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La “Rinascita” del pomodoro di Valledolmo, una scommessa vinta da tre giovani produttori

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Tre giovani produttori e la voglia di rinvigorire un luogo dove le difficoltà connesse alla gestione della commercializzazione del pomodoro non portavano a una crescita del territorio. E’ così che nel 1977 nasce la Cooperativa “Rinascita”, con un nome che senza dubbio celebra la volontà dei suoi soci fondatori.

Siamo a Valledolmo, a poco più di novanta chilometri da Palermo, dove la crescente produzione di pomodoro ha dato vita a un notevole volume d’esportazione verso le fabbriche conserviere di Bagheria, Partinico, Comiso e dello stesso capoluogo siciliano. Così “Rinascita” diventa nel corso degli anni il fulcro attorno al quale centinaia di piccoli produttori valledolmesi organizzano la commercializzazione e la gestione della logistica e del conferimento del pomodoro.

Nei primi anni ’80 la cooperativa, ormai fiorente, specializzata e meccanicamente avanzata, diventa un punto di riferimento indispensabile per tutto il territorio dando un forte impulso all’economia agricola locale. Alla fine degli anni ’90 la profonda crisi delle industrie conserviere comporta un periodo di incertezze che mette a rischio la stessa esistenza della cooperativa, ma le opportunità derivanti dai nascenti Patti Territoriali fanno si che anche questo scoglio venisse superato.

“Rinascita” diviene pertanto una piccola industria di trasformazione creando plusvalore economico e sociale a favore dei soci e dell’intera economia locale. Il pomodoro Siccagno di Valledolmo, protagonista di questa svolta, viene lavorato nel moderno stabilimento di contrada Rovittello a Sclafani Bagni (Palermo), dotato di macchinari tecnologicamente avanzati e in possesso di tutti i requisiti igienico-sanitari indispensabili per la realizzazione di prodotti rispondenti alle normative vigenti e quindi perfettamente idonei alla commercializzazione in ambito nazionale e internazionale.

Il ‘Siccagno’, il protagonista

Il ciclo di maturazione di questo pomodoro è portato a termine dagli agricoltori di Valledolmo senza apporto di acqua, grazie a una tecnica di coltivazione (“in Siccagno”) attraverso la quale vengono sfruttate al meglio le caratteristiche dei terreni; le componenti argillose montmorillonitiche e le sabbie plioceniche miste ad argilla hanno infatti delle caratteristiche di buona fertilità agronomica e di autoregolazione idrica nei periodi di siccità. Inoltre, il particolare microclima dell’area contribuisce a mantenere l’umidità atmosferica su buoni livelli anche nel periodo estivo, facendo si che senza irrigazione la pianta si presenti rustica e con un numero ridotto di frutti, i quali si caratterizzano per le dimensioni relativamente contenute.

Per la coltivazione “in Siccagno” si utilizzano varietà locali come il ‘Pizzutello’ (presidio Slow food), e anche varietà di piccola pezzatura come il ‘Datterino’, per la sua adattabilità ai fattori ambientali e climatici e per la sua resistenza agli agenti infestanti che consente di non ricorrere a trattamenti chimici o di sintesi. Le piante di pomodoro Siccagno si coltivano nei terreni dei comuni dell’entroterra siciliano nelle basse Madonie e specificatamente a Valledolmo, Sclafani Bagni, Alia, Caltavuturo, Castellana Sicula, Polizzi Generosa, Vallelunga, Villalba e Marianopoli. La raccolta “scalare”, rigorosamente a mano, inizia nel mese di luglio e si protrae fino a ottobre.

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