Terrà

Innovazione verde
Gli scarti che diventano “oro” per l’industria cosmetica e farmaceutica

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Quante vite ha uno scarto? Dipende dallo scarto, dall’impegno di chi lo produce e da quello di chi può integrarlo nel suo processo produttivo. In mezzo ci sono gli scienziati che fanno si che, come dice il proverbio siciliano, un impedimento possa diventare giovamento. Per arrivare al risultato finale ci sono voluti tre anni di lavoro e la consapevolezza di dovere fare le cose per bene. Smart Up, è il nome del progetto finanziato dalla Sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2024/2022 che ha messo insieme 4 aziende partner, Jungle Farm capofila (fiori eduli), azienda agricola Costanza Ignazio (foglie di ulivo), azienda agrobiologica Panebianco Salvatore (pastazzo, ovvero scarto di limoni e arance) e l’azienda agricola La Lumaca Madonita (bava di lumaca), per realizzare delle formulazioni destinate all’industria farmaceutica e/o cosmetica a partire proprio dagli scarti di produzione.

Valeria Sorrenti

Grazie alla collaborazione con il Dipartimento Scienze Farmaco e della Salute dell’Università di Catania e dell’azienda Mg Trading Srls, è stato possibile realizzare tre formulazioni che hanno tutte le carte in regola per entrare sul mercato, come ha raccontato a Terrà la professoressa Valeria Sorrenti, docente di Biochimica, responsabile scientifico del progetto: “Abbiamo lavorato a stretto contatto con le aziende che ci hanno conferito gli scarti, noi abbiamo condotti gli esperimenti e, grazie alla collaborazione con la Medinutrex, un’azienda siciliana specializzata su prodotti a base di piante mediterranee, abbiamo avuto la validazione da un punto di vista microbiologico, per avere da un lato degli integratori e dall’altro qualcosa che proteggesse la pelle”.

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