Firmato il decreto
Nascono i vini dealcolati, più trasparenza e protezione per i consumatori
Al via la produzione di vini dealcolati. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha firmato il relativo decreto, segnando un cambiamento epocale per il settore vitivinicolo italiano attraverso la produzione di vini dealcolati e parzialmente dealcolati, per l’appunto. Questo provvedimento, che stabilisce le linee guida nazionali per la produzione di tali vini, è il risultato di un ampio processo di consultazione che ha coinvolto le Regioni e le associazioni di categoria, culminato in un’intesa durante la Conferenza Stato-Regioni.
Innovazioni e obiettivi del decreto
Il decreto introduce diverse innovazioni significative. Una delle modifiche più evidenti è l’adozione del termine “dealcolato” al posto di “dealcolizzato”, un cambiamento che mira a semplificare la terminologia per i consumatori italiani e a rispondere alle critiche sulla traduzione dall’inglese. Inoltre, il decreto definisce chiaramente le categorie di vino: i vini dealcolati avranno un contenuto alcolico non superiore a 0,5%, mentre quelli parzialmente dealcolati potranno avere un contenuto alcolico compreso tra 0,5% e 9%.
Questa regolamentazione non solo allinea l’Italia ai principali competitori europei, come Francia e Spagna, dove la produzione di vini a basso contenuto alcolico è già consolidata, ma offre anche nuove opportunità di mercato per le aziende italiane. Infatti, il mercato dei vini dealcolati è in forte crescita, soprattutto all’estero, e ora gli produttori italiani possono finalmente competere in questo segmento senza dover trasferire la produzione all’estero.
Impatto sul settore vitivinicolo
L’introduzione dei vini dealcolati risponde a una crescente domanda da parte dei consumatori attenti alla salute e alla moderazione nel consumo di alcol. Questa tendenza si riflette in un cambiamento generale nelle abitudini di consumo, con un aumento dell’interesse verso prodotti a basso o zero contenuto alcolico. Tuttavia, il decreto mantiene un forte legame con la tradizione vinicola italiana: i vini a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP) rimarranno esclusi dalla possibilità di dealcolazione, preservando così l’integrità di queste categorie.
Reazioni e prospettive future
Le reazioni al decreto sono state positive da parte delle associazioni del settore. L’Unione Italiana Vini, ad esempio, ha espresso soddisfazione per il chiarimento normativo che permette una maggiore trasparenza e protezione per i consumatori. Inoltre, si prevede che questa nuova regolamentazione possa aprire a nuovi mercati e target di consumatori complementari a quelli tradizionali.
Le aziende italiane ora hanno l’opportunità di posizionarsi in un mercato in espansione senza compromettere la qualità del prodotto e l’immagine del Made in Italy. Insomma, il decreto sui vini dealcolati rappresenta una risposta strategica alle sfide del mercato globale, promuovendo l’innovazione nel rispetto delle tradizioni vinicole italiane. Con l’attuazione di queste nuove normative, l’Italia si prepara a diventare un attore chiave nel panorama europeo dei vini a basso contenuto alcolico.
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