Terrà

Mostra a Bagheria, l’ultimo Monsù di Sicilia tra storia e aneddoti

Fino al 30 novembre in continuità alle iniziative “Le vie dei Tesori”, a Bagheria saranno esposti alcuni panelli descrittivi della vita del Monsù Mario Lo Menzo. Nel regno delle due Sicilie, il titolo di Monsù era l’appellativo usato per distinguere i cuochi dei casati nobiliari. Deriva dalla fusione di “Monsieur le chef” ovvero Maestro di cucina. La mostra-studio “Mani innamorate” Monsù di Sicilia, racconta storie e aneddoti sulla figura del cuoco più ricercato dei tempi.

Mario Lo Menzo, ha svolto la sua carriera per 50 anni al servizio della Famiglia dei Conti Tasca D’Almerita. Tra la tenuta di Regaleali a Valledolmo nel territorio delle Madonie e la Villa Tasca a Palermo. Nel 1971 Alberto Denti di Piraino in una pubblicazione dal titolo “Siciliani a tavola”, edito da Longanesi & C. racconta di un giovane Monsù, Mario Lo Menzo, per l’appunto, che già prometteva bene e che stava apprendendo tutti i segreti dell’arte culinaria dal Monsù più anziano Giovannino Messina a servizio nella tenuta Camastra di Villa Tasca. L’ultimo Monsù, fu proprio Mario Lo Menzo, uomo distinto e gentile, curioso e amabile.

La mostra itinerante, tra l’altro, mira a mettere in evidenza altri racconti sui Monsù di Sicilia affinché questa figura non rimanga solo letteraria come già riportata dai grandi scrittori come Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo, De Roberto nei Viceré, Montemaggiore nel Settebello ed altri scrittori siciliani, ma arrivi al grande pubblico come testimonianza vera e viva di un vissuto legato ad altri stili di vita e abitudini alimentari.

”Il Monsù Lo Menzo aveva accesso a derrate alimentari di prima qualità – afferma Sabrina Gianforte, studiosa di enogastronomia – allora i cibi si raffreddavano con la neve e la paglia. Il talento di Monsù si caratterizzava per avere sviluppato una nuova combinazione di sapori, unendo gli ingredienti della cucina francese più delicati, a quelli della cucina mediterranea più decisi. E oltre alla manualità, si creavano raffinate decorazione del piatto”. La mostra sarà allestita a Bagheria presso Villa Cattolica nello Spazio C, presso il Museo Guttuso, visitabile fino al 30 novembre.

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