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E’ l’ora dei consorzi di tutela dei “meloni d’inverno” della Sicilia

di Salvatore Scarcella*

Il melone d’inverno a buccia gialla, chiamato anche melone giallo di Sicilia, è un frutto prodotto da una pianta appartenente alla specie Cucumis melo, gruppo inodorus, è stato per anni il simbolo di Paceco, un piccolo comune del Trapanese. Tale collegamento deriva dalle origini storiche della coltivazione di questo ortaggio sin dal secolo XII, come riportato da G. Monroy nel 1609 nel suo libro “Storia di un borgo feudale del ‘600”. La coltivazione di questo melone denominato “invernale” deriva dall’epoca in cui si può consumare: infatti, il melone è una pianta a ciclo primaverile-estivo, ma il frutto raccolto a fine agosto-primi di settembre può essere ben conservato a temperatura ambiente fino a dicembre ed essere consumato anche a Natale e talvolta anche a gennaio-febbraio, quindi in pieno periodo invernale.

Melone cartucciaru

Il melone coltivato nei secoli scorsi dai coltivatori trapanesi era un “ecotipo locale” denominato melone cartucciaru di Paceco, con frutto ben diverso dai meloni a buccia gialla e polpa bianca coltivati ad oggi nelle province di Trapani, Palermo, Agrigento e in altre zone d’Italia (talvolta anche in serra o sotto tunnel). Il melone cartucciaru, oltre ad avere la buccia gialla, presenta forma allungata con una punta a ricordare una cartuccia o proiettile. La buccia è liscia o con qualche retinatura, la polpa è biancastra con un gusto particolare e non eccessivamente zuccherino. I meloni attualmente sul mercato hanno forma ovoidale ed una buccia grinzosa e derivano da ibridi commerciali prodotti da ditte sementiere a partire dagli anni Novanta del secolo scorso.

Questa tipologia di meloni gialli derivanti dal cosiddetto helios hanno un ciclo produttivo più breve del vecchio melone cartucciaru e, potendo essere coltivati in serra, possono essere commercializzati già nei primi giorni di giugno. A questi meloni, molto apprezzati in estate e con un gusto gradito dai consumatori che li utilizzano anche per il loro impiego in pasticceria, difficilmente possiamo attribuire la qualifica di meloni invernali, poiché il loro ottenimento con abbondanti irrigazioni e concimazioni pregiudica la tradizionale serbevolezza dei meloni coltivati in asciutto. Infatti i meloni siciliani del tipo helios sono presenti, tranne rare eccezioni, sui mercati nazionali o stranieri da giugno a settembre.

Melone tipo helios

L’attribuzione di melone invernale, a mio avviso, deve essere concessa solamente al melone cartucciaru di Paceco, cultivar che sembrava scomparsa alla fine del secolo scorso. In effetti fino al primo decennio di questo secolo questa tipologia di melone è stata coltivata negli orti familiari da anziani agricoltori che hanno conservato i semi dei frutti migliori. L’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, ha portato avanti varie attività di tipo dimostrativo, formativo, informativo e promozionale tramite le Sezioni operative di assistenza tecnica ed enti di ricerca per valorizzare la produzione melonicola siciliana con particolare riguardo ai meloni cosiddetti invernali. Dalla sinergia tra la Regione Siciliana e l’Associazione no profit Slow Food al melone cartucciaru di Paceco è stato dato, già nel 2007, il riconoscimento di Presidio Slow Food.

Tale Presidio rappresenta una comunità di produttori che lavorano quotidianamente per salvare dall’estinzione questo prodotto autoctono e vero esempio di biodiversità. I produttori che aderiscono al Presidio Slow Food del melone cartucciaru di Paceco non sono molti, ma sono fortemente motivati ed impegnati a fornire al consumatore un prodotto genuino, coltivato adesso anche in regime di agricoltura biologica. Il lavoro di riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) è stato condotto dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana e si è svolto in circa venti anni di attività ed ha puntato a far ottenere un marchio unico a livello regionale che comprendesse tutti i tipi di melone invernale, compresi quelli a buccia verde (Purceddu di Alcamo).

Il suddetto tentativo della Regione Siciliana si è arenato, a causa delle difficoltà di dialogo tra i vari produttori siciliani, che non si sono mostrati propensi all’associazionismo e alla collaborazione come avviene in altre parti d’Italia. Certamente sarebbe auspicabile la creazione di consorzi di tutela dei “meloni d’inverno” della Sicilia, al fine di fornire adeguate remunerazioni ai produttori e nel contempo garantire ai consumatori un prodotto sano e di cui si conosce la reale origine.

*Assessorato all’Agricoltura Regione Siciliana – Servizio 15 I. A. Trapani

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