Terrà

Tracciata la road map
Verso la Rete Ue dei vini fortificati: la Sicilia e il Marsala in prima linea per riconoscimento Unesco

L’obiettivo è promuovere la costituzione di una Rete europea dei vini fortificati. Un progetto che vede protagonista la Sicilia e che mira al riconoscimento dei vini fortificati della “Cintura del sole” come patrimonio immateriale dell’umanità. Parliamo del Marsala, Sherry, Madeira, Porto e Samos, prodotti della fascia climatica che attraversa il Mediterraneo. Il primo passo è già stato fatto: due settimane fa, una conference call organizzata dal presidente del Concours Mondial de Bruxelles, Benoit Havaux, ha visto la partecipazione dei presidenti dei Consorzi di Jerez (Andalusia), Madeira (Azzorre), l’Istituto do Vinho do Porto, Marsala e Samos (Grecia). Occasione che ha dato vita al percorso da affrontare per ottenere il prestigioso riconoscimento Unesco.

Come recita lo stesso sito dell’agenzia dell’Onu, “questo patrimonio culturale immateriale è fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere. La sua importanza non risiede nella manifestazione culturale in sé, bensì nella ricchezza di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all’altra”. Ed è con questo spirito che è nata l’iniziativa che mira al riconoscimento di questi vini fortificati come patrimonio immateriale dell’umanità non solo per promuovere la loro unicità e tradizione storica, ma anche per consolidare il rapporto tra i relativi popoli che li producono.

Questi vini, profondamente radicati nelle culture locali, rappresentano un legame storico che va oltre le frontiere nazionali, creando una rete di cooperazione e scambio culturale tra le regioni della Cintura del sole. Il secondo passo è stato fatto la scorsa settimana a Marsala, presso il Baglio Oneto di Marsala grazie a un incontro promosso dal Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana e che ha messo tutti attorno a un tavolo i protagonisti siciliani.

I protagonisti siciliani

Il sindaco di Marsala, Massimo Grillo; il presidente del Consorzio tutela Marsala Doc, Benedetto Renda; il capo del Dipartimento regionale dell’Agricoltura, Dario Cartabellotta (foto); il presidente dei Paladini di Sicilia, Diego Maggio; il presidente del Consorzio Doc Sicilia, Antonio Rallo; il dirigente Irvo, Lucio Monte; il capo Ipa di Trapani, Vito Falco; il dirigente scolastico, Domenico Pocorobba; la presidente del Club Unesco di Marsala, Cesarina Perrone; il vicepresidente del Comitato civico ‘Miglioriamo Marsala’, Elio Palmeri, una serie di rappresentanti di aziende produttrici di vino e cantine cooperative.

Il secondo passo è stato fatto la scorsa settimana a Marsala, presso il Baglio Oneto di Marsala grazie a un incontro promosso dal Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana e che ha messo tutti attorno a un tavolo i protagonisti siciliani: il sindaco di Marsala, Massimo Grillo; il presidente del Consorzio tutela Marsala Doc, Benedetto Renda; il capo del Dipartimento regionale dell’Agricoltura, Dario Cartabellotta; il presidente dei Paladini di Sicilia, Diego Maggio; il presidente del Consorzio Doc Sicilia, Antonio Rallo; il dirigente Irvo, Lucio Monte; il capo Ipa di Trapani, Vito Falco; il dirigente scolastico, Domenico Pocorobba; la presidente del Club Unesco di Marsala, Cesarina Perrone; il vicepresidente del Comitato civico ‘Miglioriamo Marsala’, Elio Palmeri, una serie di rappresentanti di aziende produttrici di vino e cantine cooperative.

Il documento

Alla fine dei lavori, è stato sottoscritto da tutti i partecipanti un documento che evidenzia la dichiarata coesione di intenti tra i soggetti presenti, sia privati che istituzionali, per la costituzione di un Comitato promotore della candidatura, e la definizione di una “road map” articolata in diverse fasi. La prima prevede la raccolta di dati e documentazione attraverso un’ampia ricerca coordinata dai Paladini di Sicilia, volta a raccogliere informazioni storiche, culturali e enologiche relative alla produzione dei vini fortificati nella “Sun Belt”.

La seconda fase implica il coinvolgimento delle comunità locali, con l’organizzazione di incontri, workshop e focus group nelle aziende, nei wine resorts e nei bagli, coinvolgendo produttori, esperti enologi, rappresentanti delle comunità locali e delle istituzioni per raccogliere conoscenze e pratiche tradizionali.

La terza fase riguarda l’identificazione delle migliori pratiche vinicole utilizzate nella produzione dei vini fortificati, valutando la loro sostenibilità economica, sociale ed ambientale.

La quarta fase consiste nell’elaborazione di un dossier Unesco dettagliato riportando l’importanza culturale e storica dei vini fortificati della “Sun Belt”, includendo testimonianze, tradizioni, tecniche di produzione e impatto sulla comunità.

Infine, la quinta fase si concentra sulla promozione e sensibilizzazione, con l’organizzazione di eventi, conferenze, degustazioni e attività culturali per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni internazionali sull’importanza della candidatura Unesco e sulla valorizzazione dei vini fortificati. È stato anche deciso di ospitare a Marsala, nel prossimo ottobre – e questo è il terzo passo – i rappresentanti delle produzioni vinicole del Mediterraneo meridionale. Questo incontro sarà determinante per decretare l’avvio ufficiale del percorso che culminerà nella presentazione della candidatura.

Potenzialità del progetto

Dal punto di vista socio-economico, il riconoscimento dei vini fortificati della “Cintura del sole” come patrimonio immateriale dell’umanità avrebbe numerose ripercussioni positive. A partire dalla valorizzazione e promozione del territorio. Infatti, l’inserimento nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità può attrarre un numero maggiore di turisti, curiosi di scoprire le origini e le tradizioni legate a questi vini. Ciò può portare a un incremento significativo delle entrate turistiche e alla promozione delle regioni vinicole coinvolte. Conseguente, anche il sostegno all’economia locale. Basti pensare a una crescente domanda di questi vini, stimolata dal prestigio internazionale, che può creare nuove opportunità di lavoro e supportare le economie locali. In sostanza, dalla produzione vinicola alla ristorazione e ospitalità, molteplici settori potrebbero beneficiare di questa iniziativa.

Poi c’è il tema dello sviluppo sostenibile. Il riconoscimento può incentivare le pratiche agricole e vinicole sostenibili, con un impatto positivo sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti. Le tecniche tradizionali di produzione possono essere preservate e valorizzate, promuovendo un equilibrio tra innovazione e tradizione. Per non parlare, infine, dell’educazione e formazione in quanto la promozione di questi vini a livello internazionale può stimolare programmi educativi e formativi, sia per professionisti del settore che per appassionati. E così workshop, seminari e corsi specializzati possono diffondere la conoscenza delle tecniche di produzione e delle caratteristiche uniche di ciascun vino, creando una rete di esperti e ambasciatori del patrimonio enologico della “Cintura del sole”.

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