
Zootecnia
La Sicilia punta su qualità genetica degli ovicaprini: dopo anni di stallo, riparte censimento dei riproduttori
Dopo un lungo periodo di stop, la campagna di valutazione dei riproduttori ovini e caprini in Sicilia riprende vigore grazie all’impulso dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura. Questo ambizioso progetto, voluto dal Dirigente generale Dario Cartabellotta, mira a censire gli animali idonei all’iscrizione nei Libri Genealogici (L.G.) gestiti dall’Associazione nazionale della pastorizia (Asso.Na.Pa.) e a documentare le razze allevate nella regione.
L’importanza della Sicilia nel panorama nazionale
La Sicilia, con circa 900mila capi di ovini e caprini iscritti nella Banca dati nazionale (Bdn), si colloca al secondo posto in Italia per consistenza numerica di piccoli ruminanti allevati. La pecora della Valle del Belice rappresenta la razza ovina più diffusa, mentre altre razze come la Comisana e la Barbaresca sono presenti in aree limitate. Sul fronte caprino, le razze maggiormente rappresentate sono radicate lungo le dorsali montuose tirreniche e ioniche, con un’importante presenza della Messinese, Argentata dell’Etna, Maltese, Rossa Mediterranea, Saanen e Girgentana.
Raccolta dati e miglioramento genetico
L’Istituto sperimentale zootecnico della Regione Siciliana (ISZSi), riconosciuto come ente di ricerca, svolgerà un ruolo cruciale in questa campagna. L’Istituto è incaricato di raccogliere dati sugli allevamenti e sui capi appartenenti alle razze ovine e caprine iscritte nei Libri Genealogici, operando in stretta collaborazione con Asso.Na.Pa., l’organismo designato dal ministero dell’Agricoltura per la gestione dei Libri Genealogici nazionali.