Terrà

Il progetto
Valore della stagionatura collettiva, Provola dei Nebrodi alla conquista dei mercati internazionali

L’unione fa la forza e i progetti finanziati dalla Sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014/2022 lo stanno dimostrando, con gruppi sempre più professionalizzati che mettono insieme le loro competenze e la loro voglia di innovazione per trovare nuove soluzioni rispettando la tradizione. E’ così anche per “PdNSC_CO_Marketin” il progetto legato alla stagionatura collettiva della provola DOP dei Nebrodi, che sta al contempo studiando nuovi modelli di qualificazione e valorizzazione del prodotto, attraverso l’utilizzo di tecniche innovative di marketing.

“L’idea è nata da un gruppo di produttori che fanno tutti parte del Consorzio Provola dei Nebrodi e che credono nel valore dei prodotti di nicchia tradizionali e nella tradizione casearia siciliana. – spiega la Raffaella Iudicello, innovation broker del progetto – Più che di un gruppo operativo, si tratta di un gruppo di amici che stanno lavorando ad un progetto comune, in cui credono fortemente”.

Sedici i partner che fanno parte del progetto, con la Società Cooperativa Bionatura come capofila: La Margerita, Galati (Giordano Antonio), Galati (Rando Antonino); Zootecnica A. Fioriglio, Sacco Franca; Destro Simona; Longo Antonino, Societa’ Cooperativa F.lli Calà, Consorzio formaggio provola dei Nebrodi; Università di Catania, CoRFiLaC; Addictive ldeas

La zona su cui si trovano le aziende si trova tra le province di Catania e Messina, a cavallo dei monti Nebrodi, partendo dall’Etna fino ad arrivare a ridosso delle Madonie e “il nostro obiettivo è quello di qualificare e valorizzare la nostra provola, farla conoscere fuori dai confini regionali, nazionali e farla arrivare lontano nel mondo”, aggiunge Iudicello. “Già un passo in questo senso lo abbiamo fatto, perché lo scorso giugno, ad una fiera negli Stati Uniti, abbiamo fatto conoscere la provola sfoglia, una delle qualità della provola dei Nebrodi, con una stagionatura più lunga”. La provala si divide infatti in stagionata, fresca, la semistagionata e quella a sfoglia. In quest’ultimo caso, la stagionatura è superiore a 5 mesi, mentre per quella base, il disciplinare di produzione prevede un minimo di stagionatura di 90 giorni.

Come spiega la stessa Iudicello, il progetto ha visto l’introduzione della stagionatura collettiva, un processo innovativo in cui i vari produttori si sono uniti per potere studiare le condizioni migliori per la stagionatura e la maturazione del prodotto e per garantire uniformità al consumatore. In questo modo si studiano quali fattori influenzano e rendono unico il prodotto, l’umidità, la temperatura, per garantire uniformità pur andando a guardare le singole sfumatura che sono determinate dal singolo produttore. La stagionatura collettiva viene portata avanti in Randazzo, sui terreni dell’Azienda Agricola La Mrgherita, con una cella frigorifera all’interno della quale vengono riposti i prodotti.

Tanto lavoro anche sul fronte del marketing: “Abbiamo fatto studi del packaging e grazie al neuromarketing abbiamo capito come raggiungere il consumatore con il nostro prodotto studiandone il comportamento. Grazie alla realizzazione di un spot state condotte analisi neuro sensoriali, per vedere la reazione del consumatore a livello neurone e non solo emotivo, considerando tutta la filiera coinvolta. Quello che è certo e che, ad emozionare chi ha acquista è la natura, la storia di un prodotto”. Nei prossimi mesi andranno avanti le analisi sulla stagionatura e quelle organolettiche della stagionatura collettiva, portate avanti anche grazie a caseificazioni sperimentali, ed entro dicembre dovrebbero avrei i risultati conclusivi.

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