Parla l'esperto
Innovazioni nel settore ortoflorofrutticolo e vitivinicolo. Vite e pomodoro apripista
di Alessandra Gentile*
L’innovazione nel settore ortoflorofrutticolo gioca un ruolo fondamentale per il raggiungimento di alcuni obiettivi importanti, indispensabili per il mantenimento dell’attività agricola e agroalimentare e per la sua sostenibilità. L’analisi dei progetti nel settore ortoflorofrutticolo presentati a valere sulle misure 16.1 e 16.2 del PSR Sicilia 2014-2020 e 2020-2024 ha evidenziato che le tematiche affrontate dai gruppi operativi hanno riguardato sia specie consolidate (agrumi, drupacee, ortive, ecc.), sia specie in fase di sviluppo (avocado, mango, ecc), sia specie minori (carrubo, nespolo, ecc.). Nell’insieme i diversi progetti prendono in considerazione innovazioni di prodotto, anche con riferimento alla valutazione e costituzione di nuovi materiali genetici, e di processo, dai metodi di propagazione all’utilizzo di materiali edibili nel post-raccolta.
La vite e il pomodoro, rispettivamente per le specie arboree e per quelle ortive, si confermano come specie leader e apripista per numerose tematiche. La sostenibilità è risultato un tema trainante. Questo tema è stato declinato sotto diversi aspetti che spaziano dalla scelta del materiale vegetale, sia come varietà che come portinnesti più resistenti agli stress di natura biotica e abiotica, alla gestione di campo, inclusa la valutazione di metodi di controllo biologico di patogeni e parassiti e del ruolo delle api quali indicatori delle condizioni di salute degli agroecosistemi, sino alla fase di postraccolta. Particolare attenzione è stata riservata alla tematica della risorsa idrica e alla gestione della fertilizzazione (dal risparmio all’utilizzo di acque reflue alla valutazione della efficienza di uso di specie e portinnesti).
E’ emerso anche il tema della tracciabilità come approccio per la qualificazione dei prodotti. Questo tema è stato declinato attraverso la valutazione di materiali genetici riconosciuti come superiori per tratti qualitativi o di resistenza che necessitano però di un “recupero di identità” o di una certificazione (anche sanitaria). La tracciabilità viene anche perseguita attraverso l’utilizzo del fingerprinting, in particolare attraverso lo studio dell’analisi del DNA, per l’identificazione in maniera univoca delle produzioni tipiche.
In altri casi i progetti presentati sono risultati in maniera chiara come “market oriented”. Una esigenza che il mondo della ricerca è stato in grado di riscontrare, è stata quella del miglioramento della qualità dei prodotti e della loro innovazione (anche attraverso il recupero degli scarti di lavorazione). Alcuni progetti sono stati sviluppati in un’ottica di filiera, dal campo fino all’analisi delle scelte del consumatore.
Nel complesso le innovazioni trasferibili per il comparto ortoflorofrutticolo possono essere individuati anche operando su quelle innovazioni già esistenti, messe a punto in altri Paesi, per altri obiettivi e pertanto, in alcuni casi occorre trasferire ed adattare alle specifiche condizioni innovazioni già collaudate in altri Paesi; questo è per esempio il caso dell’utilizzo di portinnesti resistenti al virus della tristezza che, costituiti negli Stati Uniti con obiettivi diversi, hanno consentito, attingendo a quella innovazione straniera, di salvare l’agrumicoltura italiana. Ma l’innovazione deve essere in grado di precorrere i tempi, di cogliere le sfide dell’agricoltura del domani, le sfide dell’alimentazione, della sostenibilità e della multifunzionalità, nella consapevolezza che l’innovazione di oggi è certamente la tradizione di domani. Certamente va ricordato anche come il primo luogo per il trasferimento delle innovazioni sono le aule dell’Università dove si formano i tecnici (in primo luogo gli agronomi) del futuro.
Il settore ortoflorofrutticolo comunque soffre al momento di alcuni limiti e sfide che riguardano la competizione globale, il mutato scenario economico, il cambiamento climatico, la disponibilità di risorse limitate, le sfide della transizione ecologica, gli aspetti connessi ai vincoli normativi, all’evoluzione dei sistemi di vendita, e le aspettative dei consumatori, in continua evoluzione. Al tempo stesso, però, bisogna considerare che si dispone oggi di strumenti a supporto dell’innovazione, soprattutto nella fase produttiva, che riguardano l’adozione di metodi di agricoltura di precisione per gestione e monitoraggio, la possibilità di costituire rapidamente e in maniera efficiente nuovi genotipi, la messa a punto di sistemi di irrigazione e di fertirrigazione intelligente, la produzione di prodotti ad alto valore aggiunto o funzionalità d’uso e di prodotti market-oriented, la disponibilità di metodologie, chimiche e molecolari, per la tracciabilità dei prodotti.
Nel complesso bisogna sottolineare che il successo (passato, presente, e auspicabilmente futuro) delle misure dei Programmi di Sviluppo Rurale è legato anche al clima di fiducia e di conoscenza reciproca tra il settore della ricerca, la realtà imprenditoriale con la regia dell’amministrazione regionale, clima che nasce molti anni fa (2007) ma che nel corso del tempo si è consolidato riuscendo ad intercettare una platea notevole delle aziende agroalimentari del territorio siciliano, favorendo anche l’aggregazione delle stesse.
*Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente, Università di Catania
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