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Aleurocanthus spiniferus, l’insetto arriva anche in Sicilia. Agrumeti nel mirino

L’aleurodide spinoso degli agrumi, Aleurocanthus spiniferus, è un insetto rincote della famiglia degli Aleurodidi, originario dell’Asia sud orientale e diffuso in India, in alcuni stati del continente Africano e in Oceania. In Italia si sta diffondendo lentamente in varie regioni. E’ stato rinvenuto per la prima volta in Puglia nel 2008, poi in Campania, Lazio, Basilicata, Emilia-Romagna, Toscana. In Sicilia è stato ufficialmente segnalato nel gennaio 2021 in aree agrumetate dei comuni di Caltagirone e Grammichele e su alcuni alberi di arancio amaro della città di Catania. I successivi ritrovamenti hanno riguardato piante di agrumi, rosa e mirto in aree urbane di Siracusa, Caltagirone, Grammichele e Palermo.

E’ un organismo nocivo da quarantena

È considerato organismo nocivo da quarantena di cui è nota la presenza nel territorio dell’Unione Europea e ne è vietata la diffusione (allegato II, Parte B del Regolamento (UE) 2019/2072). Quindi ci troviamo dinanzi ad un insetto sottoposto a un regime di eradicazione o, qualora tecnicamente impossibile per l’estensione dei focolai, di contenimento, per ostacolarne la diffusione. Inoltre, vige l’obbligo della comunicazione per cui chiunque venga a conoscenza o sospetti la presenza di A. spiniferus, deve darne immediata comunicazione agli Uffici del SFR competenti per territorio.

Descrizione dell’insetto

L’aleurodide spinoso si aggiunge alla lista degli aleurodidi già noti sugli agrumi, Dialeurodes citri, Aleurothrixus floccosus e Paraleyrodes minei, comunemente detti “mosche bianche”. Gli adulti di A. spiniferus hanno invece ali di colore grigio scuro, segnate da piccole macchie più chiare (foto 1). Le uova, di forma ellittica, sono deposte sulla pagina inferiore delle foglie (foto 1); inizialmente giallastre, diventano più scure in prossimità della schiusa. Gli stadi giovanili, che si fissano sulla pagina inferiore delle foglie, si riconoscono facilmente perché di colore nero, circondati da una caratteristica frangia cerosa bianca (foto 2) e presentano filamenti lungo la parte periferica del corpo (foto 3). Tuttavia ad occhio nudo si possono confondere con gli individui della cocciniglia nera degli agrumi, Parlatoria ziziphi, che spesso infesta intensamente le piante di arancio amaro delle alberate cittadine (foto 4).

Come tutti gli aleurodidi, ha un apparato boccale pungente-succhiante con il quale si nutre della linfa, sia negli stadi giovanili che da adulto; quindi espelle melata (escremento zuccherino appiccicoso), che imbratta la vegetazione e sulla quale si sviluppa la fumaggine (foto 5). Gli adulti non sono dei buoni volatori e si spostano a brevi distanze, favoriti dal vento, mentre a grandi distanze la diffusione dell’insetto avviene mediante il trasporto di piante o materiale vegetale infestati. Nel corso dell’anno può compiere tre-sei generazioni. Lo svernamento avviene, come stadi giovanili di età avanzata, su piante che non perdono le foglie, quali gli agrumi e specie ornamentali sempreverdi.

Quali piante può infestare e quali danni può arrecare?

Questo aleurodide vive in prevalenza su gli agrumi, ma può attaccare altre piante agrarie e ornamentali, quali edera, fico, kaki, lauroceraso, melo, melograno, mirto, pero, piracanta, rosa, vite, ecc. Le infestazioni sono frequenti nel verde urbano. L’insetto forma dense colonie sulla pagina inferiore delle foglie e, in casi di elevata infestazione, può determinare un deperimento delle piante dovuto all’attività di alimentazione e alla riduzione della respirazione e della fotosintesi. Inoltre, la melata può percolare sui frutti riducendone il valore commerciale.

La situazione in Sicilia

Per l’estensione e l’importanza economica del comparto agrumicolo si temono ripercussioni economiche per un possibile incremento dei costi da sostenere nella difesa fitosanitaria. Inoltre, si potrebbe verificare una diffusione su altre colture frutticole, quali il pero e la vite, e nel settore vivaistico. Il Servizio Fitosanitario Regionale (SFR) ha provveduto alla notifica ufficiale dei ritrovamenti e aggiorna periodicamente lo stato dei focolai. Ha emanato il decreto regionale D.R.S. n. 850 del 01.03.2021, contenente la delimitazione delle aree infestate e le misure di emergenza da adottare per l’eradicazione e/o il contenimento dell’insetto.

Le misure di contenimento da adottare

Essendo A. spiniferus un parassita da quarantena, i soggetti possessori a vario titolo di piante infestate devono adottare tutti i mezzi disponibili per eradicare o quanto mento ostacolare la diffusione dell’insetto, incluso il ricorso ad interventi insetticidi. Nelle aree infestate sono obbligatorie le seguenti prescrizioni comuni:

divieto di diffusione dell’insetto e di commercializzazione di piante e prodotti vegetali infestati;

obbligo di distruggere in loco il materiale di potatura;

ove possibile, obbligo di adottare un programma di trattamenti insetticidi, adoperando le sostanze attive attualmente autorizzate su A. spiniferus o su “aleurodidi”, in rapporto ai campi di utilizzo riportati nelle etichette dei rispettivi formulati commerciali.

Negli agrumeti, inoltre, è vietata la commercializzazione di frutti provvisti di peduncolo e foglie. Riguardo alla lotta chimica, bisogna privilegiare l’uso degli oli minerali e delle sostanze attive autorizzate specificamente per A. spiniferus e/o aleurodidi (tabella 1). Tuttavia è necessario porre molta attenzione alla salvaguardia del ruolo degli antagonisti, utili al contenimento biologico dei fitofagi, limitando o escludendo gli insetticidi poco selettivi.

Tabella 1Sostanze attive utilizzabili in agrumeto

Sostanza attivaTargetAgricoltura biologica
AcetamipridAleurodidi (Aleurothrixus sp., Aleurocanthus sp.)NO
SpirotetramatAleurodidi (Aleurothrixus floccosus, Dialeurodes citri, Aleurocanthus spiniferus)NO
Olio essenziale di arancio dolceAleurodidi (Aleurocanthus spiniferus)SI
Olio mineraleAleurodidiSI
AzadiractinaAleurodidiSI
DeltametrinaAleurodidiNO

Nei vivai, qualora venga accertata la presenza di A. spiniferus, vige l’obbligo di adottare immediatamente le misure volte all’eradicazione dell’organismo nocivo, adottando un programma di trattamenti insetticidi (tabella 2), nonché l’obbligo di effettuare un trattamento che garantisca l’assenza dell’insetto sulle piante, in vista del primo spostamento all’esterno del sito di produzione.

Tabella 2Sostanze attive utilizzabili in vivai

Sostanza attivaRegistrazioneTarget
AcetamipridFloreali ed ornamentali, in pieno campo e in serraAleurodidi
AzadiractinaVivai e silvicoltura – Piante madri o altro materiale vegetale di propagazione – Floreali e ornamentali (pieno campo e serra)Aleurodidi
BuprofezinColture floreali e ornamentali (uso in serra)Aleurodidi
CipermetrinaFloreali e ornamentaliMosca bianca
DeltametrinaFloreali ed ornamentali, in pieno campo e in serraAleurodidi
EsfenvalerateFloreali e ornamentali, pomodoroAleurodidi
FlupyradifuronePiante ornamentali e da fiore (colture in serra). Vivaio di essenze arboree e forestali (in serra)Aleurodidi
Lambda-cialotrinaFloricole e ornamentaliAleurodidi
MaltodestrinaFloreali ed ornamentali, in pieno campo e in serraAleurodidi
Sali di potassio degli acidi grassiOrnamentali in pieno campo e in serra. Vivai di piante ornamentali e forestali.Aleurodidi

In ambito di verde urbano pubblico, oltre alle prescrizioni comuni ai vari ambiti, è necessario effettuare potature mirate, con l’obiettivo di eliminare e distruggere in loco tutte le parti colpite dall’insetto. Il Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN) limita fortemente l’impiego degli agrofarmaci in aree frequentate dalla popolazione e dai gruppi vulnerabili. Allo stato attuale, quindi, non ci sono formulati insetticidi autorizzati in ambito di verde urbano e sull’organismo in questione. Qualora si verificasse una estensione dei focolai in aree urbane, il SFR potrà avanzare presso il Ministero della Salute, la richiesta di autorizzazione per usi di emergenza di prodotti fitosanitari in aree urbane.

Nei giardini privati, in presenza d’infestazioni limitate è necessario effettuare potature con l’obiettivo di eliminare e distruggere in loco tutte le parti colpite dall’insetto (ad esempio chiudendo ermeticamente il materiale all’interno di sacchi di plastica resistenti per almeno due settimane). In alternativa si possono utilizzare insetticidi per uso non professionale, cosiddetti PFnPO (prodotti per la difesa fitosanitaria di piante ornamentali e fiori da balcone, appartamento e giardino domestico) o PFnPE (prodotti per la difesa fitosanitaria di piante edibili, destinate al consumo alimentare come pianta intera o in parte di essa compresi i frutti).

La lotta biologica

La letteratura scientifica riporta l’efficacia degli imenotteri parassitoidi Encarsia smithi e Amitus hesperidum in altre aree del mondo. Il Dipartimento Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, in collaborazione con il SFR, ha intrapreso uno studio sull’entomofauna utile che si sta sviluppando nelle aree focolaio a carico di A. spiniferus. Dalle prime indagini si evidenzia l’attività di diverse specie di coleotteri coccinellidi, quali Clitostethus arcuatus, Delphastus catilinae, Chilocorus bipustulatus, Stethorus pusillus, e di altri predatori.

Considerazioni conclusive

La lotta obbligatoria all’aleurodide spinoso pone delle riflessioni. La normativa vigente impone ai soggetti possessori a vario titolo di piante infestate, l’adozione di tutti i mezzi disponibili per eradicare o quanto mento ostacolare la diffusione dell’insetto, incluso il ricorso ad interventi insetticidi. Quest’ultimi, tuttavia, sono da valutare in rapporto alla singola casistica, alla tipologia dell’operatore professionale e al metodo di produzione utilizzato. Infatti, vi è la consapevolezza in ambito scientifico che la lotta chimica, oltre a non rappresentare la strada maestra per minimizzare l’impatto di questo nuovo parassita nel medio e lungo periodo, si pone in contrasto con l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Piuttosto, appare ineludibile imboccare la via del controllo biologico con l’impiego di predatori e parassitoidi, al fine di ripristinare l’equilibrio nei vari contesti colturali.

Sulla base di tali considerazioni, il Servizio Fitosanitario Regionale è orientato a differenziare le misure fitosanitarie, distinguendo le aree di contenimento già infestate da quelle di localizzazione dei nuovi focolai, di estensione più limitata, in cui devono essere attuati gli interventi di eradicazione. Tale criterio consentirà di limitare l’impatto ambientale delle misure fitosanitarie, privilegiando l’effettiva efficacia delle stesse, in un’ottica di medio e lungo periodo.

A cura di Giuseppe Campo, Filadelfo Conti, Carlo Amico, Sebastiano Vecchio, Domenico Carta Cerrella

Regione Siciliana, Dipartimento AgricolturaServizio Fitosanitario Regionale e Lotta all’Agropirateria

Le foto sono state fornite dall’Osservatorio Malattie delle Piante di Acireale

©RIPRODUZIONE RISERVATA





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