Parla l'esperto
In Sicilia, cresce la produzione di latte caprino. Ecco perché
di Valentina Schirò
Non è casuale se negli ultimi anni in Sicilia e non solo, si sta assistendo ad una maggiore produzione di latte caprino e dei suoi derivati. Questo alimento, si distingue da quello vaccino non solo per l’elevata digeribilità, ma anche perché rientra nella lista di quei prodotti considerati “sani” e “salutari”. La capra, infatti, sebbene sia soprannominata la “vacca dei poveri”, produce un latte dalle spiccate proprietà nutrizionali capace di offrire numerosi vantaggi per l’organismo.
Proprietà nutrizionali
Il latte di capra apporta circa 710 kcal per litro, un po’ di più rispetto al latte vaccino. L’elevata digeribilità è data dal moderato contenuto in lattosio, dalla presenza di globuli di grasso di dimensioni ridotte e da un elevato contenuto in acidi grassi a catena corta e media. La presenza però di lattosio (seppur in minore quantità), e un rapporto caseine/sieroproteine molto simile al latte umano, fanno si che questo alimento sia comunque sconsigliato a chi è intollerante al lattosio e allergico alle proteine del latte vaccino. Per quanto riguarda la concentrazione di minerali, decisamente più elevata rispetto a quello di vacca, quello caprino presenta un elevato contenuto in potassio, calcio, magnesio, fosforo; mentre la quantità di selenio, utile per un buon funzionamento del sistema immunitario, è simile a quella del latte materno.
Tuttavia, l’elevata concentrazione in minerali, rendono purtroppo questo alimento non adatto ai lattanti, se non opportunamente diluito, perché potrebbe causare un sovraccarico dell’attività renale non ancora ben sviluppata. Rispetto al latte vaccino, il latte di capra ha un maggiore contenuto di vitamina A, mentre ha un basso contenuto di vitamina B12 e acido folico. Sia il latte vaccino che il latte di capra sono carenti in vitamina B6, vitamine C e D. Per quanto concerne i carboidrati invece, sono principalmente rappresentati da olisaccaridi con attività prebiotica, così come il latte materno.
Possibili benefici
Grazie alla sua particolare composizione in vitamine, minerali e proteine, al latte di capra vengono attribuite proprietà antiinfiammatorie, così come la capacità di supporto per il buon funzionamento dell’apparato cardiovascolare e del sistema immunitario. Recenti studi clinici hanno inoltre dimostrato come il consumo di latte e formaggi di capra nella dietoterapia di soggetti in decorso post-operatorio da malattie cardiovascolari, al posto dei corrispettivi prodotti vaccini, contribuisca ad una riduzione dei valori di colesterolo, azotemia, uricemia e glicemia.
Controindicazioni
Il latte di capra potrebbe interferire con l’assunzione della ciprofloxacina o delle tetracicline. Prima dell’assunzione è sempre opportuno parlare con lo specialista di riferimento.
I caprini a tavola
I caprini sono formaggi molto versatili in cucina: da soli oppure accompagnati da del buon olio extravergine di oliva o dal miele (soprattutto di acacia), sprigionano un sapore sempre nuovo e gradevole al palato. Per esaltarne il sapore, è ottimo anche il suo abbinamento con il pane nero così come con le confetture, soprattutto di fichi, ciliegie e mirtilli. E’ una tipologia di formaggio che può essere consumato fresco o dopo breve stagionatura (generalmente 10-15 giorni).
Valentina Schirò
Biologa nutrizionista, specialista in Scienza dell’alimentazione e dottore di ricerca in Oncopatologia molecolare e cellulare. Dedita allo studio della nutrizione e dell’alimentazione non solo per l’aspetto salutistico, ma anche culturale e sociale. Nel 2015 ha svolto attività di ricercatore per l'Osservatorio Grana Padano per l'indagine sugli errori e lo stile di vita degli Italiani. Nel 2019, ha ricevuto il riconoscimento di Ambasciatore dell’Accademia di Gastronomia e Gastrosofia. Vanta la partecipazione a diversi progetti di ricerca ministeriali, relatrice per numerosi corsi e congressi e collabora con diversi siti web, riviste e radio.
Valentina Schirò
Biologa nutrizionista, specialista in Scienza dell’alimentazione e dottore di ricerca in Oncopatologia molecolare e cellulare. Dedita allo studio della nutrizione e dell’alimentazione non solo per l’aspetto salutistico, ma anche culturale e sociale. Nel 2015 ha svolto attività di ricercatore per l'Osservatorio Grana Padano per l'indagine sugli errori e lo stile di vita degli Italiani. Nel 2019, ha ricevuto il riconoscimento di Ambasciatore dell’Accademia di Gastronomia e Gastrosofia. Vanta la partecipazione a diversi progetti di ricerca ministeriali, relatrice per numerosi corsi e congressi e collabora con diversi siti web, riviste e radio.
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