Terrà

Innovazione
Tecnica kit di germinazione waterless, nasce un campo di mille piante di mandorle

di Pietro Castellino

Lo diceva Winston Churchill: “Non sempre cambiare vuol dire migliorare ma per migliorare bisogna cambiare”. Proprio sul cambiamento, come valore e la possibilità di utilizzare al meglio una delle produzioni più antiche della Sicilia, si basa il progetto Nav (Noto almond valley) 4.0 realizzato grazie ai fondi del Psr Sicilia, sottomisura 16.1 ”Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”. Si tratta di un progetto innovativo che prevede la realizzazione di un impianto sperimentale circa 1000 piante di mandorle romane, con la tecnica del “kit di germinazione waterless”, monitorate da un sistema di tracciatura. Un disciplinare di produzione, a cui potranno attingere altri produttori locali. Un marchio riconoscibile a livello internazionale per la vendita dei prodotti legati alla mandorla.

Il progetto Noto almond valley 4.0 è stato realizzato grazie ai fondi del Psr Sicilia, sottomisura 16.1

Ma la vera novità che farà felici chi ama questo frutto secco è la macchina grazie alla quale si potrà ottenere un latte di mandorla “fresco” senza additivi e senza conservanti. In questo modo – spiega Antonino Musso, capofila del progetto – si valorizza la mandorla autoctona a guscio duro di una delle zone produttive più importanti d’Italia: val di Noto. Si tratta di un’area e di una produzione che contiene in se la storia, la cultura di un’intera parte della Sicilia che è cresciuta anche grazie alla mandorla le cui qualità sono riconosciute a libello mondiale. Il nostro progetto – prosegue Antonino Musso – vuole potenziare anche il sistema di squadra con le sei aziende agricole certificate in grado di cooperare e quindi creare una vera e propria squadra”.

Come spiega lo stesso capofila del progetto, per la realizzazione della macchina produttrice di latte di mandorla, così come per seguire tutta la procedura, il progetto prevede partner il dipartimento di scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano UNIMI. Accanto a questi soggetti attuatori della sperimentazione e/o del collaudo dell’innovazione, il Laboratorio Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano sede di Piacenza e Restart 38 di Simone Re, azienda di Informatica per la tracciatura. C’è poi anche Coldiretti per la parte della comunicazione e la Tpca di Roma.

“Quindi – prosegue Antonino Musso – siamo usciti dai confini regionali proprio perché crediamo che questo progetto abbia un respiro ampio che porti a far conoscere un prodotto unico. Per quanto riguarda le fasi di attuazione a oggi, la sperimentazione è stata avviata su su circa 800 alberi e ognuno di essi può essere tracciato e controllato tramite un App sviluppata appositamente”. Le fasi successive prevedono la realizzazione di un carrello energy free per consentire l’asciugatura tradizionale al sole evitando consumi di energia elettrica. La sperimentazione di un cutter a basso numero di giri refrigerato, per simulare le condizioni del tradizionale mortaio, la preparazione di fagottini in lino di varia grammatura (da 10g in su) e conservati in sottovuoto e la realizzazione, di un prototipo di macchina per ottenere latte di mandorla biologico fresco senza conservanti e senza additivi emulando il metodo tradizionale e la creazione a Noto, di un panel di assaggiatori con il supporto della Università Cattolica.

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