Parla l'esperto
L’agroalimentare siciliano vola all’estero: “L’ortofrutta è sempre traino per il comparto”
di Dario Cataldo
L’ortofrutta continua a essere il traino per l’agroalimentare siciliano. Ne è convinto Massimo Todaro, presidente del Consorzio DOS Sicilia. Un fatto è certo, la Sicilia conferma la sua vocazione agricola e la sua capacità di produrre e trasformare eccellenze alimentari apprezzate in tutto il mondo. Secondo l’ultimo report dei distretti industriali del Mezzogiorno di Intesa Sanpaolo, nel primo trimestre del 2023, il settore agroalimentare siciliano ha beneficiato di un aumento del valore dell’export di +197 milioni di euro, che corrispondono a un incremento del 14,2%. Si tratta di un risultato che dimostra la resilienza e la competitività del settore agroalimentare siciliano, nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla crisi economica globale.
I dati elaborati da Intesa Sanpaolo sono stimolanti per formulare nuove strategie di sviluppo tra le imprese del comparto e i buyer stranieri. Tra i prodotti più esportati dalla Sicilia spiccano gli ortofrutticoli freschi e trasformati, che rappresentano il 40% dell’export totale, seguiti dai prodotti da forno e dalla pasta, che costituiscono il 18%. Tra i mercati di destinazione, i principali partner commerciali della Sicilia sono la Francia, la Germania, gli Stati Uniti e la Svizzera, che assorbono oltre il 50% delle vendite all’estero. Tuttavia, si registrano anche aperture verso nuovi mercati emergenti, come la Cina, il Giappone e il Canada.
La Sicilia vanta inoltre una ricca tradizione di prodotti tipici certificati dalla UE, con 63 denominazioni di origine protetta (DOP) e indicazioni geografiche protette (IGP), di cui 32 nel comparto food e 31 nel comparto wine. Tra questi, si distinguono per valore delle esportazioni il pistacchio verde di Bronte DOP, il pomodoro ciliegino dell’Etna IGP, il limone di Siracusa IGP, il pecorino siciliano DOP e i vini DOCG Cerasuolo di Vittoria e Etna. Il settore agroalimentare siciliano si caratterizza anche per la forte presenza del biologico, con una superficie agricola dedicata al bio di oltre 427 mila ettari (la prima in Italia) e un numero di operatori bio di oltre 11 mila (il secondo in Italia). Il biologico siciliano è sempre più richiesto sia sul mercato interno che su quello estero, dove si apprezza la qualità e la sostenibilità dei prodotti. L’agroalimentare siciliano rappresenta quindi una leva strategica per la ripresa economica della Regione e per il rafforzamento della sua identità culturale.
“Il settore della produzione agricola trasformata di qualità certificata (prodotti DOP e IGP) continua a trainare l’agroalimentare siciliano – commenta per Terrà Massimo Todaro, presidente del Consorzio DOS Sicilia e docente presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università degli Studi di Palermo. Pur non manifestandosi incrementi rilevanti della produzione certificata va sottolineato che la produzione dell’ortofrutta continua a svolgere il ruolo di traino per l’intero comparto agroalimentare regionale. Puntare quindi sui prodotti DOP e IGP è di sicuro successo per coloro i quali intraprendono questa dura attività agricola e di trasformazione”.
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