Terrà

Politica agricola comune
Nuova Pac, nuova sfida per la Sicilia. Cartabellotta: “E ora accelerare per non rischiare”

Nutrire la crescente popolazione europea richiede una produzione alimentare più sostenibile, ma un’altra estate di condizioni meteorologiche estreme, insieme a catene di approvvigionamento gravemente interrotte, hanno evidenziato ancora una volta la necessità di passare a un sistema alimentare più resiliente e rigenerativo e alla prossima Politica agricola comune (2023-2027) vedrà gli Stati membri dell’Ue riorientare la politica sui risultati attraverso nuove aspettative di monitoraggio e valutazione. Ancora più che in passato le amministrazioni regionali dovranno essere in grado di spendere le risorse in tempi brevi, dato che ci sarà un anno in meno di tempo per farlo. Infatti, si passa dalla regola del disimpegno automatico N+3 all’N+2. Mettere in atto gli elementi di valutazione è fondamentale per analizzare i risultati della prossima Pac, così come il ruolo degli Stati membri dell’UE nel dimostrarne l’impatto.

Il dirigente del Dipartimento agricoltura, Dario Cartabellotta

La Sicilia, con la nuova Pac ha a disposizione 1, 475 miliardi di euro, rappresentando la prima regione italiana per dotazione finanziaria assegnata. “C’è stata una grande condivisione degli obiettivi e una compattezza nelle scelte. Puntiamo su agricoltura biologica, giovani, e investimenti sia per le aziende agricole che agroindustriali – afferma a Terrà Dario Cartabellotta, dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana. L’obiettivo è arrivare a quello che da vent’anni viene sostenuto nei regolamenti comunitari, cioè il trasferimento di valore aggiunto agli agricoltori. Negli ultimi tempi, con i contratti di filiera di certo abbiamo iniziato ad andare in questa direzione”. E’ importante attrarre nuove realtà agroindustriali, per Cartabellotta, convinto che “la Sicilia può produrre praticamente tutto, compresi i frutti tropicali”. Le cifre parlano da sole: secondo l’ultimo rapporto di Unicredit, l’agrifood Sicilia è arrivato a 9,3 miliardi di fatturato, 20 anni fa se ne registravano 2 miliardi. Il dirigente del Dipartimento, intanto, ha già cambiato marcia al fine di spendere bene e nei tempi previsti, questi soldi comunitari. In pratica, bisogna passare dalla fase “proroga” a quella di “accelerazione”. “Il fattore velocità diventa fondamentale – conclude Cartabellotta -. Come Amministrazione abbiamo una grande responsabilità: dobbiamo fare bandi veloci in tempi veloci altrimenti regaleremo soldi alle Regioni più virtuose”.

Secondo la legge di esecuzione recentemente pubblicata dalla Commissione europea, gli Stati membri dell’UE devono valutare l’efficacia, l’efficienza, la pertinenza, la coerenza, il valore aggiunto dell’Europa e l’impatto di ogni obiettivo specifico affrontato nel contesto dei loro piani strategici della Pac, in un momento opportuno durante il periodo di attuazione. In tal modo, possono raggruppare, in un’unica valutazione, più obiettivi specifici, assicurando che il contributo degli interventi sottostanti a ciascun obiettivo specifico sia stimato in modo chiaro e separato. Oltre a valutare le prestazioni rispetto a obiettivi specifici, gli Stati membri dell’Unione europea devono anche effettuare valutazioni su argomenti specifici, come l’architettura ambientale e climatica, il valore aggiunto di Leader, i sistemi di conoscenza e informazione agricola (Akis) o le reti della Pac. E, inoltre, una valutazione completa dei piani strategici della Pac e del contributo agli obiettivi generali della Pac deve essere effettuata ex post da ciascuno Stato membro dell’Ue e completata entro la fine del 2031.

Gli obiettivi della Politica agricola comune

Misurare l’impatto nel mondo reale è fondamentale per mostrare il successo di una politica nel raggiungere i suoi obiettivi, in particolare quando l’obiettivo è quello di affrontare una serie di fattori economici, ambientali e sociali. La prossima Pac sta quindi allontanando gli Stati membri dell’Europa dalla conformità, spostandoli maggiormente verso risultati e prestazioni, sperando che possa mostrare come i loro settori agricoli e le loro zone rurali si trovino su un percorso sostenibile. I risultati saranno ancorati in termini di come gli Stati membri dell’UE contribuiscono agli obiettivi della Pac: dalla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra in agricoltura alla stabilità o all’aumento del reddito agricolo e alla crescita delle imprese rurali. Il regolamento su come gli Stati membri dimostreranno esattamente l’impatto della Pac su questi obiettivi si basa su un nuovo quadro che fornisce una comprensione comune sul monitoraggio delle prestazioni e sulla valutazione dell’attuazione dei piani strategici.

Il quadro per il monitoraggio e la valutazione delle prestazioni (Pmef) “consentirà di riferire, monitorare e valutare le prestazioni” durante l’attuazione dei piani strategici della Pac degli Stati membri dal 2023 al 2027. Fisserà le basi per monitorare i progressi degli stessi Stati membri verso il raggiungimento degli obiettivi dei piani strategici della Pac, valutare l’impatto, l’efficacia, l’efficienza, la pertinenza e la coerenza degli interventi dei piani strategici della Pac, il valore aggiunto dell’UE della Politica agricola comune e sostenere un processo di apprendimento comune per il monitoraggio e la valutazione.

Il Pmef fisserà le basi per monitorare i progressi degli stessi Stati membri verso il raggiungimento degli obiettivi dei piani strategici della Pac

Il Pmef contiene anche una serie di indicatori comuni per il monitoraggio, la valutazione e la rendicontazione annuale della performance, come gli indicatori di output per monitorare l’attuazione della Pac, gli indicatori di risultato per monitorare i progressi degli Stati membri dell’Ue verso gli obiettivi prefissati e gli indicatori di contesto e di impatto valutare i risultati complessivi delle politiche rispetto agli obiettivi della Pac. Queste informazioni varieranno a seconda di come ciascuno Stato membro elabora e attua il proprio piano strategico nazionale, poiché copre le diverse misure disponibili nell’ambito dei pagamenti diretti e dei programmi settoriali, finanziati dal Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga), nonché gli interventi di sviluppo rurale , finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr).

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