Terrà

Quando i Gal sono protagonisti, Isc Madonie: custodi di cultura e biodiversità nel territorio siciliano

Trentaquattro comuni, tra Palermo, Caltanissetta ed Enna, per un territorio prevalentemente costituito da aree rurali e aree rurali interne, con zone costiere, collinari e montane, alcune delle quali sono patrimonio dell’Unesco, con specificità ambientali, culturali, agrarie e zootecniche. Il Gal Isc Madonie, nato nel 1998 è tra i 23 Gruppi di azione locale siciliani. E’ opportuno ricordare che i Gal svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo del territorio, specialmente nelle aree rurali. Essi sono partenariati locali composti da rappresentanti degli interessi socio-economici sia pubblici che privati, il cui compito principale è elaborare e attuare una strategia di sviluppo locale partecipativo, sostenuta da fondi europei.

“Sul nostro territorio – afferma a Terrà Dario Costanzo, direttore del Gal – abbiamo comuni costieri, nella zona che va da Termini Imerese a Pollina, quelli collinari delle basse Madonie, quelli più a sud che guardano verso i Sicani, quelli montani che rappresentano la parte centrale del territorio e fanno parte del Parco regionale delle Madonne e del Geopark madonne che è patrimonio Unesco. Si tratta di un territorio ricco di emergenze di tipo ambientale, culturale, agrario, con moltissime aziende agricole e zootecniche che in questo periodo cercano di portare avanti le loro attività nonostante le difficoltà. Tra queste abbiamo anche frigomacelli, numerosi caseifici, oleifici, e cantine”.

Il Gal Madonie, è ricco di prodotti tipici, Dop, Igp, presidi Slow Food, Deco, anche in virtù di grande biodiversità colturale e su questo il Gruppo di azione locale sta investendo. “Questa biodiversità agraria e colturale – spiega Costanzo – rappresenta un valore che viene riconosciuto anche dal PSP. Come? Oggi gli agricoltori definiti custodi, quelli che tengono in vita le cultivar in via di estinzione, ricevuto un pagamento e questo permette di valorizzare il loro lavoro”.

I Gruppi di Azione Locale (GAL) svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo del territorio, specialmente nelle aree rurali. Essi sono partenariati locali composti da rappresentanti degli interessi socio-economici sia pubblici che privati, il cui compito principale è elaborare e attuare una strategia di sviluppo locale partecipativo, sostenuta da fondi europei. 

Tra queste specie la fagiola badda, l’arancia biondo di Scillato, l’albicocco di Scillato, la manna da frassino, il peperone di Polizzi detto anche pipio, i grani antichi delle Madonie, il Ficodindia di Roccapalumba. “Una ricerca fatta dal prof. Rosario Schicchi dell’Università di Palermo – aggiunge Costanzo – ha evidenziato che sul nostro territorio c’erano 70 cultivar di pere diverse e 40 di mele, oggi uno dei progetti che stiamo portando avanti prevede il censimento di questi prodotti”.

Fagiola Badda

Il territorio è anche fatto di uomini e donne che portano avanti tradizioni, e il Gal ha ottenuto il riconoscimento per Giulio Gelardi, come cultore della manna di Pollina e Castelbuono. “La sua esperienza è fatta di studi e di innovazione – racconta Costanzo – e il suo sapere l’ha trasmesso ai più giovani, mantenendo viva la cultura della manna che in passato dava da vivere a moltissime famiglie. Lui oggi ha e lui non solo ha effettuato studi e portano innovazione, ma le ha anche trasmesse ai giovani, ha mantenuto viva questa cultura della manna che prima dava da vivere a tante famiglie”.

Il Gal, naturalmente, copre anche il settore del turismo rurale, inteso come turismo esperienziale, di relazione, non di massa. Si tratta di un turismo che è culturale, religioso, per famiglie, sportivo, ambientale, archeologico, basti pensare in questo caso al parco archeologico di Himera. “Grazie ai progetti Regia – dice ancora Costanzo – stiamo investendo sulla valorizzazione di percorsi enogastronomici. Siamo sede de le strade del vino sui percorsi della targa Florio, e ancora il Geopark, le vie dell’olio, ed è nostra intenzione fare una banca del vino e una dell’olio”.

Tutto facendo rete, per portare avanti dei progetti, che abbracciano anche il sociale: “Abbiamo finanziato tre reti a beneficio prevalentemente di ragazzi e giovani in condizioni di disagio psichico e questo nei tre grossi compartimenti, uno nel palermitano, uno nella zona di Castelbuono e dintorni e una in zona Petralia Sottana, naturalmente con la collaborazione di ASP, Comuni e altre realtà istituzionali del territorio”. In attesa del 2025, quando la Regione Siciliana sarà Regione Europea della Gastronomia, prosegue il percorso di valorizzazione degli itinerari enogastronomici e la valorizzazione di tutta la sentieristica. La zona è infatti ricca di sentieri censiti dal Cai, alcuni che fanno parte della tradizione religiosa, come il cammino dei frati che va da Resuttano fino a Petralia Sottana, e ancora una pezzo della via Francigena.

Sul territorio anche alcuni animali che si trovano nello specifico: “Mi piace distinguerli in simpatici e meno simpatici. Nella prima categoria rientrano moltissime specie dagli insetti ai rettili, passando per i mammiferi. Troviamo il gatto selvatico, la martora, la volpe, e varie famiglie di uccelli tra i quali i grifoni, le aquile selvatiche, i falchi. Poi invece ci sono animali che stanno distruggendo gli areali protetti, di tratta dei cinghiale e dei daini, specie che sono state immesse nel territorio senza controllo e che non hanno predatori naturali. Si riproducono a dismisura e danneggiano i coltivi”.

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