Terrà

Il progetto
Non chiamateli solo frutti: il goji siciliano è una rivoluzione agricola (e culturale)

di Dario Cataldo

Un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente non è solo un’aspirazione ma una necessità, specialmente in territori ricchi di potenzialità come la Sicilia. È da questo presupposto che nasce il progetto “Bio Goji Go”, un’iniziativa ambiziosa che punta a definire nuovi standard nella coltivazione biologica del Lycium barbarum L., comunemente noto come Goji. Finanziato nell’ambito della Sottomisura 16.2 del PSR Sicilia 2014-2020, il progetto mira a combinare tradizione agricola e innovazione scientifica per creare un modello di coltivazione sostenibile e redditizio.

Dietro il nome “Bio Goji Go” c’è un partenariato variegato e competente, che vede come capofila la cooperativa agricola sociale “Bio Campi” di Linguaglossa. Accanto a essa, diverse aziende agricole di tre province (Messina, Catania e Siracusa) e due Università (Catania e Padova). La rete si è posta obiettivi chiari: sviluppare tecniche agronomiche sostenibili, garantire tracciabilità e qualità del prodotto e promuovere un marchio distintivo per valorizzare il Goji siciliano sul mercato globale.

Con un budget complessivo approvato di oltre 450 mila euro, il progetto ha concentrato le sue risorse su diverse voci di spesa, dalla costituzione del gruppo di cooperazione agli investimenti in materiali e attività vivaistiche. Fondamentale è stato anche il contributo delle risorse umane, con quasi il 60% dei fondi destinati alle spese per personale dipendente e non dipendente, un chiaro segnale dell’importanza attribuita alla competenza e alla professionalità.

Il progetto ha già raggiunto una fase avanzata, con il completamento del 76% delle attività previste. Tra i risultati più significativi, spiccano la definizione di linee guida per la coltivazione sostenibile del Goji e l’implementazione di tecniche innovative come la micropropagazione delle piante. Tali pratiche non solo garantiscono un impatto ambientale ridotto, ma offrono anche un prodotto di qualità superiore, adatto a rispondere alle esigenze di un mercato sempre più orientato verso la sostenibilità e il benessere.

Ma cosa rende il Goji siciliano così speciale? Questo piccolo frutto rosso, noto per le sue proprietà benefiche, è diventato negli ultimi anni un simbolo di salute e vitalità. La sua coltivazione in Sicilia non è solo un’operazione agricola, ma un vero e proprio progetto culturale, che coniuga il rispetto per l’ambiente con l’ambizione di creare una nuova filiera agroalimentare. “Bio Goji Go” vuole andare oltre la semplice produzione, proponendo un approccio integrato che include la valorizzazione del territorio, la diffusione della conoscenza scientifica e il coinvolgimento diretto delle comunità locali.

La sostenibilità, infatti, non è solo una parola chiave, ma il cuore pulsante del progetto. Le tecniche agronomiche utilizzate sono pensate per rispettare la biodiversità locale, ridurre al minimo l’uso di risorse naturali e garantire un futuro sostenibile alle generazioni future. In questo senso, “Bio Goji Go” rappresenta un esempio virtuoso di come l’innovazione possa incontrare la tradizione, trasformando sfide in opportunità. Tra le attività ancora in programma, troviamo il completamento delle analisi qualitative del prodotto, che rappresentano un passaggio cruciale per certificare l’eccellenza del Goji siciliano. Non meno importante sarà la fase di disseminazione dei risultati, con la pubblicazione di articoli scientifici, manuali e contenuti divulgativi.

“Il progetto si completerà entro il mese di giugno prossimo – afferma Salvatore Lamacchia, rappresentante del soggetto capofila -. Sono state quasi completate tutte attività di rilevamento in campo; è stata avviata la prima fase di riproduzione delle piante in ambiente protetto ed entro la prossima primavera verrà testato il frutto e completata l’attività di moltiplicazione delle piante attraverso la micropropagazione”. A conclusione del progetto, sarà a disposizione dell’aziende agricole siciliane un manuale di buone pratiche di coltivazione. Ancora una volta, dunque, la Sicilia dimostra la sua attitudine a essere un laboratorio di innovazione agricola di rilevanza internazionale.

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