Terrà

Il progetto
Nuove metodologie per l’olivicoltura, gli obiettivi raggiunti da In.Mi.Qu.Oil

di Gianna Bozzali

Il progetto In.Mi.Qu.Oil. raggiunge il suo traguardo. Presso la Camera di commercio di Ragusa, si è svolto l’evento conclusivo sull’innovativo sistema finalizzato al miglioramento della qualità della filiera olivicola realizzato nell’ambito del PSR Sicilia 2014-2020 (Sottomisura 16.2 “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”). Obiettivo è stato quello di mettere a punto una metodologia scientifica standardizzata per lo svolgimento di tutte le attività volte al miglioramento della qualità del prodotto, sia in campo che in frantoio, dando così un significativo contributo alle criticità della filiera olivicola.

Fondamentale il supporto scientifico del Crea (Centro di ricerca olivicoltura, frutticoltura, agrumicoltura), di Sata, dello studio associato Agriengineering e delle aziende coinvolte nel progetto grazie ad un partenariato ossia Frantoi Cutrera (capofila di progetto), Azienda Agricola Cinque Colli, Società agricola Giovanni Cutrera, Tenuta Iemolo, Azienda Busulmona, Azienda Agricola La Via Giovanni, Tenuta Cavasecca e APO Catania. Nel corso del convegno, i ricercatori del Crea, l’Innovation broker Giuseppe Cicero ed i rappresentanti di Sata hanno illustrato i risultati dell’attività di ricerca portata avanti dai partner scientifici nei due anni di progetto alla presenza delle aziende partner. Risultati significativi che sono stati condivisi con quanti operano a vario titolo nella filiera olivicola.

“I risultati raggiunti – afferma Flora Romeo, primo ricercatore Crea – rappresentano un primo importante passo verso l’innovazione del comparto olivicolo regionale, ma molti altri obiettivi potranno ancora essere raggiunti attraverso una filiera unita”. “Abbiamo intrapreso uno studio approfondito delle pratiche agricole e delle metodologie di produzione dell’olio EVO – dice invece Giuseppe Ardagna di Frantoi Cutrera  – e questo ha permesso di sviluppare e implementare un metodo innovativo, scientificamente comprovato, che non solo eleva la qualità dell’olio prodotto ma garantisce anche la sostenibilità della produzione futura”.

 
I risultati raggiunti
 

Nell’ambito del progetto sono state messe a punto tecniche innovative per il recupero e la gestione degli impianti tradizionali, con particolare riguardo alla gestione della chioma e all’attitudine alla meccanizzazione, per un pieno sfruttamento delle loro potenzialità produttive, una riduzione dei costi e la valorizzazione delle varietà locali. Attraverso la sperimentazione e l’implementazione di protocolli mirati all’ecosostenibilità, il testing di nuove metodologie volte ad incrementare la qualità delle olive in campo e l’impiego di nuove tecnologie di trasformazione, si è voluto dare un significativo contributo per risolvere le criticità della filiera olivicola. Infatti, la principale finalità del progetto è stata quella di trovare il punto di maturazione ottimale per ottenere un olio dalle qualità chimiche e organolettiche migliori senza rinunciare alla quantità tramite l’utilizzo di tecniche di estrazione innovative (protoreattore e tecnologia ad ultrasuoni).

Nell’ambito del progetto è stato ottenuto un quadro dello stato fitosanitario, in particolare dell’andamento degli attacchi della mosca delle olive, attraverso monitoraggi ripetuti. I risultati ottenuti costituiscono sicuramente una base per utilizzare al meglio i prodotti innovativi di difesa fitosanitaria a garanzia di un prodotto finito salubre e di elevata qualità. Le attività si sono concentrate prevalentemente su assistenza tecnica alle aziende partner del progetto, con particolare attenzione nelle fasi fenologiche chiave e nelle attività di potatura. I rilievi in campo, la mappatura aziendale e le varie attività di monitoraggio sono state integrate e immesse nella piattaforma Agricolus e rese disponibili a tutti i partner.

Il monitoraggio dei parametri chimici dell’olio, effettuato con l’FT-NIR e con metodi strumentali ad intervalli regolari, ha contribuito a identificare in tempo reale lo stadio della drupa per ottenere la massima resa senza andare a discapito della qualità dell’olio. In aggiunta, i markers isotopici fortemente influenzati da una complessa combinazione di parametri ambientali, fisiologici e biochimici hanno permesso di ottenere un fingerprinting tipico dell’olio DOP Monti Iblei. Infine, a seguito di una preventiva azione di isolamento e selezione di microrganismi della rizosfera negli oliveti oggetto di studio, è stato possibile produrre, presso lo spin off del CREA “M-Bioma srl”, degli inoculi di funghi micorrizici autoctoni e biologici che migliorano le performance quali-quantitative degli oliveti in modo personalizzato.

Gianna Bozzali

Originaria di Vittoria (Ragusa). Una laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari e tante esperienze maturate nel mondo della comunicazione enogastronomica, sia in tv, sia grazie alla collaborazione con testate giornalistiche di settore. Giornalista e critico gastronomico, esperto assaggiatore Onav, è da anni PR ed ufficio stampa del Consorzio di Tutela del Cerasuolo di Vittoria DOCG. Spesso veste anche il ruolo di Docente di comunicazione gastronomica in diversi corsi di settore. Ama narrare le storie più semplici come quelle dei casari, dei contadini e dei vignaioli perché anche il più sconosciuto dei produttori merita di essere “ascoltato”.

Gianna Bozzali

Originaria di Vittoria (Ragusa). Una laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari e tante esperienze maturate nel mondo della comunicazione enogastronomica, sia in tv, sia grazie alla collaborazione con testate giornalistiche di settore. Giornalista e critico gastronomico, esperto assaggiatore Onav, è da anni PR ed ufficio stampa del Consorzio di Tutela del Cerasuolo di Vittoria DOCG. Spesso veste anche il ruolo di Docente di comunicazione gastronomica in diversi corsi di settore. Ama narrare le storie più semplici come quelle dei casari, dei contadini e dei vignaioli perché anche il più sconosciuto dei produttori merita di essere “ascoltato”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA





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