Terrà

Lo scenario in Sicilia
Vendemmia anticipata e sotto stress: il prezzo della siccità. Ma qualità salvata in estremis

di Giacomo Alberto Manzo*

La vendemmia più pazza d’Italia è in Sicilia. Quest’anno è iniziata con un anticipo di ben due settimane, sin dal 15 luglio, ma purtroppo volge al termine. La Sicilia agricola ed enologica fa i conti con la grave siccità che ha colpito l’intera regione. I danni più cospicui si registrano in provincia di Trapani, in passato punto di forza delle produzioni enologiche e oggi, punto di debolezza.

I vigneti siciliani si presentano in ottimo stato fitosanitario e qualitativo. Non si sono registrati attacchi di crittogame e/o parassiti. Per fortuna, alcuni vitigni coltivati nell’isola, soprattutto gli autoctoni, hanno dimostrato un’ordinaria resistenza alle patologie e alla siccità. La Sicilia, con 98.753 ettari e un’incidenza del 14,6% sulla superficie vitata nazionale, è la seconda regione italiana per superficie vitata dopo il Veneto con 101.166 ettari e una quota del 14,9%, seguita dalla Puglia al terzo posto con 90.219 ettari e, una quota del 13,3% (dati AGEA/Inventario vitivinicolo in Vino e Cifre 7-14 in Corriere Vinicolo n. 1 Gennaio 2017-2024).

Per la vendemmia 2024, in tutto il territorio regionale, si stima un calo del 55-60% rispetto alla vendemmia 2022** (hl. 3.513.884 circa di vino e mosto prodotto, pari circa 5 milioni di quintali di uve). Risulta, invece del 20-25% circa, il calo rispetto alla vendemmia 2023** (hl. 2.460.000 circa di vino e mosto prodotto dato n.c., pari a circa 3,5 milioni di quintali di uve). Si ricorda che vendemmia 2023 fu già disastrosa, in quanto le uve furono colpite dalla peronospora e dalla siccità. In tutta la regione, l’inverno quasi privo di piogge e il periodo primaverile-estivo caldo, ha portato a un precoce germogliamento anticipando tutte le fasi fenologiche della vite, condizionando di fatto la produzione.

Ma, nonostante le condizioni siccitose in diversi areali, le uve risultano sane e integre, stressate nella stragrande maggioranza dell’isola. Per ultimo ma non di minore importanza la grandine che si è abbattuta in alcuni areali della provincia di Trapani (Salaparuta e comuni limitrofi) e Palermo (San Cipirello).

Lo scenario nei vari areali siciliani

Sicilia Occidentale e centro Nord

La qualità delle uve in molti areali è ottima come anche le uve. La provincia di Trapani è certamente la più colpita per gli effetti della siccità, con una diminuzione rispetto al 2022 del 55-60%. Nel Palermitano e nell’Alto Belice, si presenta una situazione ibrida. Alcuni vigneti, pari al 40% circa hanno potuto beneficiare dell’irrigazione, con una produzione in linea con le altre vendemmie. Al contrario i vigneti non irrigati hanno subito gravi danni con cali che si attestano intorno al 60%, rispetto al 2022. Anche se in alcuni areali la grandine ha provocato alcuni danni alle uve.

Sicilia Centro-Sud

Nell’Agrigentino, le condizioni calde e siccitose hanno anticipato tutte le fasi fenologiche della vite, con uve che hanno raggiunto una maturazione ottimale nel mese di agosto. Quantità: meno del 30% rispetto alla vendemmia 2022, e le uve per fortuna risultano trovarsi in un ottimo stato sanitario.

Etna

Sull’Etna sembra un mondo a parte. Il clima più mite lascia ben sperare e la qualità delle uve e per la quantità che si stabilizza come in passato, con varietà autoctone come il Nerello Mascalese e il Carricante che rispondono bene a quelle condizioni climatiche. Nel versante nord e nord est degli acquazzoni agostani, hanno consentito la ripresa vegetativa con un buon avanzamento della maturazione delle uve. Sulla base spumante si registra un anticipo di maturazione di 10/15 giorni che fan ben sperare in quanto le uve risultano sane e di qualità. Questa settimana si inizia con le uve nere per la produzione di vini rosati e a seguire i bianchi.

Sud-Est

Per i comuni di Noto, Siracusa e Vittoria (RG), si segnala un’annata siccitosa ma ben gestita da alcune aziende che dispongono di approvvigionamento idrico proprio. Le varietà a bacca bianca sono state vendemmiate con un anticipo di circa dieci giorni, mantenendo un equilibrio qualitativo e quantitativo. A Riesi (CL) molti vigneti coltivati in asciutto a stento hanno superato il primo filo della controspalliera; un disastro. Nell’areale di Licata (AG) la mancanza di acqua non ha consentito irrigare i vigneti, compromettendo totalmente la produzione.

Nord-Est e Isole Eolie

Nella provincia di Messina, le previsioni sono positive con un anticipo della vendemmia di una settimana. Buona condizione fitosanitaria delle uve grazie alla resistenza dei vitigni autoctoni alle condizioni climatiche. Buona la qualità delle uve e nella norma la quantità, in linea agli anni precedenti.

Malvasia delle Lipari in appassimento a Salina Ph. P. Colosi

Pantelleria

Rimane ben poco della produzione degli anni passati. La siccità e alcune patologie hanno ridotto le produzioni. Inoltre, il mancato ricambio generazionale e la modesta remunerazione delle uve stanno facendo il resto. Si stima una riduzione che supera il 70-80% rispetto all’annata 2022. Buona la qualità delle uve.

Zibibbo di Pantelleria in appassimeto Ph. G.A. Manzo

La Sicilia paga un caro prezzo, serve cambiare rotta, per le criticità che soprattutto negli ultimi anni ha manifestato il comparto. Le cause sono da ricercare in una mancata politica di sviluppo che sta portando a uno sgretolamento dell’intero settore vitivinicolo, conducendo, gli stessi agricoltori ad abbandonare i loro vigneti.

Cosa fare

Tra le priorità da mettere in agenda:

– proporre un nuovo piano vitivinicolo regionale, valorizzando le varietà autoctone e l’impiego di portainnesti idonei al clima caldo arido;

– un piano strategico per ottimizzare l’utilizzo delle acque degli invasi per uso irriguo, con il rifacimento di tutte le condotte idriche;

– sostegno diretto ai viticoltori, in possesso del fascicolo aziendale, colpiti da eventi naturali;

– incentivare il ricambio generazionale;

– snellire la burocrazia;

– istituire un tavolo tecnico di settore coinvolgendo tutti gli attori di filiera al fine di ridisegnare le linee guida rivolto al rilancio e alla salvaguardia del settore vitivinicolo regionale.

Azioni determinanti per evitare il tracollo del comparto trainante per l’economia regionale.

*Enologo

Per le informazioni ricevute si ringraziano: Carlo Hauner, Domenico De Gregorio, Massimo Padova, Vincenzo Pollara, Salvatore Rizzuto, Saverio Abbate, Giovanni Palermo, Leonardo Peralta, Antonio D’Aietti, Salvatore La Lumia, Gaspare Baiata, Leonardo Taschetta, Pietro Colosi.

**Tab. 5 e 6

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