuto la certificazione WSET Level 2 Award in Wines. Infine, è socio delll’Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli di Unione Italiana Vini.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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