![](https://terra.regione.sicilia.it/wp-content/uploads/2023/10/cicerchia.jpg)
Coltura miglioratrice
La cicerchia, ecco perchè bisogna riscoprire la coltivazione di questo legume
di NinoSutera*
La pianta è molto simile a quella dei ceci, ma la cicerchia è ancora più resistente a climi torridi e secchi e terreni inospitali. Per questo motivo e per il fatto che, a differenza degli altri legumi, non necessita di molta acqua per la cottura, la cicerchia era, insieme alle patate e alle cipolle, una delle poche cose che si trovavano facilmente da mangiare anche in tempi di carestia. Quindi, il legume è sempre stato associato a un tipo di cibo povero. Tra i legumi più antichi della tradizione culinaria italiana, la cicerchia ha già nelle varianti del suo nome tutta la sua unicità.
Lathiros in greco, cicerula in latino, detta anche pisello d’India o pisello d’erba, la cicerchia, piccolo legume che assomiglia ad un sassolino per la sua forma irregolare, possiede un sapore particolare, molto vicino a quello della fava e del pisello, ma è proprio questa somiglianza unita alle sue note di unicità che la rende così particolare alle papille gustative di chi l’assaggia. In Sicilia la cicerchia è coltivata da svariati secoli. Testimonianze documentali attestano la presenza di legumi sin dal 4° secolo nella città siculo-ellenica di Morgantina. In una delibera municipale del 1853 nel determinare le “mete”, cioè i valori di una determinata quantità di prodotti agricoli, di frumento, orzo, fave e ceci, veniva indicata anche la “meta” dei “circionoli”. Si può ipotizzare, sia per assonanza fonetica sia per esclusione degli altri prodotti agricoli già considerati, che si trattasse della cicerchia.
![](https://terra.regione.sicilia.it/wp-content/uploads/2023/10/cicerchia2.jpg)
Nell’Isola, la cicerchia è coltivata principalmente in due aree: nella parte sud-orientale, sull’altopiano Ibleo il territorio del comune di Licodia Eubea (CT), e nell’area interna della Sicilia, principalmente in due comuni dell’ennese: Aidone e Nicosia
L’auspicio è quello di riscoprire e valorizzare la coltivazione di questa specie, incoraggiata dalla “riscoperta” da parte dei consumatori di prodotti alimentari tradizionalmente conosciuti, ma pressoché scomparsi dal mercato nel corso degli ultimi anni a seguito della modernizzazione dell’agricoltura .
In Sicilia la cicerchia è conosciuta con diversi nomi: Ciciruòcculu, Rumanedda, Ianga ‘e vecchia (molare di anziana, per via della forma dei semi). Nell’Isola, la cicerchia è coltivata principalmente in due aree: nella parte sud-orientale, sull’altopiano Ibleo il territorio del comune di Licodia Eubea (CT), e nell’area interna della Sicilia, principalmente in due comuni dell’ennese: Aidone e Nicosia. Le azioni condotte sono indirizzate alla caratterizzazione di germoplasma di cicerchia, leguminose da granella a rischio di erosione genetica nel territorio siciliano. I risultati di una ricerca condotta dal CREA hanno evidenziato un elevato contenuto proteico (mediamente 27-28%), un elevato contenuto di fibre solubili ed insolubili (5-7%), un buon contenuto in minerali, un bassissimo contenuto in grassi e zuccheri semplici.
Accanto ai prodotti tradizionali salati (crespelle, crepes, frittelle, torte salate, polpette, contorni) e dolci (crostate, torte, biscotti, chiacchiere, budino) preparati con farina di cicerchia, da parte del CREA-CI di Acireale è stato sviluppato un pane fortificato col 10% di farina di cicerchia ad alto contenuto in fibre.
Le ricadute per i consumatori sono molto importanti, in quanto la cicerchia è uno dei legumi più antichi, riscoperta negli ultimi anni per il suo sapore delicato e gli alti valori proteici che la rendono una valida alternativa a fagioli e lenticchie. Come gran parte dei legumi, ha un elevato contenuto proteico (26 – 30%), è ricca di fibre (4 – 7%), calcio, fosforo, potassio, polifenoli e vitamine del gruppo B; ha un buon livello di carboidrati (48-55%) ed un contenuto di grassi veramente basso (0,5 – 2,5 %).
Benefici dal consumo
I benefici derivanti dal consumo della cicerchia interessano diversi distretti del nostro organismo:
Digestione: il loro consumo favorisce la digestione ed il metabolismo.
Intestino: le fibre contenute in questo legume aiutano a contrastare la stitichezza favorendo la peristalsi intestinale.
Ossa, muscoli e denti: le cicerchie fortificano ossa e denti ed aiuta il tono muscolare.
Ipocolesterolemizzante: grazie alla presenza di fibre, le cicerchie sono utili per ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Di conseguenza, apportano benefici al nostro sistema cardiovascolare.
Le ricadute per l’ambiente sono molto positive, in quanto la cicerchia è una coltura miglioratrice ed è da considerare un’ottima precessione per la coltura che la segue nell’avvicendamento, in quanto lascia il terreno in ottime condizioni generali di fertilità. In particolare, come tutte le leguminose, a seguito dell’attività azotofissativa simbiotica, arricchisce il terreno di azoto in forme (minerale + organica a pronta mineralizzazione) che risultano direttamente utilizzabili dalla coltura successiva. La quantità di azoto che una coltura di cicerchia lascia nel suolo è dell’ordine di 25-40 kg/ha, in funzione del maggiore o minore sviluppo vegetativo raggiunto; tale quantità può essere detratta dalla dose di concimazione azotata della coltura seguente.
*Funzionario responsabile Osservatorio Neorurale
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Vuoi ricevere gli aggiornamenti di Terrà per email?
Post a Comment
Devi essere connesso per inviare un commento.