Turismo nelle aree interne, i Comuni affinano le strategie. Madonie, Terre Sicane e Calatino zone “test”
Politica turistica, fattore di integrazione di sistema che dà senso e migliora l’erogazione dei servizi essenziali nelle aree interne, rafforzandone la capacità amministrativa e la crescita economica. E’ questa la chiave di lettura del report “La governance del turismo nelle strategie delle aree interne” curato da Formez Pa. Un rapporto che evidenzia una nuova e possibile prospettiva attraverso cui interpretare la gestione turistica a scala comunale, come elemento di integrazione e coordinamento fra politiche e attori, istituzionali e privati. La ricerca è stata realizzata nell’ambito del progetto del DPS “La Strategia Nazionale per le aree interne (Snai) e i nuovi assetti istituzionali” attuato sempre da Formez Pa e che ha come oggetto la programmazione e gestione degli interventi turistici nelle aree interne, con una focalizzazione sulle 13 delle 72 aree impegnate nella Snai 2014-2020, che hanno scelto di gestire il settore in forma associata attraverso accordi formali, costruendo specifici modelli organizzativi.
Sono state analizzate 13 aggregazioni in tutta Italia, per la Sicilia sono state individuate tre aree prettamente agricole Madonie, Terre Sicane e Calatino
Il report restituisce un quadro in cui, all’eterogeneità degli interventi, alla complessità della rete degli attori non solo istituzionali coinvolti e alla presenza di diversi ambiti di gestione sovrapposti a quelli delle aree (come nel caso dei Parchi o dei bacini imbriferi) fa da contraltare la rilevazione di ricorrenze, elementi comuni derivanti anche dalla dimensione di perifericità dei territori che limita gli strumenti a disposizione e restringe le scelte. Al di là delle differenti soluzioni effettuate, i comuni che hanno scelto strutture convenzionali di gestione, dimostrano di avere una visione di sviluppo turistico più ampia che, accanto alla realizzazione di strutture e infrastrutture turistiche attiva anche azioni di promozione e marketing territoriale nella consapevolezza che non basta realizzare, ma anche vendere il prodotto.
Il turismo è un ambito di policy di forte integrazione che mette insieme settori come ambiente, agricoltura, patrimonio culturale nonché tutte le politiche di miglioramento dei servizi essenziali su cui si fonda la Snai, ovvero mobilità, sanità e istruzione. Le 13 aggregazioni analizzate (per la Sicilia tre aree prettamente agricole Madonie, Terre Sicane e Calatino) hanno formalizzato la loro propensione a gestire in collaborazione il settore, oltre ad aver ottemperato come tutte le altre al requisito associativo che prevede la gestione associata di almeno due tra le funzioni fondamentali. Inoltre, la metà dei casi lo hanno fatto attraverso la sottoscrizione di una convenzione di secondo livello, mentre negli altri mediante una convenzione di primo livello che dispone la gestione associata della materia turistica. Si tratta soprattutto di convenzionamenti plurifunzione con l’integrazione di altri servizi ritenuti coessenziali per stimolare lo sviluppo economico.
Tutto questo si traduce in interventi che vanno dal potenziamento dei trasporti pubblici al marketing territoriale, dalla ristrutturazione di edifici di valore storico/artistico alla valorizzazione delle infrastrutture per la loro fruizione. Tra i più gettonati, strutture museali, centri visite, rete di sentieri e ciclovie. La differenza tra i comprensori non convenzionati sulla governance turistica e quelli che lo hanno fatto è che i primi propendono in maggior misura al sostegno degli operatori economici mentre i secondi privilegiano gli investimenti in strutture di pubblica fruizione. Nel 30,2% delle 13 aree considerate i soggetti attuatori sono i comuni capofila delle aree, dato che scende al 27,6% nelle restanti aree.
Percentuali che indicano come il quadro si semplifichi – riunendo in un unico soggetto chi attua e spende con chi ha sottoscritto gli Accordi di programma quadro – laddove sia stata riconosciuta una forte centralità alla componente turistica. Una semplificazione figlia di un modello sovracomunale strutturato che facilita l’attuazione delle politiche, non solo di quella turistica. Scelte vincenti rese evidenti negli ultimi tre anni segnati dalla pandemia che ha, inaspettatamente, fatto esplodere la ”domanda di aree interne” come luoghi dove praticare il distanziamento sociale. Quei territori che avevano avviato una formalizzazione dell’offerta ricettiva si sono trovati a rispondere a questa accelerazione con maggior prontezza. Il report propone in chiusura schede sintetiche sulle 13 aree che hanno formalizzato la propria attitudine a gestire i servizi turistici in forma associata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Vuoi ricevere gli aggiornamenti di Terrà per email?
Post a Comment
Devi essere connesso per inviare un commento.