Terrà

Il report
Servizio fitosanitario regionale, la “sentinella” della nostra salute

La materia fitosanitaria ha da sempre uno stretto legame con la capacità umana di far circolare le merci tra paesi diversi, ed è infatti al trasporto di piante da una regione all’altra, che bisogna attribuire la diffusione a largo raggio di malattie e parassiti pericolosi per le produzioni agricole e le piante ornamentali. Oggi, a seguito della globalizzazione dei mercati, che porta a consistenti e continue importazioni di vegetali e prodotti vegetali da Paesi terzi, e della libera circolazione dei vegetali nel territorio dell’Unione Europea, spazio senza frontiere interne, il cosiddetto rischio fitosanitario, cioè la possibilità di introdurre e diffondere insieme ai vegetali nuovi organismi nocivi in ambienti prima esenti che, in assenza di nemici naturali, possono trovare condizioni favorevoli al loro sviluppo, è sensibilmente aumentato.

Per tale motivo, l’Unione Europea, attraverso i Servizi fitosanitari nazionali e regionali, ha il compito istituzionale di verificare lo stato di sanità fitosanitaria di vegetali e prodotti vegetali movimentati, attraverso i controlli in dogana espletati dagli Ispettori Fitosanitari, figure tecniche altamente qualificate, che nello svolgimento delle loro funzioni rivestono la qualifica di Ufficiale di polizia giudiziaria. Di seguito, si riporta l’analisi statistica dei flussi d’esportazione nell’anno 2021, piuttosto rappresentativa delle medie annuali, e dei risultati dei controlli all’importazione, come prima sottolineato ritenuti fondamentali per la salvaguardia del nostro patrimonio vegetale, potenziale porta d’ingresso di organismi nocivi o alieni per il territorio regionale e, in seconda battuta, per l’intero territorio comunitario.

Il flusso in export dalla Sicilia nel 2021

Nell’anno in esame, il Servizio fitosanitario siciliano ha emesso 2.540 certificati in esportazione (verso Paesi terzi), di cui 685 di pre-esportazione (documento che accompagna i vegetali durante lo spostamento nel territorio dell’Unione). Le categorie di vegetali e prodotti vegetali certificate sono state: agrumi, piante ornamentali, uva da tavola, farina (soprattutto di carruba) e semola di grano duro, ortaggi, frutta secca, sementi, piante da vivaio, grano duro, frutta e piante aromatiche.

CategoriaKgQuantità
Agrumi1.093.516,40 
Ornamentali11.150,005.314.524
Uva da tavola1.810.789,00 
Farina e semola5.655.107,29 
Ortaggi204.015,33 
Frutta secca471.531,28 
Sementi23.350,98 
Piante107.832,00583.883
Grano50.042.068,00 
Frutta17.260,00 
Aromatiche502,13160
Totale59.437.122,415.898.567
La tabella descrittiva delle quantità per settori

L’analisi settoriale evidenzia come, su un totale di più quasi 60mila tonnellate di prodotti esportati, la maggior parte ha riguardato il grano duro, 50mila t, verso un solo stato estero: la Tunisia. Delle 1.093 t di frutti di agrumi l’84% hanno raggiunto la Norvegia, 7% l’est Europa, 5% USA e Canada. Solo una piccola quantità è approdata in Asia e nel Sud Est asiatico. Le piante ornamentali sono state esportate per il 42% in UK e per il 44% nei paesi dell’Europa dell’Est, in particolare Albania e Serbia, mentre circa il 10% ha raggiunto la Norvegia e il 3-4% Asia e Sud Est asiatico. Il mercato dell’uva da tavola ha riguardato soprattutto paesi interessati da un elevato numero di strutture di ricezione alberghiera, a vocazione turistica. Infatti, delle 1.810 t di prodotto, il 27% è approdato nella penisola Arabica, il 16% in Africa e nelle isole africane (Reunion) e il 12% Canada e USA.

Per lo stesso motivo, il 56% degli ortaggi ha raggiunto gli Emirati Arabi, il 36% l’Albania e il restante 4% la Serbia. Il quantitativo di farine e semola esportato è notevole: 5.243 tonnellate. Va sottolineato che per la maggior si tratta di farina di carruba, molto apprezzata in Thailandia (24%) e nel Sud Est Asiatico (57%). Una piccola parte ha trovato destino in Cina (8%). Le sementi sono state richieste da diversi paesi, in buona parte in Israele.

Controlli fitosanitari sui vegetali e prodotti vegetali in importazione

Nel 2021, il flusso in importazione delle merci provenienti da Paesi terzi ha interessato tutti i punti di entrata presenti in Sicilia. Naturalmente, dal punto di vista quantitativo, i porti hanno registrato le quantità maggiori in entrata. Di seguito compaiono le tabelle esplicative per punto d’ingresso portuale e per numero di partite importate in quantità significative.

PORTO di CATANIAPORTO di PALERMO

Paese di spedizione n. partite
Stati Uniti 441
Ecuador 378
Federazione russa 283
Costa Rica 159
India 132
Turchia 118
Cina 96
Brasile 35
Tunisia 33
Egitto 18
Giappone 17
Sri Lanka 17
Algeria 15
Marocco 13
Cile 12
Giordania 12
Qatar 11
Arabia Saudita 10

Paese di Spedizione n. partite
Tunisia 744
Algeria 36
Egitto 12
Federazione russa 10
India 4
Sri Lanka 4
Canada 3
Ucraina 3
Costa d’Avorio 2
Regno Unito 2
Argentina 1
Indonesia 1
Stati Uniti 1




 PORTO di POZZALLO  PORTO di TRAPANI

 Paese di Spedizione n. partite
Cina 8
India 7
Stati Uniti 5



Paese di Spedizione n. partite
Federazione russa 412
India 3
Egitto 2
Cina 1
Taiwan 1
Tunisia 1

E’ evidente che, in considerazione della  posizione geografica dell’Isola come punto d’ingresso più a sud dell’Europa, le merci provengono da paesi di tutto il mondo e non solo da quelli con i quali si intrattengono rapporti di relazioni e scambi commerciali più frequenti. Certamente, il paese da cui proviene la maggiore quantità di importazioni è la vicina Tunisia, seguita da Stati Uniti, paesi del sud America, Federazione Russa e Turchia. A conferma della rigorosità dei controlli in entrata, nel 2021 sono state individuate e intercettate ben 192 spedizioni non conformi alla normativa fitosanitaria, sia per presenza, o sospetta presenza, di organismi nocivi, che per altre motivazioni, in particolare per assenza di documentazione appropriata (certificato fitosanitario del paese d’origine), o inadempienza dei requisiti particolari, come il mancato rispetto dello Standard ISPM 15 relativo agli imballaggi in legno.

Le intercettazioni hanno riguardato soprattutto derrate provenienti dalla Tunisia, arrivate nel porto di Palermo (166). Altre intercettazioni hanno riguardato la Federazione Russa, la Bielorussia, la Cina e l’India, soprattutto per motivazioni legate a materiale di imballaggio non conforme e documentazione incompleta. Particolare rilevanza ha avuto l’intercettazione di segati di pino silvestre, provenienti dall’Ucraina, poiché l’introduzione di materiale da imballaggio non trattato, come nel caso del nematode del Pino da quarantena in Portogallo e in Spagna, ha provocato la distruzione di intere pinete, con un notevole impatto ambientale, economico e sociale. Inoltre, il tarlo asiatico e altri pericolosi scolitidi da quarantena trovano, nella movimentazione degli imballaggi, una via d’ingresso (pathway) privilegiata.

Durante l’ispezione dei segati di pino summenzionata, al posto di controllo frontaliero del porto di Catania, all’interno del container sono stati trovati cumuli di fibre di legno, con diverse larve vive di insetti xilofagi. Le larve, che sono state poi inviate al laboratorio di riferimento nazionale per i necessari approfondimenti e le analisi molecolari, appartenevano al genere Monochamus e alla famiglia dei Buprestidi. Il container con il carico infestato, su proposta del Servizio Fitosanitario e disposizione della Dogana di Catania, è stato rifiutato e rinviato in Ucraina. Infine, c’è da segnalare che nel 2021 sono stati intensificati i controlli aeroportuali sui passeggeri in transito, che hanno dato luogo a intercettazioni che, seppur modeste, hanno avuto un alto valore educativo per i viaggiatori in transito, a volte portatori inconsapevoli di nuovi organismi nocivi.

Gioacchino Sauro dirigente responsabile U.O. S4.03 Servizio Fitosanitario Regionale, Gaetano Ales f. d. U.O. S4.03 Servizio Fitosanitario Regionale

©RIPRODUZIONE RISERVATA





Vuoi ricevere gli aggiornamenti di Terrà per email?

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Post a Comment