Terrà

Ripresa post pandemia
Modifiche PSR e misure fiscali, i nuovi fondi Ue per l’agricoltura

Con l’accordo politico del Consiglio Europeo del luglio 2020, insieme al Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027, si è dato il via a quello parallelo, specificatamente pensato per la ripresa economica post-emergenza, denominato Next Generation EU.

Il QFP è il quadro finanziario ordinario che sostiene tutte le politiche dell’Unione Europea: in questo ambito la PAC (Politica Agricola Comune) avrà a disposizione 386,7 miliardi, suddivisi tra il primo pilastro (pagamenti diretti e misure di mercato) per 291 miliardi, e il secondo pilastro (sviluppo rurale), per 95,6 miliardi. Una parte di questi fondi sarà disponibile per coprire gli anni 2021 e 2022, e costituirà un anticipo delle risorse complessive previste per il nuovo ciclo di programmazione, il cui avvio sarà posticipato di due anni (al 1° gennaio 2023) sia a causa dell’allungamento dei tempi nell’approvazione dei Regolamenti e del bilancio europeo sia per le difficoltà legate all’emergenza Covid 19. Il Regolamento di Transizione 2220/2020, approvato il 23 dicembre scorso, ha stabilito che le risorse “ordinarie” destinate alla futura programmazione all’interno dei Piani strategici della PAC saranno rese disponibili all’interno degli attuali Programmi di Sviluppo Rurale. Pertanto, i PSR, nel biennio 2021-2022, potranno operare secondo il principio ormai consolidato “vecchie regole/nuove risorse” (old rules/new money). Il regolamento di transizione mira a fornire certezza e continuità nella concessione del sostegno agli agricoltori europei per il 2021 e il 2022, tramite l’estensione del quadro giuridico esistente e gli adattamenti di alcune norme per traghettare la PAC fino all’istituzione del nuovo sistema.

Le risorse del Next Generation EU – strategia generale a sostegno dei settori produttivi – sono invece risorse straordinarie, messe in campo per la ripresa; di queste sono stati stanziati specificatamente per lo sviluppo rurale 8,2 miliardi, dei quali poco più di 900 milioni destinati all’Italia (a cui si sommerà il cofinanziamento nazionale). Questi fondi saranno impiegati all’interno dei vigenti Programmi di Sviluppo Rurale (il 30% nel 2021 e il restante 70% nel 2022) per interventi a favore del clima e dell’ambiente, a sostegno della biodiversità, dell’economia circolare, della filiera corta e del rinnovamento generazionale, secondo l’approccio del Green Deal Europeo. 

Nei prossimi mesi le Regioni dovranno impegnarsi nel realizzare alcune modifiche ai PSR in vigore per distribuire strategicamente le risorse

Nei prossimi mesi le Regioni dovranno impegnarsi dunque nel realizzare alcune modifiche ai PSR in vigore per distribuire strategicamente le risorse, anche in relazione alla possibilità di attivare nuove misure ad hoc per gli obiettivi specifici del Next Generation.  Tante, forse troppe, sono le variabili in gioco nel percorso che porterà dall’attuale periodo di programmazione 2014-2020 alla prossima programmazione 2021-2027. Le Regioni, di concerto col Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, stanno in questi giorni lavorando ai documenti base per la definizione del PSN (Piano Strategico Nazionale). L’approccio nazionale unico incontra serie difficoltà se si considera che dovrà ottemperare alle esigenze dell’agricoltura mediterranea e di quella padana al contempo. E’ importante, oggi, che i documenti comuni contengano tutti gli elementi ed i “paletti” necessari ad una futura declinazione regionale degli interventi.

La definizione dei documenti di programmazione parte dagli “Ecoschemi”, novità della programmazione 2023-2027. Si tratta di regimi ecologici facoltativi per gli agricoltori che vorranno assumersi maggiori impegni ambientali; attraverso gli ecoschemi sarà erogato il 20% delle risorse del 1° Pilastro con le modalità del 2° Pilastro, a fronte di impegni dei beneficiari che vanno oltre la condizionalità, raggiungendo livelli ben più elevati di quelli previsti dal 1° Pilastro. Per quest’ultimo, che è fino ad oggi nazionale, lo sforzo per definire le specificità regionali dev’essere maggiore. Sarebbe opportuno, tenuto conto delle specificità ambientali e territoriali, che ci fosse una disaggregazione almeno in tre zone: Nord, Centro, Sud. Un esempio delle diverse esigenze da considerare è, nell’ambito delle misure agro-climatico-ambientali, quello del “carbonsink” – sequestro di carbonio – solitamente associato al bosco o ai prati permanenti, che in ambienti mediterranei è invece fortemente associabile ad arboreti produttivi (es. oliveti, agrumeti). Inoltre, un Programma di Sviluppo Rurale per la nostra Regione non può limitarsi a considerare gli aspetti ambientali ma deve dare un peso consistente anche agli aspetti socio-economici, che consentano di mantenere “persone in campagna” e, dunque, il presidio delle aree rurali.

Il Next Generation prevede un’ulteriore quota di fondi, definita Just Transition Fund, al di fuori dello Sviluppo rurale, utilizzabili anche in ambito agricolo per interventi di grossa taglia, preferibilmente a livello interregionale, volti ad accelerare l’approdo all’obiettivo della neutralità climatica (Europa 2025: verso l’impatto climatico zero).  Inoltre lo Stato ha già stanziato dei fondi aggiuntivi nella Legge di Bilancio 2021. ECCO LE MISURE GIA’ APPROVATE

Fonte: Agricoltura 99, Quaderni della Regione Piemonte, Anno XXIII n.99, Dicembre 2020

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