Terrà

La ricerca
Caffè made in Sicily, avviata sperimentazione. Incoraggianti i primi risultati

Cantieri aperti per creare una filiera del caffè made in Sicily. In campo, una squadra di ricercatori con l’obiettivo, principalmente, di valutare la vocazionalità ambientale di diversi areali della Sicilia alla coltivazione del caffè, sia in coltura specializzata che consociata con altre specie. Tra i protagonisti della ricerca, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali (SAAF) – Università degli Studi di Palermo; il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche (STEBICEF). U.O. Chimica degli alimenti; il CREA di Palermo e un gruppo della Torrefazione Morettino. La ricerca, in sostanza – come riporta il documento prodotto dagli studiosi – nasce dal voler ottenere del caffè coltivato e trasformato in Sicilia con una prospettiva di medio termine. Parliamo del primo progetto sperimentale in Europa, che permetterebbe di avere una proposta di assoluto valore sui mercati locali ed internazionali, con un prodotto unico e con un grande appeal per i consumatori.

Inoltre, questa filiera ha la possibilità di valorizzare aree che mal si prestano ad altre colture, o le tare aziendali. Il caffè coltivato in Sicilia si caratterizzerebbe per una marcata sostenibilità grazie all’applicazione di tecniche di coltivazione sostenibili, alla naturale biodiversità della Sicilia, ed al know-how di torrefazioni storiche del territorio che hanno già avviato una fase sperimentale di ricerca ed con ottimi risultati in termini sensoriali e gustativi. La novità e l’originalità della proposta risiede nell’ottenimento, ai fini di ricerca, non solo di nuove acquisizioni scientifiche ma di strategie di filiera di immediata spendibilità nella realtà delle piccole e medie imprese agricole che hanno la necessità di una riqualificazione, anche in funzione di una nuova identità produttiva. Tra i risultati attesi, l’ottenimento di nuove acquisizioni in termini di ecofisiologia della pianta del caffè e trasformazione e il trasferimento delle innovazioni al mondo produttivo.

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I primi risultati

La crescita vegetativa delle giovani piante di caffè è stata osservata solo, limitatamente, alla fine dell’autunno e in maggior misura a partire dal mese di marzo. I germogli studiati e le piante non hanno risposto ad incrementi della temperatura media o massima bensì piuttosto hanno risposto chiaramente ad incrementi della disponibilità luminosa media giornaliera. Durante i mesi invernali, le piante non hanno mostrato crescita vegetativa ma non hanno subito danni correlati alle basse temperature, che all’interno della serra hanno raggiunto valori minimi pari a 2°C.

Fino a oggi, gli studiosi sono arrivati a queste conclusioni. Le giovani piante di caffè sono riuscite a superare indenni l’inverno freddo tipico dei climi mediterranei, quando coltivate all’interno di una serra fredda. Le piante reagiscono velocemente alle variazioni annuali di disponibilità luminosa piuttosto che a quelle di temperatura, e non risentono dell’ombreggiamento quando coltivate in coltura promiscua. Futuri studi si concentreranno sulla fase riproduttiva del ciclo della pianta e sulla qualità dei frutti
ottenuti.

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1,6 miliardi di caffè al giorno

Il caffè rappresenta una delle commodities più scambiate a livello mondiale: ogni giorno nel mondo si consumano circa 1,6 miliardi di tazze della bevanda inizialmente diffusa dagli arabi. Ad oggi, il caffè viene coltivato quasi esclusivamente nei paesi equatoriali che ricadono nella cosiddetta “coffee belt”, compresa tra i due Tropici, con produzioni annue che oscillano tra i 450 e i 570 chili di frutto fresco per ettaro. Tuttavia, numerosi studi scientifici realizzati proprio nei principali paesi coltivatori prevedono uno spostamento a latitudini più lontane dall’equatore delle zone adatte per la coltivazione della pianta del caffè, come conseguenza del cambiamento climatico in atto globalmente. La specie, infatti, cresce bene in condizioni di elevata umidità ma non tollera il ristagno idrico nel suolo: difatti, i migliori caffè vengono ottenuti nelle cosiddette “foreste di caffè” con particolari condizioni di ombreggiamento ed elevata umidità dell’aria.

Inoltre, la bevanda del caffè, come il vino, rispecchia direttamente le caratteristiche del terroir dove la pianta viene coltivata. I consumatori ricercano sempre più caffè provenienti da origini ben precise e particolari, che si distinguono dal prodotto generalista, e che sono ancora più apprezzati quando è possibile tracciare la filiera di produzione a garanzia della sostenibilità del prodotto e del rispetto dell’ambiente e dei lavoratori coinvolti. La “tropicalizzazione” del clima che si sta osservando in alcuni areali della Sicilia potrebbe permettere di aggiungere anche la pianta del caffè al già ampio panorama colturale dell’isola con l’ottenimento di specifici e nuovi terroir della bevanda. Ad oggi, esistono testimonianze della coltivazione di questa specie in orti familiari, vivai e una piccola collezione varietale è presente all’Orto botanico di Palermo. Inoltre, la tradizione culturale e la presenza di aziende storicamente impegnate nella valorizzazione della bevanda del caffè potrebbero permettere di ottenere un prodotto di eccelsa qualità e assoluto interesse per appassionati e consumatori.

Foto (1-2) e testi tratti dal documento del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali (SAAF) – Università di Palermo; Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche (STEBICEF); CREA Palermo

©RIPRODUZIONE RISERVATA





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