Parla l'esperto
Biodiversità e business, in Sicilia “nasce” una nuova razza caprina: ecco la “Mascaruna”
L’Italia vanta un elevato numero di popolazioni caprine, alcune delle quali non hanno una struttura genetica ben definita, mentre altre, pur avendola, non risultano ufficialmente riconosciute. Con particolare riferimento alla Sicilia, una situazione interessate è rappresentata dalla capra Mascaruna. Si tratta di una popolazione locale allevata principalmente nelle province di Palermo, Trapani e Agrigento per la produzione di latte. Si trova generalmente in piccole e medie aziende, spesso insieme ad ovini o ad altre razze/popolazioni caprine. La sua consistenza è stimata in circa 300 capi anche se, a tal riguardo, mancano dati ufficiali per una più precisa quantificazione della attuale consistenza demografica: non essendo stata sottoposta in passato a nessun piano di caratterizzazione, sono poche ad oggi le informazioni disponibili su questi animali, anche da un punto di vista storico e di filogenesi. Le uniche informazioni storiche disponibili sono quelle riferite da alcuni allevatori, i quali hanno ricordo dell’allevamento di soggetti appartenenti a questa popolazione da almeno quattro generazioni.
Grazie al Psr Sicilia, è stato condotto dal gruppo di Zootecnia e miglioramento genetico del Dipartimento SAAF dell’università di Palermo, un primo studio sulla caratterizzazione genomica
A tal proposito, taluni ricordano che tale popolazione caprina era allevata dai propri antenati per una pratica un tempo diffusa ed oggi andata perduta: la vendita ambulante del latte. L’allevatore, con pochi soggetti al seguito, in maniera itinerante per le vie del centro abitato provvedeva alla vendita a domicilio del latte, che veniva quindi munto sul momento. Gli animali ascrivibili al tipo genetico capra Mascaruna sono al momento sprovvisti di registro anagrafico e dal punto di vista morfologico presentano le seguenti caratteristiche: si tratta di soggetti relativamente omogenei, soprattutto in termini di colore del mantello, il quale rappresenta una delle caratteristiche fenotipiche più importati ai fini della discriminazione morfologica e quindi all’attribuzione dell’individuo ad una razza-popolazione (figura 1); si tratta di soggetti di taglia medio-grande, con animali che presentano un mantello a pelo lungo, color crema, con una linea marrone scuro che investe la zona dorsale fino alla coda, e che interessa anche la zona ventrale e gli arti. In entrambi i sessi la testa è leggera, con orecchie piccole e macchie sempre di colore marrone scuro intorno agli occhi; sono stati identificati sia soggetti acorna e individui con la presenza di lunghe corna rivolte all’indietro.
Le figure n.2 e n.3 mostrano rispettivamente un soggetto di sesso maschile ed uno di sesso femminile. I soggetti appartenenti a questa popolazione non sono sottoposti né a controlli funzionali, né a schemi di miglioramento genetico. Tuttavia, l’interesse per questa risorsa genetica locale sembra essere in aumento, data la sua buona produzione di latte.
Tramite un progetto del PSR Sicilia 2014-2020 (MISURA 10 – Sottomisura 10.2 – sostegno per la conservazione, l’uso e lo sviluppo sostenibili delle risorse genetiche in agricoltura, Operazione 10.2.b – Conservazione delle risorse genetiche animali in agricoltura) è stato condotto dal gruppo di Zootecnia e Miglioramento Genetico del Dipartimento SAAF dell’Università degli Studi di Palermo, un primo studio sulla caratterizzazione genomica, per comprendere lo stato di conservazione, la struttura di popolazione e i livelli di variabilità genetica di questa risorsa locale. L’indagine è stata effettuata usando le tecnologie genomiche di ultima generazione.
Gli individui campionati da diverse aziende sono stati messi a confronto con altre popolazioni caprine italiane, al fine di definire le distanze genetiche, verificare la presenza di eventuali commistioni e componenti ancestrali condivise. I risultati hanno mostrato un moderato livello di variabilità genetica per la capra Mascaruna, congruo con i valori stimati per le altre capre italiane. Le analisi della struttura della popolazione hanno chiaramente distinto la capra Mascaruna dalle altre popolazioni di capre, indicando una chiara differenziazione genetica ed il possesso di un ben definito background genetico.
La figura n.4 mostra la chiara distinzione tra le popolazioni caprine del Nord, poste a sinistra nel grafico, e quelle meridionali (ove si colloca la Mascaruna, con acronimo MAS e cerchiata in nero), poste a destra. La capra Mascaruna si colloca vicino alle capre dell’Italia meridionale, verso le quali mostra la più bassa differenziazione genetica; in particolare lo studio ha rilevato una minore differenziazione genetica con l’Argentata dell’Etna, che ai fini della filogenesi potrebbe essere considerata una delle popolazioni ancestrali. In considerazione di tale aspetto è stato quindi effettuato un approfondimento, ovvero i soggetti appartenenti al tipo genetico di capra Mascaruna, sono stati messi a confronto con le popolazioni caprine meridionali con le quali ha mostrato una minore distanza genetica nel precedente confronto.
La figura n.5 mostra le relazioni tra i singoli soggetti appartenenti alla popolazione Mascaruna e agli altri soggetti con i quali potrebbe condividere componenti ancestrali, rilevando ancora una volta una netta differenziazione. Tale interpretazione è in linea con le informazioni fornite dagli allevatori, che considerano la Mascaruna come una popolazione indipendente, allevata separatamente e senza incroci con le altre capre siciliane.
Altri approcci adottati nello studio, hanno permesso di identificare regioni genomiche potenzialmente sotto selezione nella capra Mascaruna, coinvolte nella produzione di latte, nella risposta immunitaria e nell’adattamento locale. Nonostante l’assenza o la bassa frequenza di schemi di rotazione dei soggetti maschili tra gli allevamenti, i risultati hanno mostrato un basso livello di consanguineità per la capra Mascaruna, paragonabile a quello delle altre popolazioni caprine locali italiane più conosciute. Sebbene si tratti di un primo studio, i risultati ottenuti rappresentano un importante punto di partenza per la creazione di piani di monitoraggio e conservazione di questa capra locale.
In conclusione, riprendendo il concetto di razza, alcuni studiosi ritengono che “Una razza è una razza se abbastanza persone dicono che lo è”. In effetti, questa capra è ampiamente conosciuta tra gli allevatori locali. Pertanto, questa risorsa genetica sembrerebbe possedere tutti i requisiti per essere riconosciuta ufficialmente come razza, con beneficio economico per l’allevatore oltre che per la tutela e valorizzazione della biodiversità: il suo riconoscimento potrebbe risultare fondamentale per evitare che la consistenza della popolazione possa essere ulteriormente ridotta, permettendo inoltre agli allevatori custodi di ottenere l’aiuto economico Europeo previsto dal Programma di Sviluppo Rurale per la custodia delle razze a rischio estinzione.
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Zootecnia e miglioramento genetico – Dip. SAAF UniPA
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