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Ulivi millenari e cultivar rarissime, la visione dei fratelli Giaimo per preservare biodiversità e cultura
di Dario Cataldo
Nel cuore più autentico della Sicilia, là dove le montagne delle Madonie si fondono con la memoria della terra, esiste un’azienda che è molto più di un’attività agricola: è una storia di radici, resilienza e rivoluzione silenziosa. L’azienda agricola Giaimo, infatti, non è solo sinonimo di olio e allevamento, ma un esempio raro di agricoltura eroica che ha saputo restare fedele alle proprie origini pur abbracciando il futuro. A guidarla oggi sono due fratelli, Giovanni e Giuseppe Giaimo, che con tenacia e visione hanno trasformato un’eredità familiare in un laboratorio vivente di sostenibilità e innovazione.
La filiera chiusa dell’olio
“Noi abbiamo chiuso la filiera dell’olio – racconta a Terrà Giuseppe, agronomo forestale e mente strategica dell’azienda – realizzando un laboratorio per la conservazione, il confezionamento e l’etichettatura. E oggi abbiamo una bottiglia pronta per il pubblico”. Un risultato che racchiude anni di lavoro e scelte coraggiose, in un contesto dove produrre è spesso una sfida quotidiana. L’azienda, fondata dal nonno all’inizio del Novecento, affonda le sue radici tra le contrade di Mallia e Scala, alle pendici di San Mauro Castelverde, e si estende fino agli altopiani di Nicosia, tra i pascoli montani dei Nebrodi.
Ulivi antichi e olio nutraceutico
Qui, tra i 300 e i 500 metri di altitudine, crescono uliveti di varietà antiche e pregiate: Giarraffa, Nerba, Santagatese e Crastu, una cultivar rarissima, coltivata solo nel bacino del fiume Pollina. “Questa cultivar”, spiega Giuseppe Giaimo con orgoglio, “dà un olio eccezionale. Uno studio triennale condotto dal dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Palermo, guidato dal professor Tiziano Caruso, ha dimostrato che il nostro olio ha un contenuto di polifenoli superiore alla media. È un vero e proprio prodotto nutraceutico”. Non solo un alimento, quindi, ma un concentrato di salute, che racconta la forza e la biodiversità di un territorio ancora poco conosciuto.
Una scelta controcorrente
Ma il percorso di Giuseppe non è stato tutto lineare. Dopo la laurea, avrebbe potuto scegliere una strada diversa, come tanti altri giovani laureati del sud. “Avevo la possibilità di trasferirmi al nord e cercare un impiego remunerativo. Ma non ce l’ho fatta. Il legame con la mia famiglia e con questa terra era troppo forte”. Una scelta controcorrente, alimentata dalla consapevolezza di partire da una situazione difficile, in un contesto in cui l’agricoltura montana era stata condotta, come lui stesso ammette, “al fallimento”. Accanto a lui, fin dall’inizio, il fratello Giovanni: “Mio fratello ha lasciato gli studi a quattordici anni per dedicarsi completamente all’azienda. Il suo supporto è stato fondamentale. Abbiamo unito le nostre competenze e la nostra passione, e insieme siamo riusciti a ottenere risultati che oggi ci rendono orgogliosi”.
L’allevamento sostenibile
L’allevamento è l’altro pilastro dell’azienda: vacche di razza Limousine allevate allo stato brado, con la pratica della transumanza tra San Mauro e Nicosia. Una scelta che privilegia il benessere animale e l’equilibrio con l’ambiente, nel segno di un’agricoltura sostenibile. L’azienda Giaimo è certificata biologica dagli anni ’90, ha ottenuto il riconoscimento IGP Sicilia e fa parte dei Presìdi Slow Food, grazie alla presenza di ulivi secolari e millenari — veri monumenti naturali — di oltre duemila anni. “Il problema non è vendere il prodotto – spiega -. Abbiamo una clientela che cerca esattamente questo: qualità, autenticità, rarità. La difficoltà vera è garantire una produzione costante”.
Le sfide del territorio impervio
Una sfida aggravata dalla cronica carenza di manodopera: “Il nostro è un territorio impervio, e chi ha competenze preferisce lavorare in contesti più agevoli, in pianura o in aziende più moderne”. Tuttavia, ciò che per altri è una zavorra, per i fratelli Giaimo è diventato un punto di forza. Non avendo mai investito in meccanizzazione tradizionale, oggi possono saltare intere generazioni tecnologiche e abbracciare strumenti di ultima generazione. “Siamo fermi agli anni Sessanta: decespugliamo a mano, raccogliamo con agevolatori elettrici. Ma questo ci permette oggi di guardare a tecnologie innovative e sostenibili, come i droni agricoli, che ci aiuteranno persino nella raccolta”. Una visione che guarda avanti, ma con i piedi ben piantati nella terra.
Una visione per il futuro
Giuseppe è convinto che il futuro sarà dei piccoli produttori che sapranno conservare autenticità e biodiversità. “Il mondo corre verso soluzioni che rischiano di distruggere la nostra umanità: cibo sintetico, intelligenza artificiale, alimenti da laboratorio. Io credo poco in tutto questo. Ci sarà una nicchia di persone, probabilmente le più consapevoli e benestanti, che continuerà a cercare prodotti veri, non replicabili. E noi ci rivolgiamo a loro”. Questa è la scommessa dei fratelli Giaimo: restare fedeli a una terra difficile ma generosa, produrre alimenti rari e preziosi, difendere un modello di agricoltura che non è solo produzione, ma cultura, identità, responsabilità.
“Se resistiamo, sarà la nostra forza. Il cibo industriale sarà ovunque, ma i nostri prodotti — quelli veri — non esisteranno più se non in realtà come la nostra, dove c’è ancora chi crede nel valore del lavoro, della natura, del tempo”.
Azienda agricola Giaimo
Contrada Scala snc – 90010 San Mauro Castelverde (Palermo
)
Mob. +39 3209795882
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