Terrà

Il progetto iSAFE GRAZE
Gestione informatizzata dei pascoli e innovazione nella caseificazione, rivoluzione del formaggio caprino

Investire sul territorio e sulle sue peculiarità, è il leitmotive di uno dei progetti della Sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-22 che ha a che fare con il settore della zootecnia siciliana ed in particolare con la filiera caprina. Si chiama infatti iSAFE GRAZE, ovvero “Innovazione sostenibile della filiera caprina: gestione informatizzata dei pascoli come strumento di valorizzazione dell’ambiente e della qualità delle produzioni” e vede procedere a braccetto, aziende che coprono l’intero comparto, con la collaborazione del Dipartimento di Veterinaria dell’Università degli Studi di Messina.

A raccontare il progetto è Emanuele Termini dell’azienda capifila Petra. “Sei anni fa, con mio fratello, abbiamo voluto investire nella nostra regione grazie ai bandi dedicati ai giovani agricoltori – Afferma Termini -. Adesso, con la sottomisura 16.1 del Psr Sicilia, puntiamo alla collaborazione con il territorio, per lavorare insieme ad uno studio sull’alternanza dei pascoli e sullo sviluppo di uno starter, una sorta di ‘lievito madre’ per il formaggio, che ne garantisca la buona digeribilità ed eccelse qualità organolettiche”.

Come spiega lo stesso Termini, il latte caprino è più digeribile per il basso contenuto di colesterolo, si posiziona su una fascia diversa rispetto ai formaggi vaccini. L’obiettivo, quindi, è posizionarsi sul mercato andando a realizzare formaggi di qualità. Se il progetto in un primo momento doveva prendere il via nel territorio madonita, adesso, grazie al coinvolgimento dell’azienda Monte Soprano dei fratelli Angela, Giacomo e Antonio Scinardo, i pascoli coinvolti si trovano nel territorio di Capizzi, nel cuore dei Nebrodi.

Protagoniste del progetto una sessantina di capre nostrane che vengono allevate allo stato semi brado e che vengono controllate grazie a radiocollari altamente tecnologici che permettono di evitare la dispersione del bestiame. Inoltre, gli animali pascolano a circa mille metri sul livello del mare, in zone che hanno resistito alla siccità che sta colpendo la nostra regione, e dove c’è ancora verde. In un’ottica di efficientamento delle risorse anche la rotazione dei pascoli diventa importante. Infatti, secondo termini, un animale che può pascolare liberamente permette all’azienda di investire meno in mangimi, che oggi hanno “costi spaventosi”.

La seconda parte del progetto sarà quella focalizzata sulle dinamiche di caseificazione e se la tradizione siciliana vuole pecorini semistagionati, tuma e ricotta, iSAFE GRAZE propone qualche innovazione sul tema. Il gruppo sta infatti lavorando ad una provola fresca di capra, una pasta filata con lavorazione presamica, mentre tra qualche mese inizieranno le sperimentazioni con i caprini e la caseificazione lattica, per realizzare formaggi freschi, con e senza crosta fiorita.

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