Terrà

Born in Sicily
Consorzio di Tutela del Limone dell’Etna IGP, il ministero Agricoltura certifica

Era il 2014 e un gruppo di imprenditori dava vita all’associazione Limone dell’Etna, produttori e confezionatori del territorio ionico-etneo con un obiettivo comune: valorizzare il “Limone dell’Etna”. Sei anni dopo, il primo obiettivo: l’iscrizione nel registro europeo. Gli imprenditori ci credono, non mollano. E così nel 2021, veniva costituito il Consorzio di tutela del Limone dell’Etna IGP, consorzio che lo scorso novembre ha avuto il riconoscimento ufficiale dal Mipaaf (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali). “Adesso siamo nelle condizioni di potere operare da protagonisti in questo settore – afferma a Terrà Renato Maugeri, presidente del Consorzio -. Tuttavia, abbiamo l’onere di diffondere il marchio e regimentarne la commercializzazione”. Oneri e onori dunque per un prodotto unico nel suo genere.

Maugeri: “Adesso siamo nelle condizioni di potere operare da protagonisti”

Un prodotto, il Limone dell’Etna, certamente il più agro di altri “parenti” siciliani, il più vicino quello di Siracusa, con tanta, tantissima differenza rispetto a quanto viene importato dalla Spagna e dall’Argentina. “Il suo sapore si deve al territorio vulcanico e ad un clima mite che ci permette di dare vita anche ad una qualità specifica: il verdello”, spiega Maugeri. Il segreto sta nelle temperature notturne d’estate, le piante infatti di giorno soffrono il calcio come tutti, ma di notte godono della brezza del vento che scende dall’alto verso il basso e dare vita ad un prodotto che nasce e cresce solo alle pendici dell’Etna.

Le piante di limone vengono messe in secca tra giugno e luglio e poi, alla fine di luglio, ricevono una dose d’acqua abbondante che da vita alla fioritura della pianta che a maggio dell’anno successivo darà i suoi frutti. I terreni vulcanici drenano, l’acqua che deriva dalla neve dell’Etna è pura e le piante riescono a vivere fino a 100 anni. In più, secondo recenti studi, il territorio di Acireale è quello che riceve più sole in tutta Italia, zona seconda solo a quella di Napoli.

Le aziende associate, circa quaranta, devono far fronte ad un’annata critica, con la concorrenza enorme dei limoni spagnoli immessi nel mercato a prezzi bassissimi. “La nostra sarà un’attività certosina, per cercare di portare avanti un prodotto che viene creato su un territorio che si estende da Aci Castello fino a Fiumefreddo e Calatabiano, in un momento di grave crisi del settore, con pochissimi confezionatori, cosa che rende difficile la distribuzione su larga scala”, aggiunge Maugeri.

Il Consorzio ha a disposizione una rete commerciale che si muove lentamente ed è grazie al passaparola e al lavoro di tutti i giorni che la cultura del Limone dell’Etna IGP travalica i confini del territorio etneo. “Questo limone – conclude Maugeri – è una certezza per i consumatori, anche se i costi sono più elevati rispetto ad altri prodotti. C’è un fattore culturale, ed è su questo che stiamo puntando, con le nostre campagne che mirano al mercato italiano, ma anche a quello estero”. I limoni dell’Etna vengono prodotti 12 mesi l’anno con la variante invernale, i bianchetti che vengono fuori a maggio, e poi fino a settembre con la produzione del verdello. I quantitativi possono variare da 300 a 600 quintali per ettaro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA





Vuoi ricevere gli aggiornamenti di Terrà per email?

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Post a Comment