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Il Piano Strategico della PAC 2023-2027, cosa c’è da sapere

Il Piano Strategico della PAC 2023-2027 (PSP) rappresenta una strategia ambiziosa rispetto a diversi obiettivi di competitività, sostenibilità ambientale, equilibrio territoriale e qualità degli alimenti, ponendosi in stretta sinergia con altre politiche non strettamente agricole che ne rafforzano, tuttavia, la portata e l’efficacia: dal PNRR alle politiche di coesione. Per la prima volta, tutti gli strumenti finanziabili attraverso i due principali Fondi europei che interessano il settore primario, il FEAGA e il FEASR, rientrano in un unico documento di programmazione comune a livello nazionale, delineando una strategia nazionale per il settore agricolo, agroalimentare e forestale.

Il Piano prevede nel complesso 173 interventi, tra Primo e Secondo Pilastro, e risorse finanziarie per quasi 37 miliardi di euro complessivi per il periodo 2023-2027, con i quali affrontare le esigenze espresse dal territorio, puntando al potenziamento della competitività del sistema agro-alimentare e forestale in ottica sostenibile, al rafforzamento della resilienza e vitalità dei territori rurali, alla promozione del lavoro agricolo e forestale di qualità e alla sicurezza sui posti di lavoro, al sostegno alla capacità di attivare scambi di conoscenza, ricerca e innovazioni e all’ottimizzazione del sistema di governance. Ai sensi dell’Art. 69 del Regolamento(UE) 2021/2115, lo Sviluppo Rurale prevede la programmazione di 8 tipo di intervento: pagamenti per impegni ambientali, climatici e altri impegni in materia di gestione; pagamenti per vincoli naturali o altri vincoli regionali specifici; pagamenti per svantaggi regionali specifici a causa di determinati requisiti obbligatori; investimenti; insediamento giovani agricoltori e avvio di imprese rurali; strumenti di gestione del rischio; cooperazione; scambio di conoscenze e informazioni.

L’architettura dello Sviluppo Rurale rappresenta un’altra della novità di questa Programmazione. Si configura, infatti, all’interno del Piano Strategico della PAC, con un approccio di tipo nazionale al cui interno sono contemplate elementi di tipo regionale (specificità regionali). La Strategia, quindi, ha tenuto inconsiderazione i fabbisogni e le priorità, che in fase preparatoria, hanno espresso le singole Regioni italiane. Un’analisi che ha portato a declinare quanto previsto dall’Art. 69 del Regolamento(UE) 2021/2115 in un totale di 76 interventi nazionali contenenti le diverse specificità di tipo regionale (ad eccezione dei 4 sulla gestione del rischio, a regia nazionale). Ogni Regione, pertanto, attraverso un proprio Complemento di programmazione per lo sviluppo rurale (CSR), attua a livello regionale la strategia sullo sviluppo rurale. Il CSR, nel rispetto delle scelte indicate e contenute nella strategia nazionale, assume pertanto valore di “strategia regionale” dettagliando maggiormente le scelte fatte in relazione al proprio contesto territoriale e socio-economico.

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