Il progetto Aspass
Innovazione agricola, gli asparagi si candidano a nuovo brand della Sicilia
I siciliani sono abituati a consumare gli asparagi selvatici, quelli che crescono liberi sui campi, ma la regione punta ad avere una sua specie che possa soddisfare il fabbisogno locale e che possa al contempo travalicare i confini dell’isola.
L’asparago è una pianta perenne e al mondo nel esistono oltre 240 specie. La Sicilia, da qualche anno, ci crede e ha dato vita a un circolo virtuoso che sta definendo sempre di più l’asparigicoltura siciliana e che, grazie al progetto Aspass. (Innovazione varietale e colturale per un’Asparagicoltura Siciliana sostenibile di Successo) sta guardando lontano e sta vivendo un periodo di innovazione. A lavoro un gruppo operativo formato da 14 partner che vede insieme, oltre ad aziende agricole – la cui capofila è l’Agricola Marchese Ragona Rosario – anche il coinvolgimento del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), e del Dipartimento di agricoltura, alimentazione e ambiente dell’Università di Catania.
Il mercato dell’asparago, a livello internazionale, registra una costante espansione. L’estero guarda al biologico e alle produzioni italiane, sinonimo di sicurezza e qualità. Il 50% della produzione nazionale avviene in Puglia e la Sicilia ha ancora tanta strada da fare. Aspass dunque, nato in seno al Psr 2014/20, si pone l’obiettivo di migliorare la produttività e la commercializzazione dell’Asparagus officinalis, rendendo la Sicilia competitiva sul mercato regionale prima e nazionale e internazionale poi, rispettando l’ambiente e andando a selezionare degli ibridi resistenti alle malattie che riescano ad aumentare la produzione dei turioni, la parte fiorita che generalmente viene mangiata, e che siano di buona qualità.
Il mercato dell’asparago, a livello internazionale, registra una costante espansione. Il 50% della produzione nazionale avviene in Puglia e la Sicilia ha ancora tanta strada da fare
Si tratta di una strada quasi del tutto nuova, se si considera che i siciliani, fino ad adesso sono stati abituati a consumare l’asparago nella sua versione selvatica, e le produzioni hanno riguardato solo alcune zone specifiche delle provincie di Trapani, Catania, Messina e Ragusa. Se negli anni passati gli agricoltori non hanno avuto a disposizione un germoplasma completamente siciliano e quindi adatto alle condizioni climatiche e territoriali dell’isola, che in alcuni casi hanno determinato basse performance agronomiche ed economiche, Aspass punta proprio sulle aziende locali, per aumentarne la competitività e la redditività, creando degli ibridi adatti al territorio e al clima arido.
L’ibrido siciliano perfetto mira ad avere un’altra sua tipicità: la resistenza alle principali fitopatie, ovvero tutte quelle malattie che attaccano la pianta sia nella sua parte interrata che in quella esterna. Ma gli studi non si fermano qui, perché un altro passo fondamentale è quello di realizzare un prodotto tenero, compatto, di elevata pezzatura, con il sapore tipico della specie, ma che sia anche identitario del territorio. Inoltre, Aspass guarda alla sostenibilità delle produzioni, che devono vivere in un clima arido, quindi devono consumare poca acqua, e devono essere portate avanti con un utilizzo limitato, se non completamente assente, di agrofarmaci e fertilizzanti.
Il progetto ha fatto scendere in campo tutti i partner e nelle aziende coinvolte sono stati installati dei campi sperimentali, in cui sono stati messi a punto protocolli che hanno riguardato l’ottimizzazione sia degli aspetti vegeto-produttivi della cultura, sia quelli relativi alle caratteristiche qualitative e bromatologiche dei turioni di asparago. Focus anche sulla formazione, per dare alle aziende non solo la possibilità di accrescere la loro conoscenza, ma anche di sperimentare direttamente tutto quanto proposto.
Grazie al progetto sono stati identificati gli ibridi potenzialmente adatti all’ambiente siciliano e che potranno fare grande strada, questo anche a nuovi metodi di conservazione che hanno permesso di aumentare la shelf-life dei turioni e quindi la possibilità che questi possano essere venduti per un periodo più lungo, senza perdere le loro caratteristiche organolettiche. L’asparago in Sicilia, quindi, mira a diventare sempre più un brand con l’obiettivo di travalicare i confini dell’isola e questo sarà possibile solo incrementando la produzione di aziende che dovranno diventare sempre più specializzate, riuscendo a fornire un prodotto di qualità anche fuori stagione.
Il futuro dell’asparago siciliano è un futuro che vede un prodotto sempre migliore, grazie al fatto che si guarda contemporaneamente alla consistenza, alla durata della conservazione e a un’offerta sempre più identitaria che parte da una sorta di “carta di identità” che definisce le linee guida di un prodotto che, sempre di più, vuole avere caratteristiche uniche tanto da renderlo decisamente riconoscibile rispetto a tutte le altre specie presenti sul mercato.
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