Progetto 'Shelf Life Zucchina'
Innovazione, zucchine con meno acqua e chips di qualità per mercati internazionali
di Dario Cataldo
Un’attenta pianificazione agronomica della coltura di zucchine per limitare l’uso di fertilizzanti minerali e ottimizzare l’irrigazione. E’ questo il cuore del progetto ‘Shelf Life Zucchina’ (finanziato ai sensi della sottomisura 16.1 del Psr Sicilia 2014/2020 – bando 2020), che intende rivoluzionare la produzione di questo ortaggio, una coltura che da sola copre nella fertile fascia tra Ragusa e Siracusa, circa 1.500 ettari con una produzione lorda vendibile di circa 50 milioni di euro.
Le zucchine di questa area geografica, con prospettive di crescita grazie alle esportazioni e alle produzioni fuori stagione, rappresentano un’eccellenza italiana che ora si punta a rendere ancora più sostenibile ed efficiente grazie a nuove tecnologie e processi. Il progetto in questi anni ha puntato tutto sull’introduzione di tecniche agronomiche innovative e strategie di gestione che migliorino la qualità del prodotto, prolunghino la vita di scaffale (shelf-life per l’appunto) e riducano l’impatto ambientale della produzione.
Come sottolinea il dottore agronomo Maria Scollo: “Il progetto portato avanti dai partner del gruppo operativo Shelf Life Zucchina, avviato nel 2020 è ormai alle battute finali e le attività sono state realizzate con interessanti risultati, soprattutto dal punto di vista agronomico. Un risvolto che rende la produzione ancora più sostenibile. Per quanto riguarda le altre fasi della filiera abbiamo avuto interessanti risultati che saranno pubblicati su un manuale che è ancora in lavorazione: rappresenterà la conclusione del nostro progetto”. La razionalizzazione dell’uso di concimi e acqua è una strada percorribile, che ridurrà lo spreco di risorse, oltre a interventi post-raccolta come il trattamento con ozono e l’uso di packaging innovativo.
Queste soluzioni agiscono su tutta la filiera, dall’ottimizzazione della coltivazione alla trasformazione degli scarti agricoli in compost o pellet. La base del progetto è un’attenta pianificazione agronomica della coltura di zucchine per limitare l’uso di fertilizzanti minerali e ottimizzare l’irrigazione. Attraverso l’impiego di tecnologie informatiche, come le TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione), gli agricoltori possono monitorare in tempo reale i parametri essenziali, come l’umidità del terreno e i livelli di nutrienti, e agire di conseguenza per ridurre sprechi e costi. La riduzione degli apporti di concimi minerali non ha comportato diminuzioni di resa, anzi, ha contribuito a migliorare alcune caratteristiche qualitative delle zucchine, in particolare il contenuto di sostanza secca, una componente fondamentale per estendere la shelf-life del prodotto.
Un altro passo significativo del riguarda il trattamento post-raccolta delle zucchine. Sottoporre i frutti a trattamenti con ozono aiuta a ridurre la carica batterica e a preservarne freschezza e qualità, estendendo la durata del prodotto sugli scaffali e migliorandone la sicurezza. A questo si aggiunge lo sviluppo di nuovi sistemi di confezionamento, che oltre a proteggere meglio il prodotto, ne migliorano l’immagine e l’appeal per il consumatore finale. Un packaging più performante e accattivante rende la zucchina più competitiva sul mercato, sia nazionale che internazionale. Un ulteriore elemento di innovazione è la sperimentazione di un prodotto del tutto nuovo per il mercato: le chips di zucchine. Questa trasformazione è realizzata attraverso trattamenti termici che disidratano le zucchine, dando vita a uno snack salutare e innovativo, che potrebbe aprire nuove opportunità commerciali per le aziende agricole locali.
Le chips di zucchine rispondono a un trend di mercato in crescita, che vede i consumatori sempre più interessati a snack salutari e naturali, in alternativa agli snack tradizionali. La produzione di chips, inoltre, permette di sfruttare anche frutti di forma o dimensioni non standard, riducendo lo spreco alimentare e massimizzando l’utilizzo delle risorse. Il progetto non si limita alla produzione e trasformazione del prodotto principale, ma si occupa anche degli scarti agricoli, che vengono valorizzati per la creazione di compost e pellet. Gli scarti della produzione di zucchine, come foglie e residui vegetali, sono trattati per generare compost, che può essere reimpiegato nei campi come fertilizzante naturale, chiudendo il ciclo dei nutrienti e riducendo l’uso di fertilizzanti chimici.
Inoltre, questi scarti possono essere trasformati in pellet da utilizzare come biomassa energetica, una soluzione che rende la filiera della zucchina ancora più sostenibile ed ecocompatibile, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale dell’attività agricola. Le prime sperimentazioni del progetto hanno evidenziato risultati promettenti. La razionalizzazione dell’irrigazione ha permesso di ridurre del 30% il consumo di acqua senza comprometterne la resa, ottenendo anzi un aumento della sostanza secca nei frutti, che migliora la consistenza e la durata. La riduzione dei fertilizzanti chimici ha abbassato l’impatto ambientale della coltivazione e contribuito a mantenere un equilibrio biologico nei terreni, a beneficio dell’ecosistema.
Dal punto di vista commerciale, l’introduzione di chips di zucchine rappresenta un valore aggiunto significativo, poiché permette di diversificare la produzione e aprire nuovi sbocchi di mercato. Anche il miglioramento del packaging e il trattamento post-raccolta rafforzano l’immagine del prodotto siciliano e ne aumentano l’appeal sui mercati ortofrutticoli. Grazie a questi interventi, il progetto contribuisce a consolidare la posizione della zucchina siciliana, non solo come prodotto fresco ma anche come ingrediente di nuovi formati di consumo. Il progetto dedicato alla zucchina è un esempio di come l’innovazione possa dare vita a una filiera agricola 4.0, caratterizzata da un uso intelligente delle risorse e da un approccio circolare.
Grazie alle tecnologie digitali e alle nuove tecniche agronomiche, gli agricoltori possono coltivare in modo più sostenibile, rispondendo alle sfide ambientali e climatiche con soluzioni che migliorano la qualità dei prodotti e ne aumentano il valore commerciale. Questo approccio rappresenta il futuro dell’agricoltura e il progetto della zucchina siciliana ne è un esempio virtuoso a testimonianza di come anche le colture più tradizionali possano beneficiare di tecnologie avanzate e pratiche sostenibili, trasformando il loro impatto ambientale in valore aggiunto per l’intera filiera. Il successo di questo progetto potrebbe rappresentare un modello replicabile per altre colture e aree geografiche, promuovendo un’agricoltura capace di rispondere alle sfide del futuro con soluzioni innovative e sostenibili.
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