Terrà

Parla l'esperto
Occhio alla peronospora della vite, l’allarme degli agricoltori siciliani

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di Anna Di Natale*

L’andamento climatico del mese di maggio è stato caratterizzato da una perturbazione responsabile di instabilità meteorologica, che ha portato forti piogge e venti di levante con velocità di 70 – 80 km, che hanno interessato alcune aree dell’Isola. In questi giorni si sta assistendo ad un rialzo della pressione atmosferica che favorisce il ritorno alla stabilità meteorologica, con giornate in prevalenza soleggiate e temperature in ripresa, anche se la presenza di aria fresca in quota fa prevedere una residua instabilità pomeridiana, con locali rovesci sui rilievi delle aree interne.

Questa situazione meteorologica, con condizioni di costante alta umidità relativa, sta provocando un grande allarme presso gli agricoltori, soprattutto viticoltori che temono pericolose infezioni da peronospora. In effetti, in alcune aree interne della Sicilia occidentale, dove la ventilazione è limitata e i terreni sono pesanti, è già evidente la presenza di questo fungo sui grappolini, mentre nelle aree costiere che beneficiano di una maggiore circolazione d’aria il fenomeno è ancora poco evidente, anche se il rischio di infezioni fungine è ancora alto, soprattutto dove negli anni precedenti si sono verificati attacchi.

La peronospora della vite, causata dal patogeno Plasmopara viticola, è in grado di attaccare tutti gli organi verdi della pianta, causando gravi danni se non gestita correttamente. Trascorre l’inverno generalmente sotto forma di oospore che in primavera, al superamento della soglia termica di 10°C, in presenza di almeno 10 mm di pioggia in 24 – 48 ore, e tralci lunghi almeno 8 – 10 cm, (secondo la “regola dei tre dieci”) danno origine a zoospore che originano le infezioni primarie. Dopo un periodo di incubazione che può variare da 4 a 16 giorni, a seconda dell’andamento climatico, appaiono i primi sintomi rappresentati dalla tipica muffetta bianca, formata dalle fruttificazioni del fungo; in condizioni di prolungata umidità (non necessariamente pioggia, sono sufficienti rugiada o nebbie) e temperature comprese tra 13 e 29°C si sviluppano le infezioni secondarie, che possono susseguirsi fino a settembre – ottobre dove inizia la fase di riproduzione sessuale per la formazione delle oospore svernanti. 

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