
Imprenditori 10 & Lode
Dal virus della tristezza alla fioritura di Jungle Farm: un viaggio dal campo alla cucina stellata
Una giungla colorata e profumata. E’ quello che Andrea Calcione, nel 2017, ha creato a Motta Sant’Anastasia, ai piedi dell’Etna, dando vita ad un progetto che tutti davano come a tempo determinato e che invece prospera di anno in anno. L’azienda si chiama Jungle Farm, produce fiori commestibili per l’alta ristorazione, esporta in tutta Europa nelle cucine dei grandi chef e, per sopravvivere alla pandemia, ha saputo reinventarsi.

“Abbiamo cominciato con i fiori edibili e tutto è successo quasi per caso – racconta a Terrà Calcione – poi ci siamo specializzati anche in piante aromatiche e officinali. L’idea dei fiori commestibili è nata da una chiacchierata con il mio amico chef Giuseppe Luca che ha fatto scattare in me la scintilla”. Luca, anche lui originario di Motta Sant’Anastasia, che ha cucinato anche per vip internazionali, ha suggerito all’amico di investire verso un mercato che si stava evolvendo.
“Io vivevo all’estero – prosegue – avevo 10 ettari di terreno liberi, sui quali una volta crescevano arance prima di dovere estirpare gli alberi a causa del virus della tristezza, e così ho colto l’occasione”. Calcione è dunque tornato in Sicilia e ha raccolto quella che era l’eredità della sua famiglia, da sempre appassionata di agricoltura. Oggi Andrea gestisce l’azienda insieme alla sua compagna e può contare del lavoro di cinque collaboratori. In azienda, la giornata inizia già alle quattro del mattino, momento della raccolta dei fiori. Alle sette tutto il raccolto finisce in frigo e poi si comincia a lavorare al magazzino.