Parla l'esperto
L’impatto dell’innovazione tecnologica sull’agricoltura e sulla zootecnia
di Baldassare Portolano*
L’innovazione tecnologica è un processo di crescita degli strumenti teorici e materiali in grado di generare progresso sociale. Il livello e la capacità di diffusione e penetrazione nel tessuto produttivo, in altri termini il successo dell’innovazione tecnologica dipende da diversi fattori tra cui:
1) il livello di accettazione degli strumenti teorici e materiali di cui si compone da parte del libero mercato o dei fruitori se trattasi di servizi
2) il livello di crescita economica che l’I.T. è in grado di generare
3) il livello di maturità tecnologica (TRL) dell’I.T. nella scala da 1 a 9 (1 = ricerca di base, 9 = sistema reale provato in ambiente operativo (produzione competitiva, commercializzazione)
Pertanto, non c’è innovazione tecnologica se non c’è conoscenza. Di fatto l’attività che genera la conoscenza e quindi nuove tecnologie e di conseguenza innovazione è la ricerca e lo sviluppo. La ricerca non può d’altra parte prescindere dall’apprendimento individuale e organizzativo così come l’innovazione tecnologica non può prescindere dalla trasformazione della conoscenza tacita “implicita” a codificata “esplicita”. Solo così la conoscenza diventa accessibile a tutti e facilmente scambiabile sul mercato dell’innovazione tecnologica.
L’I.T sarà fattore di crescita economica solo se sarà in grado di fare sentire il suo peso su variabili macroeconomiche. Questa valutazione potrà basarsi sul fatto che l’I.T. deve consentire un aumento dei consumi, della produttività e dell’occupazione, rispondendo a precise e puntuali esigenze del tessuto produttivo del territorio. È a questo punto che l’I.T. diventa un bene economico. È solo a questo punto che si può comprendere quale sarà il successo dell’I.T.
L’I.T. può assumere diverse forme:
1) innovazione di prodotto: a) nuovo prodotto; b) prodotto sensibilmente migliorato;
1a) innovazione di processo: a) nuovo processo, b) processo sensibilmente migliorato, c) nuovo modello di gestione, d) modello di gestione sensibilmente migliorato, e) nuova strategia di impresa. Alcuni esempi di I.T. nelle produzioni animali sono i sistemi di identificazione e localizzazione dei capi
2) misura di parametri fisiologici, produttivi e rilevatori di funzioni vitali
3) misuratori elettronici della produzione di latte
4) robot di mungitura
5) misuratori delle caratteristiche del latte
6) sistemi di gestione aziendale computerizzata
Un ulteriore esempio di I.T. nel settore delle produzioni animali, finalizzata alla valorizzazione economica e commerciale del sistema razza, territorio e prodotto è la tracciabilità genetica/autenticazione delle produzioni lattiero casearie nel caso, in particolare delle produzioni a marchio DOP così come pure le strategie di impiego di sottoprodotti dell’agricoltura nell’alimentazione degli animali con la finalità di incrementare o migliorare sensibilmente la sostenibilità delle attività zootecniche o ancora la gestione informatizzata dei pascoli e/o dell’alimentazione del bestiame. Tuttavia, se l’I.T. non è accompagnata da una adeguata conoscenza e formazione da parte dei potenziali fruitori talora, stenta a diffondersi nel tessuto produttivo imprenditoriale.
Le principali cause delle difficoltà di penetrazione dell’I.T. nel tessuto produttivo imprenditoriale possono essere le più diverse ma le più comuni sono la presenza di una barriera culturale nei confronti dell’innovazione per una non chiara descrizione e comprensione dei benefici conseguibili così come l’immaturità da parte degli attori dell’offerta, in alcuni casi la dimensione aziendale e soprattutto la considerazione che molto spesso ci si limita a valutare come beneficio solo la riduzione dei costi. Infine, occorrerebbe acquisire consapevolezza che i vantaggi dell’I.T. in zootecnica ma più in generale in agricoltura si esprimono con un ritardo fisiologico che in alcuni casi può anche essere superiore a diversi anni, soprattutto in funzione del livello di maturità tecnologica (TRL) dell’Innovazione stessa.
*Prof. Dipartimento Scienze Agrarie Alimentari e Forestali – Università degli Studi di Palermo
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