Parla l'enologo
L’importanza della qualità: come valutare un vino secondo Martino Amato
di Giacomo Alberto Manzo*
Dopo la laurea presso il corso in Viticoltura ed Enologia di Marsala ha viaggiato per il mondo per crescere professionalmente, accumulando esperienze in California, Nuova Zelanda, Argentina e Cile. Anche l’Italia, e precisamente la Toscana, è stata una tappa, per Martino Amato, per arricchire il suo bagaglio da enologo. Poi l’approdo definitivo a Malta, presso nell’azienda Meridiana Wine Estate, della famiglia Antinori. Per Amato un fatto è certo, per un enologo la sola passione per il vino non è sufficiente. Per trasformare l’amore per il vino in competenza professionale, l’enologo deve accompagnare il suo entusiasmo con uno studio rigoroso e approfondito.
In estrema sintesi, qual è il suo lavoro in azienda?
“Mi occupo dell’intero processo viticolo ed enologico, quindi dalla produzione dell’uva fino all’imbottigliamento del vino.
Come sceglie le uve per la vinificazione?
“I vigneti dai quali otteniamo le uve vengono gestiti da me personalmente. Per cui, la mia responsabilità è ottenere delle uve sane e con le qualità prefissate, in funzione al tipo di vino che vogliamo realizzare”.
Quali sono le sfide più comuni che incontra nel suo lavoro?
“Riuscire a dare un’identità a quello che si produce e mantenerla nel tempo, credo sia la sfida più ricorrente ma, allo stesso tempo, quella più affascinante e difficile”.
Quali sono le tendenze attuali nel mondo del vino?
“Il consumatore medio sta diventando sempre più esperto e meticoloso nella scelta di un vino. Questo va a vantaggio della qualità ovviamente, ma ci mette di fronte a delle responsabilità che ogni enologo dovrebbe cogliere per alzare il livello qualitativo anno dopo anno”.
Come coniugare tradizione e innovazione nella produzione del vino?
“Il mondo del vino è in costante evoluzione, è importante sapere da dove si è partiti con la consapevolezza che non bisogna mai fossilizzarsi, per cui sperimentare in maniera cauta ci aiuta a migliorare i vini per renderli sempre attuali”.
Quali sono i suoi vini preferiti?
“Vado tranquillamente da un vino bianco strutturato e fruttato a un vino rosso con una maturazione media, ma non eccessiva. Non mi dispiacciono, invece, i vini rossi con maturazione in bottiglia. In ogni caso, preferisco un vino che mi emoziona, che stimola la mente oltre che i sensi”.
Come valuta la qualità di un vino?
“Da consumatore, semplicemente dalla capacità che ha quel vino di stimolare i sensi portandoti a richiedere un secondo bicchiere dello stesso vino; da tecnico, invece, dall’equilibrio di tutte le componenti che rende un vino perfetto”.
Qualche consiglio a un aspirante enologo?
“Seguire la propria passione. Lavorare con passione significa “non lavorare” neanche un giorno della propria vita. Per chi intraprende questa meravigliosa professione è importante avere una mente elastica, veloce, e poi sperimentare cose nuove, avendo sempre ben presente gli obiettivi da raggiungere”.
La sua esperienza più memorabile?
“Penso che ogni esperienza sia bella per ragioni diverse; tuttavia ho un ricordo indelebile della prima vendemmia come tirocinante, nel 2008 presso le cantine Settesoli a Menfi. Ed è qui che nasce l’amore e la passione per la mia professione, e come dice il detto, il primo amore non si scorda mai”.
*Enologo
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