Imprenditori 10 e Lode
Planeta, da 5 secoli guardando il futuro: “Il nostro è un nuovo modo di pensare il viaggio in Sicilia”
di Veronica Bonanno
Quella di Planeta è una storia di coraggio ed impegno, di innovazione e tradizione: azienda e famiglia che si identificano, con lo sguardo rivolto all’orizzonte ma con i piedi saldi nella terra, nei suoi valori. Coraggio e innovazione in primis, perché a partire dagli anni ’90 la penultima generazione – un manipolo di ventenni, guidati da Alessio Planeta, sotto l’ala protettrice del fondatore Diego Planeta – ha avviato un progetto completamente nuovo, che ha messo il vino al centro di tutte le attività agricole di famiglia. Una famiglia che da cinque secoli, attraverso 17 generazioni, si impegna a percorrere le strade dell’evoluzione agricola in una terra complessa come la Sicilia, con un approccio sempre orientato all’apertura, al futuro. Un istinto proteso a cambiare e a generare cambiamenti positivi nel suo intorno, nella cultura e tra le persone.
Planeta, cinque secoli di storia attraverso 17 generazioni, in una terra complessa come la Sicilia
Nel corso del ‘900 è stato il nonno Vito a dimostrare come, oltre alla gestione statica della proprietà terriera, la famiglia dovesse muoversi insieme verso nuove soluzioni e nuove prospettive: lui per primo, a Menfi, ha tentato la trasformazione della piccola cantina familiare in una grande cantina sociale che in poco tempo, con la presidenza di Diego, si è poi trasformata in un patrimonio collettivo, modello di sviluppo territoriale, e grande laboratorio di sperimentazione. Nel frattempo le nuove generazioni crebbero. E attorno al forte dell’Ulmo, dove da cinque secoli vengono coltivate le loro terre più antiche, scattò la scintilla: trasferire questa prima esperienza insieme a nuove idee nel progetto e nella creazione di una nuova azienda. Fu così che nel 1985 piantarono attorno al Lago Arancio il loro primo vigneto.
Due diverse generazioni – fratelli e sorelle, figli e nipoti – lavorano da quel giorno fianco a fianco, con la perfetta intesa che deriva non solo dall’armonia dei caratteri e dalla complementarietà delle competenze, ma soprattutto dall’unità della visione: l’amore per la loro terra, il desiderio di proteggerla e la capacità di immaginare ogni giorno un nuovo modo per darle valore. Fu così che, dopo aver inaugurato nel 1994 la prima cantina all’Ulmo, prese vita il “Viaggio in Sicilia”, ovvero, un viaggio alla ricerca dei territori più vocati dell’Isola, dove creare delle cantine autonome e produrre le eccellenze di ciascun area, lavorando sui vitigni autoctoni ma continuando anche a sperimentare le varietà internazionali, queste ultime soprattutto a Menfi, il centro operativo dell’azienda. La successiva tappa del viaggio è a Vittoria; siamo nel 1997 e qui regna l’unica DOCG siciliana, il Cerasuolo di Vittoria, con l’acquisto dei primi vigneti in quell’area e della tenuta di Dorilli.
Quindi Noto nel 1998 – con il preciso intento di raggiungere l’eccellenza nel Nero d’Avola, nella sua zona di elezione – con l’acquisto della tenuta di Buonivini. Poi l’Etna, con l’acquisto nel 2008 dei primi 12 ettari di terreno a Sciaranuova, sul versante nord, la creazione della cantina Feudo di Mezzo, e via via gli altri acquisti, che hanno portato a quota 40 gli ettari complessivi sul Vulcano, dedicati al Nerello Mascalese e al Carricante, con piccole sperimentazioni di Pinot Noir e Riesling. Infine, il loro viaggio si conclude al momento a Capo Milazzo, nella minuscola cantina della Baronia, dove dal 2011 il focus è stato la DOC Mamertino e diverse antiche varietà autoctone, tra le quali spicca il Nocera. Tutto a partire da quel primo tassello all’Ulmo, la tenuta acquisita dalla famiglia per via di matrimonio nel 1694, 17 generazioni addietro, e già da allora coltivata anche a vigna e olivo: autentiche tradizioni di famiglia.
Grazie anche al sostegno ricevuto nel corso degli anni del Programma di Sviluppo Rurale, l’azienda conta oggi 400 ettari e 7 cantine in 5 diversi territori. Ciascuna con il suo enologo responsabile, ciascuna completamente inserita nel territorio e su di esso modellata. Le misure e i corrispettivi progetti finanziati dal PSR Sicilia sono numerosi: partendo dalla 121 (programmazione 2007-13) per l’ammodernamento nella aziende agricole, passando per la misura 4.6 – investimenti aziendali filiera agricola, la 4.04 – internazzionalizzazione PMI – e la 10.1b – agroambientale e metodi di gestione eco sostenibili, senza dimenticare anche i progetti in corso di svolgimento con la nuova programmazione 2014-20 con i quali l’azienda ha ‘raddoppiato’ per l’ammodernamento nelle aziende agricole e i metodi di gestione eco sostenibili.
Infine l’impegno: i valori che hanno sempre guidato Planeta sono tradizione, ricerca, etica del lavoro e rispetto del territorio. Ma non solo, fondamentale è stato per la famiglia contribuire al progresso delle comunità nelle quali l’azienda opera, salvaguardando la bellezza e l’integrità dei luoghi. Quest’ultimo aspetto è particolarmente carico di significato per l’oggettiva bellezza dei territori dove si trovano vigneti e cantine: Ulmo, Dispensa, Dorilli, Buonivini, Sciaranuova e La Baronia sono dei luoghi indimenticabili, che danno forza al detto secondo cui i vini buoni si fanno nei posti belli.
“Il nostro è un nuovo modo di pensare il viaggio in Sicilia: Menfi, Vittoria, Noto, l’Etna e Capo Milazzo – diceva Diego Planeta -. Un percorso non casuale, fortemente legato alla diversità dei paesaggi, dei venti, del carattere degli uomini e quindi dei loro vini”. E la propensione spontanea dell’azienda ad inseguire la bellezza li ha spinti a cercare modi sempre nuovi per esserne testimoni, non solo con i vini, ma anche attraverso i progetti di ospitalità, arte e responsabilità sociale su cui continua ad investire. Last but not least, infatti, Planeta aderisce al protocollo di sostenibilità SOStain fin dalla sua nascita: un’ulteriore garanzia di attenzione all’ambiente e al territorio. Vi basterà visitare una qualsiasi delle cantine per capire quanto ambiente, paesaggio e cultura siano valori fondanti dell’azienda.
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