Terrà

Nuova Pac 2023/2027
Qualità, giovani e innovazione: ecco come la Sicilia spenderà le risorse

di Antonino Drago*

Lo scorso 2 dicembre, la Commissione europea ha approvato il Piano Strategico della PAC 2023-2027 per l’Italia. In questo ciclo quinquennale ciascuno degli stati membri dell’UE ha infatti un solo strumento di programmazione nazionale. Un solo soggetto quindi, il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che, nel ruolo di Autorità di Gestione nazionale, programma e interloquisce con la Commissione UE, e 21 autorità di gestione regionali che, come già avvenuto fino a oggi, applicano sui territori i contenuti programmatici del PSP, attraverso i vari bandi attuativi. La funzione preminente, quasi esclusiva, delle Regioni è quindi quella di gestire le risorse appostate per ciascuno degli interventi previsti nel Piano nazionale.

La Sicilia in questo ciclo 2023-2027 ha deciso di concentrare le risorse disponibili in pochi interventi strategicamente significativi. Si punta sulla qualità delle produzioni associata alle tecniche agronomiche a basso impatto ambientale, sulle aree interne e svantaggiate, sui giovani agricoltori, sul sistema della conoscenza e dell’innovazione attraverso l’approccio AKIS (Agriculture Knowledge and Innovation System). Come si vede dalla tabella seguente, quasi l’intero budget disponibile viene destinato a 10 interventi specifici e a 2 modalità di approccio. Infatti, a fronte di una dotazione complessiva disponibile di circa 1,5 miliardi di euro, il 91% è allocato per finanziare gli interventi strategici di cui qui parliamo.

CodiceIntervento PSPDotazione
(milioni di euro)
SRA29Pagamento per metodi di produzione biologica450
SRA20Impegni specifici per l’uso sostenibile dei nutrienti93
SRA30Benessere animale125
SRB01Sostegno su zone svantaggiate montane125
SRB02Sostegno su zone con altri svantaggi significativi105
SRB03Sostegno su zone con vincoli specifici (isole minori)1,5
SRE01Insediamento giovani agricoltori100
SRD07Infrastrutture nelle aree rurali40
SRD01Investimenti produttivi per la competitività delle aziende agricole180
SRD13Investimenti trasformazione e commercializzazione prodotti agricoli45
SRG06GAL e APROCCIO LEADER77

APPROCCIO AKIS25

Totale dotazione (milioni di euro)1370

In particolare viene confermato, in primis, il grande impegno tecnico e finanziario della Regione Siciliana nei confronti dell’agricoltura biologica, già peraltro ben sostenuta negli ultimi 10 anni. In tal modo si intende andare oltre il target del 25% di SAU (Superficie Agricola Utilizzata) che l’Unione europea si è prefissato con il Green Deal in questo nuovo periodo di programmazione, e in Sicilia si punta quindi a finanziare politiche di sostegno ai metodi agronomici più puliti, che sono pertanto le produzioni di maggiore qualità globale, su più del 30% della SAU regionale. Assieme a ciò, sarà ancora finanziato un sostegno significativo ai metodi integrati, cioè a quelli con ridotto impiego di sostanze chimiche di sintesi.

Tutto ciò è certamente possibile in Sicilia anche grazie alle condizioni favorevoli climatiche che tengono più bassa la dannosità delle fitopatie e dei fitofagi, ma è anche realizzabile grazie alla disponibilità di diffuse professionalità specifiche e di servizi tecnici specialistici, quali ad esempio il SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano) del Dipartimento regionale Agricoltura, che supportano gli imprenditori agricoli nelle scelte aziendali più rispettose dell’ambiente e della salute umana, attraverso l’adozione delle più razionali e moderne tecniche colturali, con basso o nullo impiego di fitofarmaci e fertilizzanti. Questi concetti sono stati ribaditi con enfasi e chiarezza nel corso dell’evento-roadshow nazionale “Armonie di Territori”, organizzato a Bari sull’agricoltura biologica dalla Rete Rurale Nazionale lo scorso 17 novembre, nell’ambito del quale lo scrivente è intervenuto in rappresentanza della nostra Regione.

Sia gli interventi di sostegno degli allevamenti nelle aree svantaggiate, che quelli incentivano l’adozione di tecniche che migliorano il benessere animale, consentono significativi vantaggi rispetto all’elevata qualità delle produzioni zootecniche, che ne fanno ulteriormente aumentare il pregio e il valore aggiunto, soprattutto perché ottenute in aree rurali salubri, con metodi poco intensivi, nel rispetto di standard etici e sanitari più elevati per gli animali allevati. C’è poi il mondo dei giovani in agricoltura. Dopo i buoni risultati degli interventi di insediamento attuati negli ultimi anni, si continua a credere molto nel rinnovamento dell’imprenditoria agricola, stavolta puntando però negli investimenti formativi e culturali piuttosto che, come finora avvenuto, su quelli di carattere materiale aziendale. Questo è il senso della scelta della nostra Regione di finalizzare le risorse del nuovo ciclo 2023-2027 verso l’attuazione di un “pacchetto giovani” centrato su investimenti immateriali che guardano strategicamente alle occasioni di crescita umana e professionale.

Si continuerà a investire molto sul rinnovamento dell’imprenditoria agricola, ma stavolta puntando sugli investimenti formativi e culturali

Accanto a tale primo grande elemento strategico, la Sicilia ha scelto di dare priorità alle aree rurali più deboli, spesso le più interne e montane, appostando risorse significativamente importanti per continuare a sostenere le aree svantaggiate e a migliorare le infrastrutture viarie. Ciò è legato prevalentemente al comparto zootecnico, cui si continuerà a prestare la dovuta e giusta attenzione: ne è una dimostrazione la conferma del sostegno significativo alle tecniche di gestione aziendale che riguardano il benessere degli allevamenti, per la prima volta finanziate nel 2022 nell’ambito della misura 14 del PSR Sicilia 2014-2022, la cui attuazione operativa sta già dando buoni riscontri sul territorio.

A supporto degli elementi più innovativi tra gli interventi sopra accennati continueranno ad esserci certamente anche i GAL che realizzano politiche di sviluppo locale attraverso l’approccio LEADER. Ma ci dovrà essere soprattutto il metodo AKIS: un nuovo modo di concepire e attuare il sistema articolato di ricerca&innovazione, della formazione e della consulenza aziendale, attraverso un approccio integrato che dovrà vedere le strutture regionali in primo piano fra i soggetti chiamati a svolgere un ruolo di regia e di indirizzo strategico.

*Dirigente Area 3 – Coordinamento e Gestione Generale Programmi, Agro-biodiversità e Cooperazione del Dipartimento regionale Agricoltura

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